
Il primo ed unico istituto agrario dell’Empolese-Valdelsa sarà attivato nel complesso scolastico dell’Enriques di Castelfiorentino. È quanto ha deciso, con un indirizzo votato all’unanimità, la Giunta dell’Unione dei Comuni dell’Empolese-Valdesa, ribadendo quanto già espresso nella precedente legislatura.
Il nuovo progetto, presentato entro i termini previsti, dovrà essere valutato dalla Provincia di Firenze che prenderà una decisione entro il prossimo novembre. Ma sul tavolo dell’Ente c’è anche un’altra analoga proposta il cui frontespizio recita ‘Istituto Ferraris-Brunelleschi’. La scelta dell’Enriques, infatti, non piace alla preside dell’istituto empolese Daniela Mancini che ha intrapreso, ormai da mesi, un braccio di ferro con l’Unione per attivare un proprio corso di agraria.
Da parte dell'Unione c’è però un diktat: nell’Empolese Valdelsa ci sarà un solo istituto agrario, su questo non si faranno passi indietro.
- La ‘riunione’ tra i rappresenatnti della Giunta, genitori e Daniela Mancini (foto gonews.it)
- La ‘riunione’ tra i rappresenatnti della Giunta, genitori e Daniela Mancini (foto gonews.it)
- La ‘riunione’ tra i rappresenatnti della Giunta, genitori e Daniela Mancini (foto gonews.it)
Oggi, lunedì 6 ottobre, proprio durante la conferenza stampa presso l’Unione dei Comuni in cui si sarebbe ufficializzato il progetto per l’Enriques, la preside del Ferraris-Brunelleschi si è presentata nella sede dell’Unione per avere un colloquio con i rappresentanti della Giunta: con lei i genitori e alcuni ragazzi iscritti al nuovo percorso sperimentale con ‘indirizzo agrario’ attivato quest’anno presso l’istituto empolese e a cui sono iscritti già 23 studenti. A riceverli Giulio Mangani, Alessio Falorni e Giacomo Cucini, sindaci di Montespertoli, Castelfiorentino e Certaldo. Mangani era presente per la delega di zona all'agricoltura, Cucini per quella alla cultura.
Una forzatura, presentarsi ad una conferenza stampa non aperta al pubblico, che è sintomatica dei dissapori in corso. La riunione, durata circa un’ora, è rimasta off limits per la stampa e i toni non sono stati dei più sereni.
E non c’è da meravigliarsene: in piena legittimità, infatti, la preside ha attivato questo percorso con indirizzo agrario. Non si tratta in realtà di un istituto agrario vero e proprio, ma di un indirizzo sperimentale all'interno di geometra.
Ma, a quanto si aspettavano i genitori, il corso doveva trasformarsi in un istituto agrario a tutti gli effetti. Per farlo, però, serve l’autorizzazione della Provincia: ecco il bandolo della matassa. Se infatti la Provincia darà l’ok per il nuovo corso dell’Enriques e il progetto per il Ferraris fosse definitivamente messo da parte, i ragazzi si troverebbero iscritti ad un corso ‘sbagliato’ rispetto alle proprie aspettative di studio: a quel punto l’unica soluzione sarebbe fare due anni nell’istituto empolese (essendo i due corsi di studio simili per i primi 18 mesi) e poi cambiare sede.
Una situazione paradossale che, al momento, non sembra avere soluzioni certe.
- La conferenza stampa (foto gonews.it)
- La conferenza stampa (foto gonews.it)
- La ‘riunione’ tra i rappresenatnti della Giunta, genitori e Daniela Mancini (foto gonews.it)
Premettendo che la decisione passa dalla Regione, la quale paradossalmente potrebbe bocciare entrambi i progetti, l’Unione non ha alcuna intenzione di scendere a compromessi con la preside Mancini.
“La nostra scelta – spiega Mangani – è stato il frutto di una scelta strategica chiara e ponderata. Abbiamo tenuto conto della vocazione agricola del territorio, della presenza di una struttura scolastica idonea e della compresenza di un istituto alberghiero che ha già una rete di relazioni con aziende locali”.
“Non ci sono le condizioni – continua – per avere due istituti: noi vogliamo costruire una struttura di eccellenza che valorizzi la filiera agroalimentare e non scendiamo a patti”.
L'Unione accusa la preside Mancini di aver "presentato qualcosa che non aveva", cioè di aver fatto iscrivere i ragazzi a un “corso che veniva venduto per qualcosa che non è”, come spiega Falorni.
“È lecito – continua – organizzare un nuovo percorso sperimentale, ma solo a patto di presentarlo per ciò che realmente è. Il corso a cui si sono iscritti i ragazzi non è un indirizzo agrario.”
Dal canto suo la preside Mancini non ci sta: “Abbiamo presentato la domanda per attivare il corso e non capisco perché loro sì e noi no. Qui ci sono logiche personalistiche. Abbiamo preso contatti con le aziende, ci siamo preparati al meglio per creare un corso valido e ci siamo riusciti”.
“Faccio un appello ai sindaci dei Comuni dell’Empolese– continua – perché non si stronchi il sogno di quei ragazzi che si sono iscritti al nostro corso”.
- La conferenza stampa (foto gonews.it)
- La conferenza stampa (foto gonews.it)
- La conferenza stampa (foto gonews.it)
A rimetterci in questa situazione, quasi sicuramente, saranno proprio i ragazzi: se, come voluto dall’Unione dei Comuni sarà solo l’Enriques ad attivare un corso di agraria, i 23 studenti dell’Ferraris-Brunelleschi si troverebbero a dover cambiare scuola (gli istituti agrari toscani sono a Pescia, Firenze o Siena) e ad avere, forse, una preparazione non all’altezza.
Se però fossero attivati due corsi analoghi, soluzione che l'Unione non prende neanche in considerazioni, ci troveremmo nel paradosso di un'istituzione locale che decide in materia di organizzazione didattica del territorio e di una scuola che, a torto o ragione, fa iscrivere 23 ragazzi ad un indirizzo sperimentale promettendo di riuscire ad ottenere la 'conversione' in un istituto agrario mettendo poi l'istituzione davanti alla scelta di penalizzare o meno 23 studenti.
Bisognerà aspettare, ma la rassicurazione dell'Unione dei Comuni che "i ragazzi sono fuori discussione, faremo di tutto perché l'errore di qualcuno non cada su di loro" sembra un po' vacua. Se è vero che l'Unione "è stata messa strumentalmente davanti al fatto compiuto", come accusa Mangani, ora servono comunque soluzioni serie e concrete: a rimetterci potrebbero essere gli studenti.
Giovanni Mennillo
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