
Andrea Bartolini e Mauro Pagnini non sono i soli, e nemmeno i primi, ad aver chiesto la convalida delle nozze tra coppie omosessuali in Toscana. Nel lontano 2009, Barbara Monti, 37 anni, e Michela Cioni, 40 anni, due ragazze di San Miniato da tempo fidanzate e conviventi, chiesero al sindaco Vittorio Gabbanini di sposarle
L'iniziativa nacque con nome di 'Mille Chiamparino', come l'ex sindaco di Torino che ha celebrato un matrimonio 'simbolico' tra due lesbiche. Le due samminiatesi provarono ad importare la richiesta sui colli del tartufo, ma il primo cittadino negò la possibilità sotto il profilo istituzionale
La storia fece un po' scalpore ma rimase comunque ferma a livello regionale. Nel frattempo sono passati cinque anni, e alla porta della casa delle due donne è stato appeso anche un fiocco azzurro
Enea, questo il nome del bimbo, ha adesso otto mesi, ed è nato tramite inseminazione artificiale in Spagna. Barbara è la madre naturale. Il proposito di sposarsi è ancora in testa, ma adesso è necessario "aspettare che Enea sia un po' più grande per poterlo portare con noi"
Le due però non sono rimaste a guardare. Fanno parte di Famiglie Arcobaleno, l'associazione di genitori omosessuali. Partecipano a workshop ed eventi "soprattutto di ricerca", afferma Barbara, "prossimamente andremo al convegno nazionale dove ci saranno dei legali che spiegheranno a che punto siamo a livello giuridico riguardo le adozioni
A fine agosto infatti il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso presentato da una coppia lesbo per ottenere l'adozione della figlia da parte della mamma non biologica. Una sentenza storica che potrebbe essere preso come precedente per futuri processi.
Ritornando alla situazione attuale, Barbara è rimasta stupita dal fermento delle amministrazioni comunali, prevalentemente della provincia di Firenze, sul riconoscimento delle nozze gay all'estero.
"Al momento non vogliamo sposarci per la cerimonia in sé, vogliamo fare qualcosa che sancisca i nostri diritti, dato che come cittadini rispettiamo sempre i doveri imposti", ha spiegato Barbara.
"Non vogliamo il pezzo di carta, vogliamo che se una tra noi due venga a mancare nostro figlio potrà avere un po' di stabilità. Vogliamo i nostri diritti", ha chiuso Barbara.
E alla domanda "Sarete disposte a cambiare comune nel caso in cui vicino a voi questo riconoscimento fosse valido?", Barbara non saprebbe rispondere: "Mi dispiacerebbe appoggiarmi ad un altro comune, da dieci anni viviamo qui". In ogni caso "non preferiamo il matrimonio alla costituzione come coppia di fatto, basterebbe raggiungere dei risultati", ha concluso Barbara.
Elia Billero
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