Crisi dei musei: "flussi impietosi" per Nannipieri, altri i problemi secondo i diretti interessati

Il giornalista Luca Nannipieri e il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini

Il saggista e opinionista di Panorama e Il Giornale, Luca Nannipieri, rende noti i numeri della crisi dei musei pubblici lucchesi e accusa l'amministrazione di Lucca di non promuovere il patrimonio storico-artistico che possiede:

"A Lucca il turismo internazionale non c'è, se non a gocce. Non lo dice un politico fazioso, lo dicono i numeri.  L'anno scorso solo 3.388 persone hanno visitato pagando il Museo di Villa Guinigi (cioè 9 persone al giorno) e 5843 sono andate a Palazzo Mansi (cioè 16 persone paganti al giorno). L'incasso lordo annuale di tutti e due i musei è di 33.531 euro (Fonte Mibact). Cioè i due maggiori musei cittadini, che hanno opere di autori di richiamo mondiale come Raffaello, Donatello, Pontormo, Tintoretto, ma che rimangono incomprensibilmente chiusi due giorni alla settimana (anche la domenica), incassano 91 euro lordi al giorno. Se una pizzeria avesse questi incassi chiuderebbe dopo due mesi. A questi musei, si aggiungono la triste e alterna vicenda del Museo del Fumetto e il numero non così strabiliante di visitatori al Museo Puccini (intorno ai 30.000, dove però non è chiara la ripartizione tra pubblico pagante e gli ingressi gratuiti).

I flussi turistici sono naturalmente incomparabili con Firenze, ma sono anche incomparabili con Pisa: attorno alla pisana Piazza dei Miracoli, che dista mezz'ora dal centro di Lucca, ruotano circa 3 milioni di turisti l'anno. Lucca riesce ad intercettarne solo una piccola parte, fermandosi, secondo le stime, sulla magra cifra che oscilla tra i 530.000 visitatori e il milione. Sono numeri impietosi per un patrimonio storico-artistico così straordinario e per una delle più belle città d'Italia. L'amministrazione attuale finora tace su queste carenze. Ma con questi numeri Lucca rischia di scomparire presto dalla geografia del turismo mondiale".

Dopo che questi numeri sono stati pubblicati sul quotidiano La Nazione (17 agosto), si sono scatenate reazioni, polemiche, che sono arrivati sui giornali nazionali.

Interviene duramente la direttrice dei Musei Nazionali Antonia D'Aniello: "Fare un confronto tra quanto guadagna un museo e quanto guadagna una pizzeria è improprio. I musei nazionali di Lucca non sono adatti a contenere grandi pubblici e sono a disposizione di gente che non ha fretta per gustarsi uno strumento per comprendere la storia culturale degli ultimi secoli. Servirebbero altri dipendenti, che non è possibile avere, ed ecco perché alcune stanze sono chiuse alle visite, ma ripeto la missione primaria di un museo non è quello di fare soldi come una pizzeria".

Interviene anche Antonio Parpinelli, presidente del Museo Lu.C.C.A: "Cosa non funziona nei musei statali? Forse c'è poco appeal e non certo per le cose esposte, mancano la pubblicità e la formazione per l'accoglienza al pubblico, aspetti dei quali non si può prescindere".

Rende pubblica la sua posizione anche Maria Aloi, direttrice del Museo della Tortura di Via Fillungo: "Ho letto i dati dei musei pubblici e sono rimasta sconvolta. Sono cifre che dicono tutto in una città come Lucca, dove però si fa ben poco per attirare flussi di visitatori".

E così Maria Pia Bertolucci, a capo della cooperativa che gestisce il complesso museale del Duomo, replica a Nannipieri: "I musei dello Stato in realtà piccole come Lucca non possono essere gestiti così. Bisogna veramente cambiare".

Reagisce anche Giuseppe Bulleri, proprietario del Museo della Domus Romana: “Se i beni culturali fossero gestiti con criteri imprenditoriali e supportati da idonei piani di promozione, sono in grado di generare cultura, economia e crescita sociale. Che il sistema delle soprintendenze sia palesemente obsoleto e anacronistico è un dato di fatto”.

Replicano anche gli Amici dei Musei: "Le strutture museali della città si possono tenere aperte tutti i giorni e possono avere più entrate economiche solo se coinvolgiamo di più il volontariato culturale".

 

Ufficio stampa

Centro studi umanistici dell'abbazia di San Savino

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Fonte: Centro studi umanistici dell'abbazia di San Savino - Ufficio Stampa

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