La guerra come incubo di cui liberarsi, i volti disperati delle sue vittime, la necessità di organizzare lotte per fermarla, le visioni serene di un mondo finalmente pacificato e i simboli di quella pace, segni di un altro mondo possibile. Sono i messaggi diffusi dai manifesti del Novecento utilizzati dai movimenti contro le guerre, esposti a Palazzo Medici Riccardi, nella sala Barducci, fino al 6 dicembre, nell’ambito della mostra dal titolo “Cessate il fuoco. Descrivere la guerra sognare la pace”.
Molto tempo prima dell’avvento della televisione, di internet e delle nuove tecnologie informatiche i manifesti erano già una forma di comunicazione di massa, ampiamente utilizzata. Essi non raccontano solo di coloro che progettavano quei manifesti, ma anche delle persone a cui furono indirizzati.
Utilizzando i manifesti, il Centro studi movimenti ha sviluppato una vera e propria ricerca sull’iconografia dei movimenti del Novecento contro le guerre, riproponendo il fascino della combinazione di illustrazioni, segni, colori, metafore e riferimenti linguistici.
La mostra si articola in 36 manifesti, suddivisi in cinque sezioni: Incubi, Vittime, Lotte, Visioni e Segni. Ognuna di esse si apre con un pannello introduttivo che guida alla comprensione dei manifesti esposti.
I manifesti provengono dagli archivi del Centro studi movimenti di Parma, della Fondazione Archivio del Manifesto Sociale di Roma, dell’Istituto Gramsci Emilia-Romagna di Bologna e della Casa per la pace “La Filanda” di Casalecchio di Reno (Bo).
Fonte: Provincia di Firenze
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