Ex Ceramiche Fanciullacci, un vincolo paesaggistico blocca il progetto: si attende il parere della Soprintendenza. Ecco un sopralluogo nell'area

L'ex Fanciullacci (gonews.it)

Bisognerà attendere la decisione della Soprintendenza per i beni architettonici prima di poter valutare una qualunque tipo di progetto per l'area dell'ex Ceramiche Fanciullacci nel cuore di Montelupo Fiorentino. Il sito, comprato dal Comune nel 2004 per la cifra di 650mila euro, è ancora un rudere di 3300 metri quadrati situati a pochi metri dal centro della città e dal Parco dell'Ambrogiana. A fermare l'intero progetto di rivalorizzazione un vincolo paesaggistico su cui la Soprintendenza dovrà dare un parere.

Ma 10 anni sono pur serviti a qualcosa: è questo quello che il Comune ha voluto ribadire con forza, oggi giovedì 7 agosto, convocando la stampa per un sopralluogo all'interno della fabbrica.

Infatti l'area è stata completamente bonificata in modo da permettere i rilevamenti e le analisi di rischio sulla struttura. Le coperture in amianto sono state smaltite, l'edificio è stata puntellato e l'interno svuotato dei macchinari e di rifiuti vari. Il costo delle operazioni è stato di circa 130mila euro.

Il Comune, inoltre, ha voluto confermare la volontà nel cercare nel più breve tempo possibile di rivalorizzare l'area, anche attraverso un percorso partecipato con i cittadini per deciderne la destinazione.

Al sopralluogo erano presenti il sindaco Paolo Masetti, l'architetto Riccardo Manetti, il geometra Gianni Vinci, l'architetto Emanuele Laurea e alcuni membri del consiglio comunale.

Dopo l'acquisto, nell'aprile del 2004, le amministrazioni hanno dovuto far fronte a due problemi inerenti la struttura: da una parte c'era la bonifica dell'area e i relativi costi, dall'altro i vincoli che la struttura possedeva.

Tralasciando un giudizio di merito sulla scelta da parte dell'Amministrazione Montagni di acquistare un lotto di questo valore, è innegabile che ci sia stata scarsa progettualità. Nel 2004, ad esempio, una delibera destinava l'area a zona residenziale, ma la mancanza di fondi e le difficoltà tecnico-burocratiche hanno di fatto arrestato ogni progetto.

Nel 2009 la prima conferenza dei servizi con Circondario Empolese-Valdelsa, Arpat e Asl 11 ha posto le basi per iniziare le prime fasi della bonifica: ad oggi la struttura è sicura e si può iniziare a programmare la seconda fase di valutazione per decidere la destinazione che si vorrà dare all'area: "Attualmente - spiega il sindaco -le possibilità sono infinite"

A complicare la situazione ci sono appunto alcuni vincoli. Prima di tutto l'edificio era considerato un bene culturale, quindi non poteva essere demolito. Sotto le sollecitazioni del Comune, la soprintendenza nel 2010 ha sancito che l'edificio non era considerato tale.

Ma è un altro vincolo, quello paesaggistico, a rendere attualmente impossibile ogni progetto futuro. La commissione paesaggio del Comune ha chiesto che la soprintendenza rivalutasse anche questo aspetto in quanto l'edificio, semmai, può essere considerato 'un ostacolo' per la visuale del Parco dell'Ambrogiana e del paesaggio circostante. La Soprintendenza dovrà dare risposta entro 60 giorni. Ogni piano per l'area passa da qui.

"Aspettiamo la decisione della Soprintendenza - spiega il sindaco Masetti - poi ci impegneremo con tutta la cittadinanza per capire cosa fare di quest'area che è posta in una posizione strategica per Montelupo. Un'area vicino alla Villa e al centro che è ideale per realizzare qualcosa di importante".

Intanto il Comune ha reso noto di aver sottoscritto un accordo con la Regione: l'Ente metterà a disposizione del Comune un gruppo di esperti altamente qualificati, selezionati con bando pubblico, che supporteranno i tecnici comunali nella redifinizione delle caratteristiche dell’area e nella sua riprogettazione urbanistica. L'accordo, inserito nel Piano di Rigenerazione urbana in Toscana, non prevede però nessun finanziamento economico, ma certamente è un riconoscimento dell'importanza di quest'area. Per veri e propri finanziamenti, europei o regionali che siano, il Comune dovrà sondare altri canali.

L'Amministrazione dovrà fare i conti anche con un altro problema: una parte dell'ex Fanciullacci è in mano ad un privato. Questo si è rifiutato di attuare le stesse operazioni di bonifica realizzate nella parte di competenza dell'Ente: per intendersi l'amianto è ancora li. Il Comune non ha nessun potere per imporre queste operazioni, o quantomeno dovrebbe poi aver pronti i fondi per farlo di tasca propria. Di proprietà privata si tratta, quindi tutto resta così com'è.

"A breve - rassicura Masetti - avvieremo un dialogo con la proprietà per tentare di arrivare ad un accordo che, almeno, passi per la bonifica di quella parte della struttura".

Lo scenario di una vaorizzazione dell'area, esclusa la parte privata, resta, però, una possibilità concreta.

IL SOPRALLUOGO