
Anche per Luca Fiaschi l'esperienza decisiva è stata quella dell'Erasmus. Quando è partito per Heidelberg lui stesso ammette che “la Germania non sapevo neppure dove fosse”. Poi un professore dell'Università gli ha proposto di fare il dottorato di ricerca con lui e tutto è cambiato, anche la materia di studio. Adesso Luca è a Berlino e oltre a raccontarci la differenza fra le università, dice qualcosa anche della ricerca di lavoro della sua ragazza, anche lei italiana in Germania. E non sono tutte rose e fiori.
Nome: Luca
Cognome: Fiaschi
Anni: 28
Cresciuto a: Prato
Studi: Liceo scientifico Copernico di Prato. Laurea di primo livello in Fisica all'università di Pisa, specialistica in biofisica all'università di Tor Vergata a Roma.
Residenza e professione: vive a Berlino, dove lavora in un'azienda che si occupa di online advertisment
Precedenti esperienze all'estero: Nel 2010 è andato all'università di Heidelberg in Germania per un progetto Erasmus che copriva l'ultimo anno di università.
La frase: qua l'università funziona molto meglio, rispetto a Roma dove è ridicola; tanto che ci piove dentro.
L'INTERVISTA
Quando sei partito per andare a fare l'Erasmus a Heidelberg sapevi che saresti rimasto all'estero?
No, in realtà io avevo sempre voluto fare l'esperienza dell'Erasmus, ma solo quello. Inoltre volevo andare via da Roma, dove avevo vissuto per la laurea specialistica ma che nei primi sei mesi mi era piaciuta pochissimo. Vivevo lontano dal centro, e per questo vivere era complicato. Quindi avevo fatto domanda per l'Erasmus un po' perché volevo farlo e un po' perché volevo andare via da Roma. Sono andato in Germania perché era ben collegata con fisica. Lì ho fatto la mia tesi di laurea e il mio professore mi ha chiesto di rimanere per un dottorato di ricerca. Però onestamente, quando sono partito per l'Erasmus, la Germania quasi non sapevo che esistesse. Tutti i miei coetanei volevano andare a Londra.
Cosa ti ha convinto a restare in Germania?
Innanzitutto il fatto che qua l'università funziona molto meglio, rispetto a Roma dove è ridicola; tanto per capirci ci piove dentro. Qui invece è moderna, ben organizzata e ti insegnano a prenderti delle responsabilità, a fare dei talk e a leggere gli articoli scientifici, cosa che in Italia non avevo mai fatto. In Germania ho conosciuto il mondo della ricerca e dei computer. Io ero un biofisico e ho visto che li facevano cose molto computazionali, e mi sono piaciute. Ho dunque svolto un dottorato di ricerca a età fra fisica e informatica. Infine mi piaceva molto vivere ad Heidelberg, una città di 40mila abitanti molto carina.
Secondo la tua esperienza oltre al fatto che ci piove dentro, sono altre differenze importanti da segnalare, fra le università italiane e quelle straniere?
Innanzitutto gli insegnanti. Gli italiani che ho conosciuto io pensavano di avere la scienza infusa, in Germania sono molto più disponibili e avvicinabili. Puoi dirgli che secondo te loro hanno sbagliato e iniziare un dialogo fra pari, anche se essendo molto preparati è difficile coglierli impreparati. Infine il rapporto con il mondo del lavoro, in Germania è molto stretto. Io durante il mio dottorato ho lavorato per Bayer e per Bosch e alla fine ho ricevuto offerte di lavoro da entrambe le aziende, anche se ho rifiutato perché non era quello che volevo fare.
Adesso a Berlino cosa fai?
Lavoro in un'azienda che si chiama Rocket Internet ed è una startup incubator, un'azienda che costruisce altre startup. Zalando, per esempio, è stata fondata da loro, o anche Citydeal. Io mi occupo di online advertisment, che funziona così: i messaggi pubblicitari che mandi agli utenti sono decisi in tempo reale da un sistema basato su quanto sei deciso a pagare per quella determinata pubblicità. Quindi viene la domanda: quanto te azienda sei disposta a pagare per quel determinato utente con il profilo giusto per il prodotto che vuoi vendere? Ci sono degli algoritmo particolari che cercano di ottimizzare il modo in cui le persone spendono su Internet.
Pensi di tornare a lavorare in Italia?
Il mondo del lavoro in Italia mi sembra abbastanza problematico (l'espressione originale era stata molto più colorita, ndr). Nel mio settore la maggior parte delle posizioni sono pagate poco e poco qualificanti. Quindi mi piacerebbe tornare in Italia, ma non per lavorare. Magari lo farò a una certa età per aprire un agriturismo (ride). Il mio lavoro non credo proprio che tornerò a farlo in Italia. Anche la mia ragazza che è italiana è qui e la pensa come me. Devo però aggiungere che per lei non è stato facile trovare lavoro qui in Germania. Se non hai delle qualifiche molto alte qui non è semplice trovare lavoro e lei, che è una linguista, ha avuto qualche problema. Anche se alla fine ha trovato, mentre in Italia non aveva trovato niente.
Il voto alla tua vita adesso e uno alla tua vita in Italia prima di partire.
Allora, qua adesso va bene. Vivo in una bellissima città nella quale mi sono trasferito da poco, e faccio un lavoro che mi piace e per il quale sono pagato molto bene. Come voto direi 7.5. Quando ero in Italia invece era diverso perché ero uno studente. Roma all'inizio mi piaceva pochissimo, poi mi sono spostato in centro ed evitando il traffico vivevo molto bene. Alla fine dunque direi che in Italia darei un 8, ma solo perché non ho mai vissuto l'esperienza di lavorare. Alla fine diciamo che dò due 8, perché non sono abituato a dare 10.
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