Alessio Cecconi, da Fucecchio a Paypal

Alessio Cecconi all'Aviva Stadium di Dublino per una partita della nazionale irlandese di rugby

Toscani in giro inizia con la storia di un fucecchiese che lavora in Irlanda a Paypal. Dundalk, un paese di 37mila abitanti nel nord della Repubblica d'Irlanda, al confine con l'Ulster, non è però la prima destinazione di Alessio. La prima volta che lasciò l'Italia fu nel 2011 con destinazione Città del Capo, in Sud Africa, dove lavorò per la American Airlines.

IL RITRATTO

Nome: Alessio

Cognome: Cecconi

Anni: 39

Nato a: Fucecchio

Studi: liceo scientifico Pontormo di Empoli, laurea in economia e commercio all'Università Firenze

Residenza e professione: vive a Dundalk (Irlanda) e lavora a Paypal nel settore delle risk operations

Precedenti esperienze all'estero: Capetown, Sud Africa dove lavorava per la United airways

La frase: “Qui è un po' meno tutti contro tutti”.

 L'INTERVISTA

Che lavori hai fatto in Italia?

Dopo la laurea ho lavorato come tirocinante commercialista presso alcuni studi fra Santa Croce ed Empoli ma poi mi sono trasferito all'estero perché ho avuto opportunità più consistenti.

Hai fatto l'esame da commercialista?

No, non era cosa per me.

Perché hai deciso di andare all'estero?

All'inizio avevo bisogno di esperienze più gratificanti di quelle che stavo vivendo in Italia. Qui mi sentivo di viaggiare un po' al minimo. Il mondo del lavoro in Italia me lo aspettavo diverso, più coinvolgente. Considerati gli studi fatti, mi aspettavo qualcosa di più gratificante.

Quando sei andato all'estero per la prima volta e dove?

Nel 2011 sono andato a Capetown a lavorare per l'American airlines, cosa che ritengo una fortuna. Sono rimasto un anno e, quando la compagnia ha attraversato delle difficoltà, ho deciso di tornare in ItaIia. Avrei avuto la possibilità di andare negli Stati Uniti ma ho sentito il bisogno di tornare nella vecchia cara Europa.

Cosa ti mancava?

Forse è meglio dire cosa mi sarebbe mancato. Ci sono alcune cose che noi europei diamo per scontate e in altre parti del mondo non lo sono. Una su tutte: la sanità. In Sud Africa il diritto alla salute non è garantito per tutti.

In Irlanda come ci sei finito?

Poco prima di Natale 2012 ho fatto domanda a Paypal, quindi colloquio e assunzione: subito dopo l'Epifania 2013 ero a Dundalk. Nel frattempo avevo cercato anche in Italia e voglio raccontare una cosa che mi è accaduta in quel periodo, secondo me dimostra come all'estero non è tutto rose e fiori. Avevo avuto un'offerta di lavoro dalla compagnia di lavoro Etihad per un posto a Manchester. Il training sarebbe dovuto iniziare tre mesi dopo il colloquio di lavoro ma, a forza di rimandarlo, ho ricevuto la convocazione per l'inizio del training un anno dopo, cioè dopo molti mesi che ero già in Irlanda. Comunque avrei preferito in ogni caso Paypal.

In base alla tua esperienza, che differenza c'è fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?

“Premetto che la mia esperienza professionale italiana è limitata agli studi commerciali, quindi non è così ampia. Per esempio non conosco per esperienza personale il mondo dell'industria. Secondo me la vera differenza sta nelle prospettive, che in Italia sono quasi assenti. Qua e anche in Sud Africa sono importanti. Qui sai che impegnandoti puoi crescere. Qui nessuno entra in un'azienda pensando di poterci rimanere fino a quando vuole e fino alla pensione, però sa che impegnando e facendosi valere qualcuno lo noterà. Le cose che avrà imparato se fortunato le applicherà lì, altrimenti se perderà il lavoro troverà un mercato del lavoro più dinamico e recettivo rispetto a quello italiano. Al momento dell'assunzione viene detto che non è sicuro di poter stare lì fino alla pensione, ma l'azienda garantisce che, se per ragioni di mercato sarà costretta a ridurre la forza lavoro, aiuterà a ricollocarti. Ti senti parte di una squadra. Se dovessi riassumere tutto questo discorso direi: qua è un po' meno tutti contro tutti”.

Cosa ti manca dell'Italia?

“Innanzitutto casa è sempre casa. Poi mi mancano gli amici, il sole (che qui ce ne è pochino), la famiglia, il poter mangiare un pomodoro che sa di pomodoro e una pesca che sa di pesca. In generale, quando si è all'estero viene sempre fuori l'italianità e tutti apprezziamo il nostro Paese.

Il voto alla tua vita adesso e uno alla tua vita in Italia prima di partire

“Qui adesso dò un otto, in Italia prima di partire cinque. Anzi no, scrivi 6 meno meno che voglio essere buono”.

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