
Camminare con questo caldo? Non c'è di meglio che fare una 'volatina' in macchina in superstrada, uscire a Navacchio e in poco tempo si raggiunge Agnano.
Lasciata l'auto alla fontana prima della villa famosa che fu iniziata da Lorenzo il Magnifico poi diventata nei secoli villa e dimora, poi fattoria, in dritta nel sentiero che sale verso la chiesa. Poi una volta raggiunto il paese siamo andati a destra sino ad iniziare la bella e lunga strada bianca chiamata Tobler che da Agnano sale per km sino a Santallago passando da Campo Croce. Bella e fresca questa strada di bosco che con tanti tornanti attenua un dislivello di 500 m.l.m.
Ai lati bosco di sughera e leccio con tanti corbezzoli, in alcuni ghiaioni una fioritura di un fiore che non conosco il nome ma bellissimo. Ad ogni piazzola un pannello illustrativo del parco.
Abbiamo salito la Tobler fino a trovare il bivio per passo Pennecchio, uno sparti sentieri da dove si può andare in diverse direzioni, noi abbiamo scelto di andare alla Conserva dove si raggiunge lo 0-0, il sentiero di cresta e la strada che da passo Dante attraversa tutti i monti pisani sino a Santallago. Bello è dir poco per questo sentiero che attraversa il monte sopra al Mirteto, un antico convento ora in rovina.
Giunti alla Conserva che è un bivio siamo andati per strada e raggiunta la fonte ci siamo riforniti di buonissima acqua, da lì in salita siamo arrivati al monte del Carrara un riposino e altro strappo sino a Campo Croce.
Come non togliersi li zaini e sdraiarsi ai piedi del bosco di cedri del Libano... Ora non c'era più salita: c'era da scendere per sei km sino ad Agnano e a metà discesa come non cambiare percorso per passare dalle Polle; un posto da favola, sopra i ghiaioni. Poi d'improvviso piante secolari attorniano la fonte di un'acqua fresca ma leggermente salata.
Un lungo tratto dove ci voleva attenzione per le tante 'rocce ballerine' in un selvaggio che più non si può, poi improvvisamente l'asfalto e le prime ville nel verde della stretta valle, un centinaio di metri e la bella chiesa, il sentierino e l'auto.
Un caldo bestiale ci accoglie al ritorno ma lassù sui monti pisani ci stavamo da dio anche se abbiamo camminato 7 ore.
- (foto d’archivio)
Maresco Martini