
Da sinistra Alberto Casini, vicesindaco di Vinci, Claudia Peruzzi, ingegnere e il presidente della Misericordia di Vinci
Sarà inaugurato sabato 5 aprile dopo anni di lavori e di una chiusura forzata. L’opera in oggetto è il teatro della Misericordia di Vinci, al parco della Rimembranza. L’appuntamento è alle 17 per il taglio del nastro: un teatro da 150 posti (che potrebbe salire a 200 con l’utilizzo della galleria e lo spostamento della cabina) e che vedrà adesso un incontro fra l’amministrazione comunale e la stessa Confraternita per l’aggiornamento della convezione e gestione della piccola ‘bomboniera’.
Intervento cominciato nel 2009 e chi si è chiuso così dopo anni di lavori, “troppi” come ha spiegato il vicesindaco Alberto Casini: “In un paese normale si sarebbero fatti in 365 giorni”. Alla cerimonia parteciperanno l’ingegner Claudia Peruzzi, l’onorevole Dario Parrini.
Si prevede un concerto della filarmonica ‘Leonardo da Vinci’, alle 18 una performance teatrale e il saluto di Alessandro Benvevuti, da sempre affezionato al territorio e protagonista con il suo spettacolo 2 anni fa ad Anchiano, dove rimase sorpreso dal teatro naturale. Al momento non è stata quindi prevista una stagione teatrale: il primo step da fare era quello di procedere alla riapertura del teatro con una operazione che è costata 705mila euro, adesso si pensa al progetto del terzo lotto che, con il solo spostamento della cabina, ammonterebbe a 80mila euro.
“Sono investimenti difficili quelli che abbiamo cantierato, in paese dove solo dalla Regione si possono avere fondi per poter realizzare questi restauri e ammodernamenti. Adesso si aprono nuove opportunità per conferenze, manifestazioni teatrali, summer school, saggi delle scuole”. La lettura vinciana resta in biblioteca ma con l’apertura di questo spazio potrebbero esserci delle novità.
Storia
Nel 1954 l’Arciconfraternita della Misericordia acquistava dal Demanio dello Stato un teatro posto all’estremità sud-occidentale del borgo, costruito a partire dal 1928 come Cinema Teatro della Casa del Fascio.
Il complesso, oggi noto come “Teatro dell’Arciconfraternita della Misericordia”, ha subito numerosi interventi nel corso di tutto il ‘900 che ne hanno in parte modificato l’assetto originario; tali vicende sono state puntualmente ricostruite nella scheda redatta da Mario Bencivenni nell’ambito del “Censimento documentario e architettonico” dei teatri storici della Toscana, promosso dalla Giunta Regionale nel 1989-95 e coordinato da Elvira Garbero Zorzi e Luigi Zangheri: sappiamo dunque che già nel 1930 la copertura della sala, capace di ospitare 210 persone, fu oggetto di restauri e che nel 1931 fu l’Amministrazione comunale ad acquistare macchinari cinematografici, scenari e altre attrezzature a patto che l’edificio (e quanto esistente all’interno) rimanesse poi di proprietà comunale; il Comune tuttavia non divenne mai proprietario dell’immobile che restò al Partito Nazionale Fascista fino al 1945, per passare poi al Demanio e quindi, come sopra ricordato, alla Misericordia.
Recenti studi e ricerche in corso permettono di inserire quest’opera in un periodo molto importante per la storia di Vinci, ovvero in quel particolare momento in cui prendono avvio una serie di iniziative volte alla creazione della “città di Leonardo”, secondo temi e suggestioni maturate negli anni ’70-’80 dell’800. Infatti, proprio nella seconda metà degli anni ’20 del ‘900, per iniziativa del vinciano Alessandro Martelli, ministro del Governo Mussolini, Vinci veniva interessato da una serie di restauri improntati ad un gusto neomedioevale e neorinascimentale, come se all’eccellenza dell’uomo Leonardo dovesse corrispondere un “paese d’autore”, una “patria d’autore”.
In questa stagione di lavori, che hanno inciso fortemente sull’immagine urbana di Vinci, si collocano i primi progetti di restauro del castello dei Conti Guidi, il ripristino della Casa Natale di Anchiano, la rifunzionalizzazione degli spazi pubblici del borgo e la ricostruzione della chiesa di Santa Croce; rientrano a pieno titolo in questo rinnovamento della scena urbana anche la costruzione della Villa Martelli, della Scuola Elementare (oggi sede dell’Irsoo) e proprio quella del teatro della Misericordia: nei primi due casi è ben documentata la presenza di Adolfo Coppedè, architetto di importanza nazionale chiamato a Vinci da Martelli cui era legato da una profonda amicizia. E’ noto inoltre che intorno al 1928 lo stesso Coppedè elaborò alcuni progetti, rimasti sulla carta, per “la Casa del Fascio” di Vinci. In attesa di nuove ricerche, rese oggi possibili dal completo recupero dell’Archivio Coppedè depositato presso l’Archivio di Stato di Firenze, è suggestivo ipotizzare la partecipazione dell’architetto fiorentino almeno alle vicende iniziali del teatro della Misericordia, elemento importante di un ‘disegno’ più vasto che avrebbe portato alla rinascita di Vinci, come città Natale di Leonardo.
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