Commercio: in Toscana sciopero unitario per Natale, Santo Stefano e Capodanno

Anche quest'anno arriviamo al periodo natalizio senza che la Legge sulle Liberalizzazioni sia stata modificata. Giace in Parlamento senza che il Governo e i partiti facciano passi decisivi per dare risposte alle richieste degli oltre 2 milioni di lavoratori del commercio che chiedono di modificare la legge che ha introdotto il sempre aperto, 365 giorni l'anno, 24 ore su 24.

Ritornando a mettere regole a un settore, il commercio, che è l'unico in Italia che non ne ha.Il Decreto Monti contrariamente a quanto “venduto”, non ha portato né occupazione, né incrementi delle vendite, né salari più alti, anzi sono diminuiti i salari perché la domenica è diventato spesso lavoro ordinario, sono diminuiti i posti di lavoro perché le aziende hanno licenziato e chiuso i negozi a causa della crisi dei consumi.

Lo diciamo da sempre, vanno tutelati e creati i posti di lavoro e aumentati i salari, solo così si aumentano i consumi: mancano i soldi da spendere non le occasioni per farlo. Con le liberalizzazioni sono solo peggiorate le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori che non riescono più ad avere una vita lavorativa che gli permetta di coltivare e realizzare una vita sociale dignitosa, che possa conciliare il lavoro con la famiglia, i figli , gli affetti.

Per queste ragioni chiediamo a tutti di non fare acquisti - neppure online - nelle prossime festività. Per non alimentare un consumo senza regole sulla pelle e sulla vita di tante e tanti lavoratori. Per questo Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL della Toscana dichiarano astensione e sciopero (a garanzia dei lavoratori che vorranno fermarsi) per le Festività del 25, 26 dicembre e 1° gennaio.

Sottolineando quanto molte sentenze hanno sancito: il lavoro nelle festività civili e religiose individuate dal Contratto nazionale non è un obbligo e il lavoratore non può essere comandato al lavoro senza il proprio assenso.

Fonte: CGIL Toscana Ufficio Stampa

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