Il Cospe chiede che non venga aperto un nuovo centro per il rimpatrio in Toscana


COSPE deplora l’adozione da parte del consiglio comunale di Firenze (del 4 dicembre scorso) della mozione che sostiene la richiesta di aprire un centro di permanenza per il rimpatrio in Toscana, rispondendo così favorevolmente alla disponibilità già espressa dal Sindaco di Firenze di ospitare questa struttura sul territorio comunale.

La soluzione all’immigrazione irregolare di coloro che non hanno avuto riconosciuto il diritto all’asilo non sta nella reclusione di queste persone in centri da cui poi vengono rimpatriati. Molte di queste persone provengono da paesi dittatoriali o le cui risorse sono state depredate da classi dirigenti corrotte oppure da società multinazionali che praticano il land grabbing e il water grabbing.

Si tratta di paesi in cui il tasso di urbanizzazione e di abbandono delle campagne è molto elevato, e dove i diritti fondamentali sono calpestati. In questo senso, COSPE ha iniziato sia da tempo un lavoro di documentazione delle pratiche di espropriazione delle risorse (molta documentazione è raccolta nel portale watergrabbing.it) sia un lavoro mediatico per denunciare la scarsa informazione che viene offerta nel nostro Paese sulla situazione dei paesi di origine dell’emigrazione che interessa l’area mediterranea e l’Europa (è stato da poco presentato il rapporto “Illuminare le periferie” in collaborazione all’Osservatorio di Pavia).

Puntare sui rimpatri in assenza di altri canali di accesso come le quote di accesso per ragioni economiche, anche stagionali, o di corridoi umanitari per chi fugge da paesi fortemente instabili e violenti è una falsa soluzione.

Inoltre tutte le ricerche svolte e le inchieste condotte sui centri di detenzione per migranti in Italia e fuori dall’Europa mostrano che questi centri sono luoghi di violazioni sistematiche dei diritti fondamentali nonché una costosissima e inefficace pratica di contenimento e gestione delle migrazioni.

Dobbiamo e possiamo continuare ad essere la regione dalle forti tradizioni di ospitalità e solidarietà, che ha indicato e sperimentato da tempo politiche efficaci in merito all’accoglienza diffusa e sostenuto lo sforzo per rendere questo modello replicabile in Italia e in Europa.

La mozione adottata rappresenta un passo indietro preoccupante rispetto alle politiche locali e un segnale di debolezza istituzionale contro la riemersione di nuovi fascismi che proprio sul razzismo e la xenofobia in Italia e in Europa fanno leva.

Chiediamo al Comune di Firenze di non dar seguito alla mozione e sollecitiamo la convocazione di un tavolo di confronto con le associazioni del territorio che si occupano di migrazione, mettendoci a disposizione per una facilitazione e il coordinamento di tali realtà.

Fonte: Cospe

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