Morì in campo a Ponte a Elsa per un malore, le prime testimonianze del processo

La prima testimonianza nel processo per la morte di Giovanni Conte, 40enne di Roffia colpito da un malore nel campo di Ponte a Elsa (Empoli) durante una partitella con degli amici, è stata riservata alla moglie, poi seguirà all'allenatore della squadra in cui Conte faceva parte. Lo riporta il quotidiano 'La Nazione' di oggi, venerdì 1 dicembre. Sono passati poco più di due anni: era il primo settembre 2015 quando avvenne la fatale tragedia. A processo adesso c'è il presidente della società, accusato di omicidio colposo. Conte non si allenava da tempo, non era tesserato e scese in campo senza certificato medico. La notizia colpì all'epoca tutto il mondo del calcio amatoriale, che si impegnò per garantire la presenza di apparecchiature salvavita come il defibrillatore.

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