Detenuto aggredisce un poliziotto penitenziario a Sollicciano, il SAPPE: "Escalation senza fine"

Venerdì di violenza nel carcere Sollicciano di Firenze, dove si è consumata l’ennesima aggressione da parte di un detenuto ai danni di personale di Polizia Penitenziaria. Questa volta, il protagonista è un detenuto di nazionalità nigeriana.

A dare la notizia è Pasquale SALEMME, segretario nazionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “L’uomo, con problemi psichiatrici e ristretto nella Sezione VI del Reparto Giudiziario, ha aggredito per motivi incomprensibili l’Agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella sezione detentivo, che è dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso cittadino. Sembra che voleva autonomamente andare in Infermeria, senza spiegarne motivi e senza essere accompagnato. Questa è l’ennesima aggressione che si registra in un carcere della Toscana e dovrebbe fare seriamente riflettere sulla necessità di adottare opportuni provvedimenti per scongiurare ulteriori fatti violenti contro poliziotti penitenziari”.

E’ senza appello la denuncia del SAPPE, per voce del Segretario Generale Donato Capece: “Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Lo diciamo da tempo, inascoltati: la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento”.

Capece denuncia la correlazione tra aumento degli eventi critici nelle carceri e presenza di detenuti stranieri: 'E' sintomatico che negli ultimi dieci anni ci sia stata un'impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni '90 sono passati oggi ad essere quasi 20.000 rispetto alle 57mila presenze. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d'origine, come da tempo denuncia il SAPPE, può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. E credo si debba iniziare a ragionare di riaprire le carceri dismesse, come l’Asinara e Pianosa, dove contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione, come nel caso accaduto a Sollicciano”. 

Il SAPPE sollecita infine un intervento urgente delle Istituzioni e del Ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, le telecamere ed i sistemi anti intrusione ed anti evasione spesso non funzionano, le aggressioni contro i poliziotti penitenziari sono all’ordine del giorno e questo è gravissimo. I vertici del Ministero della Giustizia devono assumere urgenti e concreti provvedimenti per fronteggiare questa grave emergenza”. 

Fonte: SAPPE

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