
“La violenza di genere e il femminicidio sono una violazione dei diritti umani non solo di quella vittima, ma di tutte le donne. L’aumento di questi fenomeni registrato negli ultimi tempi segnala un trend preoccupante che rischia di assuefarci alle notizie che quotidianamente riceviamo dalla cronaca, diventando passivi di fronte alla violenza” ha affermato il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Maria Ferri in occasione della Giornata mondiale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne.
“In parte ne è complice il carattere sempre più aggressivo delle immagini che riceviamo sia in televisione che sul web, in particolare nell’ambito della pornografia, ormai di facile accesso anche ai più piccoli. La pornografia di massa e di immediata visualizzazione, si dirige sempre di più verso rapporti sessuali violenti, contribuendo così alla creazione di un’idea erronea e perversa dei rapporti di coppia, soprattutto tra i più giovani che iniziano a scoprire la loro sfera emotiva”.
“Bisogna garantire più ascolto alle donne che si trovano in quello spazio grigio che si verifica dopo la violenza: spesso le vittime, prese dalla paura e dalla vergogna, dalla speranza che le cose cambieranno e dalla convinzione di potercela fare si nascondono nel silenzio e non denunciano l’accaduto” ha continuato Ferri. I casi di violenza (aggressioni, minacce e violenze sessuali) sono ben più numerosi di quelli di femminicidio, ma l’ISTAT ha riportato un netto scarto tra coloro che effettivamente sporgono denuncia alle autorità competenti e coloro che, in anonimato, riferiscono di essere state vittime di aggressioni. “Dopo la denuncia, la donna va protetta e aiutata psicologicamente, come previsto da molti Protocolli d’Intesa che esistono tra le forze dell’ordine, le istituzioni e le associazioni vicine ai centri antiviolenza. Importantissimo è anche garantire tempo certi della giustizia, evitando di esporre a lungo la vittima: questi episodi hanno priorità nelle indagini e nei processi ed in molti uffici giudiziari è prevista un’aula di ascolto protetto, ovvero una stanza con un sistema di registrazione grazie al quale le vittime parlano in un ambiente protetto alla presenza di uno psicologo specializzato, in assenza del magistrato. In questo modo si assicura maggiore tranquillità alla vittima e la testimonianza non dovrà essere ripetuta in quanto già effettuata nei termini di legge”.
“Il percorso portato avanti negli ultimi anni dal Governo a partire dalla legge sul femminicidio ha raggiunto oggi livelli soddisfacenti e conformi agli standard europei. È stata rafforzata la misura cautelare coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare, è stato sancito l’arresto obbligatorio nei confronti di colui che sia colto nell’atto di commettere i reati di maltrattamenti e di stalking e sono state introdotte nuove aggravanti, inasprendo dunque il trattamento sanzionatorio per gli autori di violenze, come la violenza assistita, riscontrabile tutte le volte in cui la violenza a danno di familiari sia realizzata in presenza di minori, costretti ad assistervi”.
“I prossimi passi andranno nella direzione di uniformare ancora di più le politiche di contrasto al fenomeno della violenza, permettendo a ogni donna di avere gli stessi diritti e servizi” ha proseguito Ferri. “Nel 2016 è stato creato il Fondo Vittime di Reati Intenzionali Violenti che garantisce un indennizzo equo ed adeguato delle vittime. Nella legge di stabilità per il 2018 è previsto un aumento dei risarcimenti per le vittime di femminicidio e aggressioni sessuali; inoltre è stato già approvato alla Camera ed è attualmente all’esame del Senato il ddl sugli orfani di crimini domestici. Gli strumenti preventivi e repressivi esistono e funzionano ma occorre continuare con lo stesso impegno dimostrato finora, soprattutto in termini di certezza della pena. Più monitoraggio e controlli per garantire che vengano effettivamente applicate le tutele”.
“Inoltre, gli interventi devono necessariamente ambire a un cambio di prospettiva culturale, con opere di prevenzione, informazione ed educazione mirate e che coinvolgano ogni fetta della popolazione. Non può più essere un tavolo di sole donne: gli uomini, partecipando alla discussione, intraprendono un percorso di rinnovata consapevolezza sugli stereotipi imposti dalle tradizioni e dalla società”.
“Le sfide più importanti saranno rendere omogeneo il nostro sistema di prevenzione, realizzare una campagna di sensibilizzazione penetrante e trasmettere il senso di una nuova “educazione alle emozioni” a partire dalle scuole. Continuare a parlare, infine, della realtà della violenza di genere: più consapevolezza si crea nella popolazione di questo fenomeno, più coraggio acquista la vittima e più non si sente sola ma protetta”.
“L’educazione al rispetto è irrinunciabile per instaurare un'autentica cultura di reciprocità” ha concluso il Sottosegretario.
Fonte: Ufficio Stampa
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