
L'uomo ha ucciso per recuperare il suo telefono cellulare
Una persona è stata fermata nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Hamdi Fathel, il 32enne tunisino trovato morto carbonizzato nel suo letto a Piombino.
L'uomo fermato sarebbe un italiano, interrogato ieri, 24 novembre. In un primo momento si è pensato che l'omicidio fosse legato al mondo della droga e dello spaccio.
AGGIORNAMENTO
In realtà le indagini hanno appurato che il movente è legato a un cellulare, il cui proprietario è Marco Longo, uomo fermato che ha confessato di aver commesso l'omicidio. Sembra che il tunisino avesse sottratto all'arrestato un telefono cellulare del valore di 5-600 euro e che la notte in cui Hamdi Fathel è morto, Longo si sia recato a casa della vittima per recuperare il suo cellulare impugnando una pistola, una Beretta silenziata artigianalmente, per evitare di essere ferito dalla sua vittima con un coltello che possedeva e di cui Longo era a conoscenza. La procura di Livorno ha appurato che i due si conoscevano e che avevano avuto un litigio legato al valore del telefono cellulare. Fathel era legato al mondo dello spaccio e in passato Longo era stato un tossicodipendente che poi si era ripulito, rifacendosi una vita, e che adesso ha una moglie e due figli.
Longo, che adesso fa la guardia giurata, è stato fermato da polizia e carabinieri che hanno agito in un blitz notturno, mentre era in un centro estetico di Venturina. Le forze dell'ordine hanno agito in questo modo per essere certi che fosse disarmato. L'uomo è stato fermato perchè sussiste pericolo di fuga.
Nel corso dell'interrogatorio è emerso che Longo aveva confessato alle persone a lui più care di aver commesso il delitto, perché in preda ai rimorsi. Ha poi confessato di aver sparato due colpi di pistola al petto mentre Fahtel era in piedi e uno alla testa della vittima. L'ultimo colpo ha trapassato il cranio così che l'uomo lo ha recuperato per poi darsi alla fuga. La confessione combacia con gli esiti della Tac e con il modo in cui sono state poste le monete da 20 centesimi sugli occhi di Fahtel e sul modo in cui lo ha legato al letto. Longo ha poi cercato il suo telefono cellulare e una volta trovatolo ha dato fuoco all'appartamento in un tentativo di depistare le indagini cancellando ogni traccia di sé.
Le indagini a carico dell'uomo, incensurato, proseguono per escludere che vi siano altri motivi all'origine del folle gesto d'ira che ha portato all'uccisione del tunisino.
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