Concerti al Cenacolo, ecco il programma degli eventi

L’Homme Armé presenta I CONCERTI AL CENACOLO 2017, XXI edizione, Musica antica nell’area metropolitana fiorentina dal 25 ottobre – 14 dicembre 2017

L’edizione 2017 «I Concerti al Cenacolo», che l’Associazione L’Homme Armé porta avanti dal 1994 ed è la più longeva rassegna annuale di musica antica in Toscana, si svolgerà dal 25 ottobre al 14 dicembre non solo nella suggestiva sala del Cenacolo di Andrea del Sarto nel Museo di San Salvi, ma anche in altri luoghi della città metropolitana; fra il 26 novembre e il 14 dicembre restano tre date tutte a ingresso libero: domenica 26 novembre alla Chiesa di Santa Maria di Primerana che sovrasta Piazza Mino a Fiesole (ore 18), domenica 3 dicembre alla Chiesa di San Romolo di Bivigliano (ore 18) e giovedì 14 dicembre alla Badia a Settimo (ore 21).

Si tratta di luoghi che, seppur meno noti, testimoniano la lunga e complessa storia del territorio. All’interno vi sono spesso opere d’arte notevoli che, grazie anche a questi appuntamenti potranno essere riconosciuti e meglio apprezzati. Senza dimenticare che intorno a questi luoghi ci sono comunità vive alle quali questi concerti si rivolgono.

DOMENICA 26 NOVEMBRE, ORE 18.30

Chiesa di Santa Maria di Primerana

Via Santa Maria, Fiesole (FI)

Sant’Agnese. Un mistero medievale

Sacra rappresentazione del martirio di Sant’Agnese

La Lauzeta

Cristina Calzolari voce, arpa gotica, clavisimbalum

Clara Fanticini vielle - Francesco Gibellini organetto portativo, tromba da tirarsi, citola

Musiche di anonimi del XIV e XV secolo

Ingresso libero

L’edizione 2017 de «I concerti al Cenacolo» organizzati da L’Homme Armé da Domenica 26 novembre si sposta nell’area metropolitana, e comincia dalla Chiesa di Santa Maria di Primerana (via Santa Maria, Fiesole, FI; ingresso libero), che sovrasta la piazza principale di Fiesole: messa un po’ in ombra dalla cattedrale, è invece un gioiellino che merita una visita, magari arrivando con un po’ d’anticipo sull’inizio dello spettacolo che vi si terrà alle 18.30: «Sant’Agnese. Un mistero medievale», con l’Ensemble La Lauzeta. Questo non potrebbe inserirsi forse in miglior ambiente di una chiesa che giustappunto al pieno medioevo risale (già menzionata nel 966 e forse costruita su una precedente basilica paleocristiana, a sua volta impiantata su un tempio pagano; poi ampliata sempre in epoca medievale); la facciata risale alla fine del Cinquecento, con paramenti architettonici di gusto manieristico e decorazioni a graffito di Ludovico Buti; nel 1801 fu aggiunto il porticato su colonne architravate. L’interno, ad aula unica conclusa da un transetto, non ha solo una buona acustica, ma delle opere d’arte di pregio: sull’altar maggiore, una tavoletta con la Madonna col Bambino del Maestro di Rovezzano (sec. XIII); nel transetto bassorilievi di Francesco da Sangallo, uno con l’autoritratto (1542) e uno col ritratto di Francesco del Fede (1575). Ci sono anche una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia e un grande crocifisso ligneo sagomato e dipinto di scuola giottesca (XIV secolo), attribuito a Bonaccorso di Cino e alle pareti affreschi, sia pure un po’ sbiaditi, di Niccolò di Pietro Gerini, documentato dal 1368 e morto nel 1415. Uno dei punti cardine del “progetto metropolitano” è proprio questo: aiutare a richiamare, con spettacoli e concerti, l’attenzione su luoghi d’arte ingiustamente trascurati. Quello proposto domenica 26 alle 18 dagli ospiti de La Lauzeta, ensemble di giovani e valentissimi musicisti che hanno registrato anche per la BBC, è una libera riscrittura della storia di sant’Agnese ispirata a più testi di varie epoche: dall’inno Agnes beatae virginis di Sant’Ambrogio (337-397) e di papa Damaso (366-384) alla mirabile Legenda Aurea, collezione di vite dei santi redatta nella seconda metà del XIII secolo dal domenicano Jacopo da Varazze. I brani incastonati nella narrazione sono desunti quasi interamente dal repertorio dei secoli XIV e XV. Per i fedeli di ogni tempo, i miracoli e la vita dei santi costituiscono una sorta di tramite fra la terra e il cielo, al punto che la venerazione trascende la verità storiografica per alimentarne la leggenda e le gesta legate al sovrannaturale. Durante il Medioevo nacquero rappresentazioni drammatiche in versi o in prosa che, arricchite di contaminazioni profane in grado di avvicinarle a un culto popolare, diedero vita ai Misteri e alle Sacre Rappresentazioni, veri e propri spettacoli di argomento sacro – ma di stampo laico – che avevano come teatro piazze e sagrati.

DOMENICA 3 DICEMBRE, ORE 18

Chiesa di San Romolo a Bivigliano,

via della Chiesa 123, Bivigliano – Vaglia (FI) (ingresso libero)

Benedictus qui venit

L’arte del canto sacro tra Quattro e Cinquecento

L’Homme Armé

Musiche di G. Dufay, J. Ockeghem, Josquin Despres, H. Isaac, J. Mouton, J. Obrecht

Domenica 3 dicembre alle 18 nella Chiesa di San Romolo a Bivigliano (via della Chiesa 123, Bivigliano – Vaglia – FI; ingresso libero) L’Homme Armé presenta il concerto «Benedictus qui venit». L’arte del canto sacro tra Quattro e Cinquecento.

Fino al Cinquecento la musica sacra rappresentava il genere più alto della creazione musicale, un genere in cui maggiormente si esprimeva l’arte del canto. La lettura dei testi sacri richiedeva un pensiero musicale basato sull’antica tradizione del canto gregoriano, ma sviluppato in forma polifonica a volte in forme assai complesse. Tra Quattro e Cinquecento all’interno di composizioni a più voci si trovano spesso episodi a due voci, talvolta inseriti nella parte iniziale di un brano o in una sezione centrale, per sottolineare una riduzione della sonorità. Il duo, che all’epoca veniva praticato anche in forma estemporanea dai cantori esperti del tempo, rimane il fondamento della dell’arte stessa del comporre, tanto che si può sempre riconoscere come la spina dorsale di composizioni a più di tre-quattro voci. Ne va dimenticato che il momento del duo era anche un momento speciale per i cantori, che potevano mettere meglio in evidenza le loro qualità vocali, all’epoca molto ricercate, e una delle ragioni della grande migrazione dei cantanti-compositori dal nord Europa verso le corti italiane, dove, apprezzati e riconosciuti, hanno lasciato un segno fondamentale per la creazione dello stile italiano.

GIOVEDÌ 14 DICEMBRE, ORE 21

Badia a Settimo

Via San Lorenzo a Settimo, 15, Scandicci (FI) (ingresso libero)

Nunc muta omnia

La musica sacra di Heinrich Isaac nella Firenze di Lorenzo il Magnifico

L’Homme Armé

direttore Fabio Lombardo

Musiche di Heinrich Isaac

Giovedì 14 dicembre, ore 21, alla Badia a Settimo (Via San Lorenzo a Settimo, 15, Scandicci, FI; ingresso libero L’Homme Armé presenta «Nunc mura omnia. La musica sacra di Heinrich Isaac nella Firenze di Lorenzo il Magnifico».

Il programma rende omaggio, a 500 anni dalla morte, al più importante compositore attivo a Firenze a cavallo tra Quattro e Cinquecento, in particolare durante il momento di massimo splendore di Lorenzo il Magnifico. I brani scelti sono tutti, a diverso tutolo, legati alla permanenza di Isaac a Firenze e principalmente agli anni laurenziani. C’è tuttavia una relazione motivica e stilistica che lega alcuni di questi brani. La Missa “Salva nos” è costruita, com’era prassi frequente all’epoca, su una melodia preesistente, quella dell’antifona gregoriana Salva nos Christe, appartenente ai vespri per la festa della Santa Croce. In tutta la messa il motivo di quest’antifona risuona numerosissime volte, ma è il segmento finale che caratterizza molte delle sue frasi terminali, enfatizzando con una particolare cadenza il tono frigio. Ed è questo stesso motivo, e la sua elaborazione polifonica, che ritornano nel lamento Quis dabit capiti meo acquam, ripetuto numerose volte quasi in forma ipnotica: nel secondo episodio in particolare, il motivo viene ripetuto alla voce bassa in progressione discendente con le parole “et requiescamus in pace” mentre le altre due voci con figurazioni melismatiche veloci cantano “Quel lauro, sì quello, giace colpito da un improvviso furor del fulmine”. Il brano finisce con le parole “Nunc muta omnia”, ora tutto tace, a sottolineare la gravità di quel passaggio epocale per la storia fiorentina.

L’HOMME ARMÉ, fondato nel 1982, svolge un’intensa attività di ricerca e di esecuzione concertistica e discografica del repertorio, principalmente vocale, dal Trecento al Seicento, dedicando particolare attenzione al repertorio fiorentino, In questo ambito ha effettuato registrazioni discografiche come Musica a Firenze al tempo di Lorenzo il Magnifico, Regina Pretiosa: una celebrazione mariana del Trecento Fiorentino, Missa in Assumptione Beatae Mariae Virginis di Marco da Gagliano. Nel corso delle sua attività concertistica ha ripetutamente e con successo eseguito grandi opere della letteratura antica come Vespro della Beata Vergine, Intermedi della Pellegrina, Rappresentazione di Anima et di Corpo). Nel corso degli anni ha collaborato con vari musicisti e direttori quali Frans Bruggen, Andrew Lawrence-King, Christophe Coin, Andrew Parrott, Kees Boeke, Alan Curtis. Da molti anni la direzione artistica del gruppo è affidata a Fabio Lombardo.

L’Homme Armé è stato ripetutamente presente nelle stagioni concertistiche di importanti istituzioni e festival, come ad esempio Ravenna Festival, Teatro Valli di Reggio Emilia, Mart di Rovereto, Teatro Regio di Parma, Unione Musicale di Torino, Amici della Musica (Verona, Mestre, Firenze), l’Orchestra della Toscana, la Società del Quartetto di Milano, il Festival Barocco di Viterbo, il Festival Cusiano del Lago d’Orta, i Concerti del Gonfalone di Roma; inoltre Canto delle Pietre, Segni Barocchi di Foligno, Taormina Festival, Festival Monteverdi di Cremona, Anima Mundi di Pisa, Concerti al Quirinale (RAI), Teatro Grande di Brescia e svariati altri.

Negli ultimi anni, il gruppo ha sviluppato una riflessione sulle affinità tra alcune delle problematiche sollevate dalla “musica antica” e alcune forme di pensiero musicale attuale, ricercando analogie tra la ricerca della prassi esecutiva del repertorio antico e di quello contemporaneo. Tale riflessione ha stimolato L’Homme Armé ad estendere il proprio campo di ricerca ed esecuzione anche alla musica contemporanea. Ha così presentato con successo programmi molto particolari che affiancano musiche antiche e contemporanee da Dufay, Josquin, Palestrina, Janequin, Vecchi a Messiaen, Kurtag, Hersant, Lang, Sciarrino, Pezzati, Pärt, Nono, Cage, Berio; di quest’ultimo in particolare sono stati eseguite composizioni notevoli come Laborintus II, Cries of London e A-Ronne. Con questo repertorio ha partecipato tra l’altro a Fabbrica Europa, Architecture of voices (Kiev), Maggio Musicale Fiorentino, Tempo Reale Festival.

Fonte: Ufficio Stampa

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