
A margine del convegno sulla ricerca in corso oggi al Teatro della Compagnia, il presidente della Toscana Enrico Rossi anticipa la buona notizia che darà poi anche dal palco. "Agli oltre cinquanta milioni di fondi nazionali ed europei (15 di credito agevolato ndr) che hanno consentito di finanziare venti progetti, ne aggiungiamo altri 8 della Regione e così sei ulteriori progetti si sbloccheranno e potranno partire".
La Toscana stra cercando di valorizzare quella competenza, sul sostegno alla ricerca, che la Costituzione affida alle Regioni. Dal palco, fin dalla mattina, la rappresentante del Ministero, il Miur, le fa le lodi, sottolineando le potenzialità che ha saputo utilizzare, l'integrazione cercata e strumenti come il bando unico che hanno aiutato a spendere meglio le risorse a disposizione o il fondo rotativo per finanziare i progetti e tenerli dunque pronti quando si aprono bandi e opportunità. Un modello capace di dare certezze alle imprese e replicabile. Anzi, già in parte replicato.
"Un modello – chiarisce Rossi – che non è quello dell'autonomia o dell'autarchia, perché non vogliamo fare da soli e sulla ricerca è importante invece il lavoro di squadra e l'integrazione":
"Al governo – aggiunge – chiediamo semmai una collaborazione rafforzata e un altro accordo di programma come quello che è alla base dei progetti presentati oggi".
La ricerca aiuta lo sviluppo economico e a creare posti di lavoro: il presidente ricorda i 250 ricercatori che stanno lavorando ai progetti e che, senza questi finanziamenti, sarebbero potuto emigrare all'estero. Poi ci saranno le ricadute sulle imprese.
Accenna ai fondi che l'Irpet ha messo a disposizione delle Pmi e all'accordo che sarà firmato con le università per mettere a loro disposizione gli uffici della Regione a Bruxelles e agevolare cos'ì i rapporti con l'Unione europea. "La Toscana – ricorda Rossi – ha utilizzato 60 milioni di fondi Horizon2020. Non sono pochi: l'Emilia Romagna si ferma ad una quarantina, il Veneto a trentatré. E' merito del grande valore dei nostri ricercatori, università e centri di ricerca".
Quelle idee e ricerche però non sempre diventano brevetti industriali: un limite, un cruccio non solo toscano ma italiano, la sindrome di Marconi. E così il presidente della Toscana rilancia l'iniziativa di un ufficio che aiuti il mondo della ricerca a brevettare i propri progetti. "Ne stiamo discutendo con le università e i centri di ricerca e ci stiamo lavorando".
LE PAROLE DI BARNI
Sala gremita e pubblico di imprese, imprenditori e ricercatori. Ad aprire stamani l'intensa giornata che la Regione Toscana ha voluto dedicare alla ricerca, per raccontarla anche dal di dentro, è la vice presidente della giunta regionale Monica Barni. "Una giornata intera di riflessione - dice - , partecipata da università, centri di ricerca, imprese ma anche istituzioni nazionali e regionali, per mettere in luce quanto con il lavoro di squadra si riesca ad ottenere importanti risultati". Venti progetti finanziati mettendo a fattore comune fondi nazionali, europei e regionali: un passaggio non banale e neppure semplice. Con un obiettivo sopra gli altri: "finanziare progetti di ricerca che fossero anche di interesse per le imprese – dice anco ra Barni - progetti dove forte è ancora il ruolo di università e dei centri di ricerca ma pratica e immediata è l'applicazione, per venire incontro a necessità aziende ed aiutarle a superare le difficoltà".
I progetti hanno coinvolto grandi imprese ma in partnership anche piccole aziende, a volte 'familiari' e con pochissimi dipendenti. Una strada necessaria e utile, perché le pmi rimangono la maggioranza delle imprese toscane.
Barni traccia anche una linea di continuità con il mondo dell'istruzione e dell'alta formazione. "Uno degli obiettivi che vogliamo raggiungere – dice - è proprio un'integrazione a filiera tra questa e il mondo della ricerca". E ricorda i tanti strumenti messi in campo, dalle borse di studio agli assegni per dottorati e ricercatori.
Poi anticipa il tema del pomeriggio: quel portale per mappare l'ecosistema della formazione e della ricerca toscana, utile a costruire politiche e fare scelte che siano basate sull'evidenza, che è terminato e sarà messo on line. Frutto anch'esso di un lavoro di squadra e una prima assoluta in Italia.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro