Aggressione in carcere a Grosseto, feriti alcuni agenti. Dura protesta del Sappe

Il carcere di Grosseto

Permane alta la tensione nelle carceri del Toscana.

“Una situazione sempre critica ed allarmante”, commenta Pasquale Salemme, segretario nazionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “L’ennesima aggressione ad appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria è avvenuta venerdì scorso nel carcere di Grosseto da parte di un detenuto di nazionalità bielorussa. L’uomo aveva litigato con un altro ristretto, e per questo era stato disposto per lui il cambio cella. Ma venerdì,  giorno dello spostamento nella nuova camera, l’uomo ha violentemente aggredito gli Agenti di servizio, opponendosi con forza. E' una vergogna! Ogni giorno le donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria sono destinatari di violenze gratuite: basta! Il SAPPe, nel denunciare ancora una volta le tensioni nelle carceri della Toscana, esprime solidarietà ai colleghi feriti e augura loro una veloce guarigione e ritorno in servizio”.

Donato CAPECE, segretario generale del SAPPE, sollecita Ministro e Capo DAP a intervenire,: “Quello di Grossetto  è l’ennesimo grave evento critico che avviene in un carcere da parte di un detenuto straniero. E’ solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. Proprio per denunciare la situazioni critica delle carceri del Paese e, conseguentemente, le difficoltà operative degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, una delegazione del SAPPE della Toscana ha partecipato a Roma alla manifestazione di protesta della Consulta Sicurezza, davanti alla Camera dei Deputati in piazza Montecitorio. Siamo scesi in piazza per denunciare che il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso, e le costanti e continue evasioni ne sono la più evidente dimostrazione. Ci rendiamo conto che quel che denuncia il SAPPE da tempo, ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – servono ameno 8.000 Agenti di Polizia Penitenziaria per fronteggiare le costanti criticità -, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento? E ci rendiamo conto, come avevamo denunciato, che mettere i detenuti di 25 anni nei penitenziari minorili è stata una scelta politica sbagliata, che ha determinato anche l’atteggiamento aggressivo dei minorenni verso i poliziotti?”.

Netta la denuncia del SAPPE: “Anche queste possono essere le conseguenze alle quali si va incontro con lo smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria. Smantellamento che ha visto, lo ricordiamo, la chiusura in molte Regioni d’Italia delle sedi dei Provveditorati regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, presidi di polizia sul territorio assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione proprio dei permessi premio, delle misure alternative alla detenzione, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. Chiudere uffici di Polizia è sempre sbagliato: ne va della sicurezza sociale”.

Fonte: SAPPE

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