Pontedera, il comunicato del centrodestra sul lavoro in centro

L'ingresso del municipio di Pontedera (foto gonews.it)

Grande partecipazione per l’iniziativa sul lavoro del 29/9, segno di grande coesione della vista del problema lavoro in Pontedera. In quella occasione abbiamo avuto modo di parlare dei problemi dell’indotto Piaggio ed in particolare della crisi che sta vivendo la TMM ed i suoi 85 dipendenti.  E’ ben lungi da noi la pretesa di poter fornire soluzioni definitive alla crisi die quella impresa e, più in generale, soluzioni alla crisi dell’indotto Piaggio nel suo complesso. Resta il fatto che le manifestazioni di solidarietà del comune e della regione, che non costano nulla e non risolvono nulla, lasciano il tempo che trovano.   Nel corso del dibattito sono emersi alcuni ragionamenti concreti.

Innanzi tutto un paio di premesse:  1) è necessario prendere atto delle gravi difficoltà dell’indotto Piaggio,  2) è necessario prendere atto della chiara intenzione della Piaggio di disimpegnarsi da Pontedera.  Tutto ciò premesso la politica (locale e nazionale) non può limitarsi alla inutile  solidarietà ed a nulla serve la pressione politica delle parole critiche nei confronti degli imprenditori della TMM o nei confronti del gruppo Piaggio.  Sappiamo benissimo tutti che il lavoro se ne va da Pontedera perché all’estero trova condizioni di maggior efficienza dovute essenzialmente al minor costo del lavoro e, se non si interviene in qualche modo concreto, la fuga del lavoro sarà inarrestabile.

Limitarsi ad accusare gli imprenditori di “egoismo” potrà pure essere corretto sul piano morale, ma sul piano concreto è inutile se non addirittura controproducente.  Sia pur riconoscendo la difficoltà e la limitata capacità di intervento della politica, sia pur confessando che i posti di lavoro non si creano né si salvano con i decreti legge o con le delibere di giunta… il compito della politica è quello di pensare a provvedimenti concreti che possano  determinare le condizioni affinché il lavoro rimanga in Italia e a Pontedera.

Ciò si può ottenere sul piano fiscale (riduzione delle tasse locali e nazionali tali per cui si riduca la convenienza a delocalizzare)  oppure con investimenti concreti nel campo delle strutture che possano agevolare l’attività industriale (trasporti, viabilità, giustizia, sicurezza comunicazione ecc ecc) in modo da aumentarne l’efficienza e compensare, almeno in parte il gap che le imprese pagano per il maggior costo del lavoro senza comprimere i salari dei dipendenti. Altrimenti, nonostante la solidarietà espressa ai licenziati, l’industria Italiana è destinata a scomparire o a sopravvivere scaricando il costo sui lavoratori in termini di riduzione dei salari medi, come sta avvenendo da anni. Ma questo significa avvicinare l’Italia ai paesi del terzo mondo.

Su quali siano i provvedimenti concreti noi possiamo avere le nostre idee e le nostre proposte. Siamo pronti a discuterle, ma il compito di individuare le possibili soluzioni e prendere gli opportuni provvedimenti spetta alla politica che governa comune/provincia/regione/stato.

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