Ndrangheta, indagata una poliziotta della questura di Firenze

Raccolta, smaltimento e trasporto dei fanghi da smaltire e manutenzione del termovalorizzatore di Gioia Tauro: era tutto nelle mani di una famiglia storica della ndrangheta, i Piromalli. Con i tentacoli del loro sistema imprenditoriale sono arrivati fino a Firenze.

Il termovalorizzatore, unico in Calabria, lo aveva voluto la famiglia stessa, interferendo nell’agenda politica per controllare tutta l’economia dei rifiuti. La notte tra il 4 e il 5 ottobre la squadra mobile di Reggio Calabria e il comando provinciale dei carabinieri hanno eseguito sette fermi nell’ambito dell’operazione ‘Metauros’. Tra gli indagati è finita l’ispettrice di polizia di Stato Ilenia Coco, trasferita nel 2014 presso la Questura di Firenze, moglie di Giuseppe Pisano. Quest’ultimo era stato oggetto di un agguato a Gioia Tauro nel 2013, quando fu raggiunto da una raffica di colpi di AK47, in seguito al quale si trasferì a Pian di Mugnone, poi raggiunto dalla moglie. All’epoca dell’agguato non erano emersi legami con le cosche della ndrangheta.

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