Ordinanza anti-prostituzione, Giglioli (Insieme per Cambiare): "Vero problema la criminalità organizzata"

Susi Giglioli

"Qualsiasi provvedimento che vada a contrastare il decoro pubblico e lo sfruttamento della prostituzione è sicuramente ben accolto ma allo stesso tempo c'è da chiedersi come mai fino adesso non si fosse intervenuti nonostante insistenti segnalazioni di adescamento. Da un'analisi del fenomeno emerge quanto segue:
- La prostituzione in Italia è lecita: di conseguenza, andare a prostitute non è un reato. Il soggetto, quindi, non può essere schedato dalla polizia, non può essere pedinato, non gli si possono chiedere le generalità, i documenti o i dati personali, non può essere portato in commissariato né interrogato.
- Anche l'adescamento non puó essere perseguibile penalmente da quando è stato depenalizzato il reato di "atti osceni in luogo pubblico" secondo il quale poteva essere connaturato.

Parliamo di adescamento o atti osceni punibile con sanzioni pesanti quando:
– una persona, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, invita al libertinaggio in modo scandaloso o molesto;
– una persona segue i passanti per strada, invitandoli con atti e parole al libertinaggio.
E questo fino ad oggi mi pare non sia stato perseguito o punito nonostante ce ne fossero gli estremi.

Di difficile individuazione, pertanto punibile, è anche il "contratto verbale" stipulato con la prostituta e quindi difficilmente perseguibile.

Per quanto riguarda la prostituzione in strada, quasi tutti i Comuni la proibiscono, prevedendo sanzioni amministrative pesanti. Ad essere punita non è la prostituzione in sé, ma gli specifici comportamenti messi in atto: in alcune zone, ad esempio, è sanzionata la contrattazione di prestazioni, in altre l’abbigliamento indecoroso, in altre ancora la sosta in determinate zone.

Ogni Comune ha adottato delle ordinanze differenti, ma alcune di esse sono state dichiarate incostituzionali.
- Pertanto ci si "arrangia" con ogni concetto che risulti essere collegato, in qualsiasi modo alla morale parliamo quindi di concetto di molestia o di decoro pubblico .

Resta non punibile, invece, la prostituzione in sé: la prostituta, difatti, non ha responsabilità, perché la legge la presume vittima degli sfruttatori cioè di chi si pone come intermediario.

Detto ciò, queste misure sventolate a quattro venti stile campagna elettorale, potevano essere attuate anche prima.

Ci auguriamo vivamente che questi provvedimenti funzionino nell'interesse della collettività fermo restando che il vero problema rimane la sempre più massiccia e incontrastata criminalità organizzata di cui questo fenomeno è uno dei "figli"".

[Fonte dei dati: La legge per tutti]

Susi Giglioli, presidente associazione civica 'Insieme per Cambiare'

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