
"Sono inconsistenti le motivazioni che hanno spinto Paola Viegi a lasciare il Partito democratico. L'ex-presidente del consiglio comunale abbandona la più grande comunità politica del centrosinistra, italiano e cascinese, per una misteriosa “proposta di progetto civile e socialista che sia la base di un rinnovato centrosinistra vincente”.
Viegi avrebbe fatto bene a rimettere il proprio mandato di consigliera. La sua elezione è dovuta agli oltre cinquemila voti ottenuti dal Pd alle amministrative e non alle sue preferenze (che è più corretto misurare in “decine” e non in “centinaia”, come fatto da Viegi). Il suo ingresso in consiglio è arrivato grazie alle dimissioni di due consiglieri. Va anche considerato che sono preferenze espresse dagli elettori e dagli iscritti del Pd e Viegi è cosciente che sono definibili come “personali” solo in piccola parte.
Notiamo invece come la vicenda dell’abbandono del Pd da parte di Paola Viegi abbia risvegliato il consigliere leghista Antonio Affinito, attivo più sulla stampa che nel dibattito in consiglio comunale. Il capogruppo leghista potrebbe guardare però alla propria coalizione. Lo stesso Affinito ha espresso qualche “mal di pancia” prima dell’estate, ma non sembra essersi accorto che in questo mese di settembre si è registrata la spaccatura tra sindaca e Fratelli d’Italia sulla cerimonia per la Liberazione, l’entusiasmo per lo spray al peperoncino è stato poi tutto leghista e infine nessun partito di centrodestra ha voluto mettere la faccia intervenendo sugli allagamenti. È facile valutare come collante della coalizione sia solo la gestione del potere".
Pd Cascina
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