
Per un errore tecnico che avrebbe causato "un grave danno di immagine per il Comune di Livorno, per la Protezione civile e per il Sindaco nei confronti di una città ferita" ha deciso di presentare le dimissioni il portavoce del sindaco di Livorno Tommaso Tafi. La nota è stata diramata in seguito alla comunicazione della ricostruzione delle attività della Protezione civile nella notte dell'alluvione, tra sabato 9 e domenica 10 settembre. I dati delle attività dopo le 22.15 erano infatti stati esclusi. "Mi scuso con l'intera città", ha spiegato Tafi. Ora starà al sindaco Filippo Nogarin, che in mattinata ha pubblicato l'articolo corretto, accettare o rifiutare le dimissioni.
Il sindaco Nogarin respinge le dimissioni del suo portavoce
Respingo con decisione le dimissioni di Tommaso Tafi da mio portavoce. In questi giorni difficili per la città e per i livornesi, l’intera macchina amministrativa ha lavorato sotto pressione come mai prima d’ora e un errore può capitare a chiunque.
Tafi, che oggi ha compiuto un gesto nobile, dimostrando il massimo rispetto per Livorno e per la tragedia che sta vivendo, ha sempre dimostrato professionalità e affidabilità e gode della mia piena fiducia.
Così come gode della mia più completa fiducia la Protezione civile comunale che, come dimostra il report completo pubblicato oggi sul sito del Comune di Livorno, ha saputo reagire prontamente di fronte a un’evento eccezionale e dalla portata distruttrice, che non era possibile prevedere e nemmeno arginare. Io credo che, alla luce del repentino cambio di condizioni meteo rispetto alle previsioni, sia stato fatto tutto ciò che era umanamente possibile per ridurre l’impatto sulla città. Ci sono state negligenze da parte di qualcuno? No. Qualcosa poteva essere fatto diversamente? Forse si. Sarebbe cambiato qualcosa? Nessuno può dirlo.
Quel che è certo è che durante la notte tra sabato e domenica, nel bel mezzo del nubifragio, sia la protezione civile che i volontari delle associazioni sono rimasti in strada a prestare soccorso alle persone in difficoltà.
Voglio però precisare, rispetto alla ricostruzione effettuata dalla Protezione civile, che io sono stato avvertito del disastro per la prima volta dal mio Capo di gabinetto, Massimiliano Lami, alle ore 6.46.