Maltempo, il meteorologo Baldacci: "Nulla da eccepire sul piano operativo. Serve un cambio di cultura"

La situazione inerente al maltempo è drammatica in Toscana in queste ore. A Empoli c'è stato qualche piccolo disagio, a Pisa invece si contano i danni. Purtroppo a Livorno si parla di vittime, per il momento sei, e di dispersi. Sulla costa tirrenica lo scenario è quasi apocalittico e la tempesta si è placata solo nelle ultime ore. Per saperne di più su questa ondata di maltempo abbiamo fatto due chiacchiere con il meteorologo Gordon Baldacci.

A livello tecnico, di cosa si è trattato?

«Per dirla con termini precisi, l'innesco sul Mediterraneo centro-occidentale di un intenso flusso di correnti meridionali di risposta all'affondo freddo collegato al vortice depressionario favorisce l'elevazione di un'area di alta pressione sull'Europa orientale. Si tratta del classico pattern alluvionale o da nubifragio per le regioni centro-settentrionali. L'evoluzione dell'intero sistema perturbato risulta difficoltosa, l'intenso richiamo di aria calda innescato dalla stessa depressione ne rallenta l'avanzata verso est predisponendo le regioni esposte ai venti meridionali ad accumuli molto importanti».

Il maltempo di stanotte si può considerare un evento eccezionale?

«Duecentocinquanta millimetri in due ore è chiaramente una cospicua quantità di acqua, soprattutto se si guarda il rapporto tra i mm e il tempo in cui sono venuti giù. A Empoli ne sono caduti ottanta ma in più ore, per fare un paragone. Per questo è un evento eccezionale e di grande rilievo, di fronte a cui è impossibile non avere di fronte dei disagi».

Si poteva evitare?

«Secondo me sono state seguite tutte le procedure del caso, non ci sono state mancanze. L'allerta meteo è stata diramata per tempo, sono anche stati attivati i percorsi utili, da un punto di vista operativo era già stato avvertito l'evento eccezionale. Una cosa del genere avrebbe creato problemi ovunque, non solo a Livorno o a Pisa».

Cosa si può fare per migliorare la situazione?

«Siamo sempre più soggetti a eventi di questo tipo, che prima avvenivano raramente o in altre stagioni, questa "burrasca estiva" fino a qualche decennio fa si verificava in agosto. Serve quindi una presa di coscienza culturale: il clima è cambiato e ci deve portare a un cambiamento anche dei nostri modi di approcciarci al meteo e a certe situazioni. Bisogna creare una cultura della prevenzione di fronte a questi problemi, e anche avere città che possano far fronte a questi eventi nel modo migliore. Non è un problema organizzativo, più che altro la questione è strutturale direi, e le città non sono pronte per eventi così violenti».

Cosa intendi con cambio culturale?

«La politica e gli organi preposti devono cambiare l'accezione del problema, affinché noi possiamo capire di essere in grado di affrontarlo. Possiamo farlo investendo nelle infrastrutture ovvero le fogne, i sistemi di prevenzione e la cura del territorio. In più l'Italia c'è un altro grande gap, da noi non esiste un servizio nazionale metereologico che coordina tutte le energie ed unisce le forze sul campo. Da tempo si parla di una laurea in meteorologia, ma ancora non esiste un indirizzo nazionale. Ci si arriva da altre facoltà (fisica, matematica). Spesso sul web, tante persone che scrivono non avrebbero neppure i titoli per parlare di meteo. Si vanno ad inventare nomi agli anticicloni, senza sapere spesso leggere una mappa sinottica...tanto a tutto il resto  ci pensa l'algoritmo della "App". Per questo l'intervento legislativo è urgente, per dare spazio ad una nuova cultura, e per poter far fronte in maniera più adeguata, a eventi di questo tipo che diventano via via sempre più frequenti»

Giovanni Mennillo

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