
Ricordo che nel 1989 l’Architetto Michelucci che con la sua Fondazione, da molti anni, lavorava nel campo dei Penitenziari Italiani, durante l’incontro con l’amministrazione di allora e con il sindaco Sergio Calosi all’atto di visitare la struttura dell’O.P.G. situato all’interno della Villa Medicea, ebbe ad affermare: “ Ne’ carcere e ne’ manicomio ma una Villa per la vostra città!”
Sono passati circa 30 anni dalla visita del prestigioso Architetto, e l’O.P.G. doveva essere già da molto tempo dimesso, ma tale dismissione non è avvenuta prima del 30/06/2017, per una serie di proroghe che hanno ritardato l’evento.
La struttura della Villa Medicea è di proprietà del Demanio, ma un protocollo d’intesa, tra Ministero di Grazia e Giustizia, Agenzia del Demanio, Regione Toscana e comune di Montelupo Fiorentino ha deciso che fosse una “sinergia d’intenti”, tra i firmatari, ad individuare un progetto di valorizzazione della Villa Medicea dell’Ambrogiana.
Al gruppo di lavoro che si è costituito a seguito del protocollo d’intesa, al quale hanno partecipato componenti degli Enti firmatari e della Sovrintendenza è stato dato compito di individuare contenuti per un documento preliminare al progetto di valorizzazione di supporto alla stesura di uno studio di fattibilità.
Lo studio di fattibilità oltre a verificare i contenuti del documento preliminare dovrà individuare soluzioni che correlino la fattibilità urbanistica, quella economica e le caratteristiche architettoniche, paesaggistiche ed edilizie del complesso.
La combinazione tra queste fattibilità è da ritenersi fondamentale per poter effettuare nel concreto gli interventi.
E’ da considerare estremamente positivo che il gruppo di lavoro venga coordinato dal Comune di Montelupo Fiorentino, che in tal modo può essere non solo consapevole ma anche promotore delle evoluzioni dei contenuti.
Giova evidenziare che l’investimento economico per il recupero ed il restauro dell’intera Villa Medicea dell’Ambrogiana, conseguente alle scelte strategiche delle possibili destinazioni d’uso sia delle aree esterne che della struttura, risulta essere di rilevante entità e quindi di non poter essere gestito dalla pubblica amministrazione comunale.
Segnatamente i costi economici e gli oneri finanziari per far fronte agli ingenti interventi, di cui lo stato difficilmente se ne farà carico, potrebbero in alternativa essere sostenuti con l’intervento del privato, e da qui la necessità di evidenziare quali parti del complesso potrebbero avere una fruizione privata.
Tale iniziativa quella dell’amministrazione è da ritenersi coraggiosa, e va apprezzata per onestà intellettuale.
Infatti, ben priva di rischi politici sarebbe stata, in alternativa, quella di stare a guardare e limitarsi a ratificare le decisione del Demanio (ente proprietario) e del Ministero di Grazia e Giustizia.
La struttura della Villa Medicea dell’Ambrogiana presenta una immensa potenzialità, che una volta offerta alla città, andrà a significare un notevole patrimonio architettonico, artistico e culturale non solo per Montelupo Fiorentino ma per tutta la regione Toscana e anche per la nostra nazione.
Non a caso La Villa Medicea viene detta la Villa del Buontalenti, al quale ne è stata assegnata la paternità fondando le convinzioni che egli sia stato il progettista, dopo aver rilevato assonanze stilistiche con altre sue celebri opere come l’appena più tarda Villa di Artimino o il Palazzo Mediceo di S. Nicola a Pisa.
Relativamente alle sue dimensioni siamo in presenza di un’area di ben 35.000,00 mq., di cui la parte edificata è poco più di 5.000,00 mq.
Tutto il complesso è delimitato da un imponente muro perimetrale che assume il ruolo di schermare l’istituto di pena e isolare tale bellezza dal resto della città.
Pensando di ampliare l’orizzonte visivo non solo ottico ma anche delle percezioni, con la demolizione del muro perimetrale, avverrebbe un autentico miracolo architettonico quello della percezione integrale del monumento del Buontalenti da parte di tutti, e sicuramente un integrazione con il territorio mai avvenuta fin ora.
Chi è nato e vissuto a Montelupo Fiorentino può ben condividere con me la sensazione di disagio che si avvertiva, quando una volta percorso il viale Umberto I ci trovavamo di fronte all’ingresso e dinanzi alle mura dell’allora Manicomio.
Per continuare alla fruizione dei luoghi non si poteva fare altro che percorrere la strada delle massette sulla destra, o salire a piedi verso l’Erta sul versante sinistro, oppure tornare indietro.
La barriera che ci trovavamo di fronte oltre che fisica era anche di natura psicologica e risultava insormontabile, tutti a Montelupo Fiorentino siamo cresciuti con questa angoscia.
E’ auspicabile che i Montelupini abbiano la contezza della importanza reale che riveste il recupero della Villa Medicea dell’Ambrogiana, e siano tra di loro molto uniti nel contribuire affinché ciò avvenga.
Luciano Bianchi coordinatore di Forza Italia per Montelupo Fiorentino
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