Bellunese di nascita ma fiorentino d’adozione, Girolamo Segato, cartografo, naturalista, egittologo, fu una figura molto importante per la sua epoca (1792-1836), anche se poco conosciuto ai giorni nostri. La sua continua passione per la conoscenza in generale, lo portò ad essere tra i primi europei ad esplorare l’Egitto. Lì, si appassionò e conobbe le tecniche per la conservazione dei tessuti umani. Al suo ritorno in Italia, nel 1823, si stabilì appunto a Firenze, ed è qui che decise di approfondire i suoi studi di egittologia concentrandosi sull'imbalsamazione. In quegli anni mise a punto una particolare tecnica, in parte simile alla mummificazione, ma assolutamente unica: consisteva in una mineralizzazione, impropriamente chiamata pietrificazione.
Segato applicherà questa sua scoperta a decine di preparati, soprattutto parti di anatomia umana. Ancora oggi i reperti pietrificati sono perfettamente conservati presso l’Università degli Studi di Firenze, all'interno del museo di anatomia. La particolarità di questo processo, ideato da Segato, consiste nella conservazione dei colori originali dei tessuti trattati i quali mantengono anche la loro elasticità. Fu per questo motivo che venne soprannominato Il Pietrificatore. Ostacolato dalla società del suo tempo, si sparse la diceria che avesse appreso le sue conoscenze dalla magia egiziana. Fu difeso da Papa Gregorio XVI, suo concittadino. Infine, prima di morire, fu spinto a distruggere tutti i suoi appunti in seguito al rifiuto del Granduca di Toscana, al quale aveva offerto un tavolo di carne pietrificata, di finanziare le sue ricerche. Si portò quindi nella tomba il segreto della tecnica da lui messa a punto, la quale, nonostante i numerosi studi e tentativi di imitazione, resta tutt'oggi misteriosa.
Si dice che in punto di morte volesse rivelare il suo segreto ad un amico,ma purtroppo ci lasciò prima di poterlo fare. Degli studi di Segato non ci rimangono che i campioni da lui pietrificati. Morì nel 1836, a soli 44 anni, e fu sepolto, insieme ai suoi segreti, nella Basilica di Santa Croce; la sua lapide recita: "Qui giace disfatto Girolamo Segato, che vedrebbesi intero pietrificato, se l'arte sua non periva con lui. Fu gloria insolita dell'umana sapienza, esempio d'infelicità non insolito". Per chi volesse approfondire l’argomento, il regista Paolo Cochi ha realizzato su di lui un interessante documentario che andrà in onda in prima visione su RTV38 il 9 novembre 2017.
Giulia Meozzi