
Taglia il traguardo il percorso di fusione tra il Consorzio agrario di Pisa e il Consorzio agrario del Tirreno, nato nel 2015 dalla fusione tra quello della Maremma toscana e quello di Viterbo. I soci del Cap Pisa, durante l'assemblea generale del 27 luglio, hanno approvato la proposta di fusione per incorporazione nel Cap Tirreno, che quindi mantiene il nome e lo estenderà anche alle zone coperte dalla società cooperativa pisana. Ricordiamo che il consorzio pisano è operativo anche su Lucca, Massa-Carrara e Pistoia, mentre il Consorzio del Tirreno è attivo a Grosseto, Livorno, Viterbo, Roma e Rieti.
Il nuovo soggetto può contare su un totale di 57 agenzie operanti sul territorio con un fatturato stimato di circa 100 milioni di euro. Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio Agrario di Pisa, ha commentato l’evento parlando di «svolta epocale», e aggiungendo come «l'obbiettivo è continuare a ridurre i costi di produzione e soprattutto orientare e qualificare i prodotti per garantire la massima qualità ai consumatori». La fusione infatti avrà come effetti «la riduzione dei costi fissi di struttura e degli oneri finanziari, il consolidamento e lo sviluppo aziendale e il rafforzamento del rapporto mutualistico con i soci». Anche Massimo Neri, presidente del Consorzio del Tirreno, ha espresso grande soddisfazione per il passaggio realizzato al fine di “riuscire a dare ai nostri soci agricoltori una nuova più grande ed efficiente struttura a tutela dei loro interessi».
Ad esprimere soddisfazione anche i vertici di Coldiretti Toscana che vedono nell’operazione come ha detto Tulio Marcelli “un passo avanti nel senso della tutela delle imprese agricole che hanno nei Consorzi Agrari degli alleati che offrono servizi di supporto fortemente legati al territorio e di elevata qualità che con la nuova realtà potranno essere erogati anche a costi più bassi”. Nel ricordare che la nuova società inizierà ad operare nel prossimo autunno il direttore regionale di Coldiretti Toscana Antonio De Concilio ha sottolineato come con questa fusione “si creano le condizioni per rafforzare il ruolo del Made in Tuscany attraverso la ristrutturazione e l'edificazione di filiere, per offrire tutta una serie di prodotti garantiti dalla filiera agricola italiana, vere eccellenze dei nostri territori ed apprezzati sempre più dai consumatori, ovviamente non solo toscani”.
Fonte: Coldiretti Toscana - Ufficio Stampa
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