
Arpat ha appreso dalla stampa, giovedì 20 luglio, della segnalazione di una moria di pesci avvenuta nel fosso Candalla, nel comune di Monsummano terme, la settimana precedente.
Solo dopo questa segnalazione sul giornale, il Comune, venerdì 21 luglio, ha trasmesso ad ARPAT una comunicazione che parla di moria di pesci nel Candalla, "per i provvedimenti di competenza", senza individuare né quando sarebbe avvenuta, né il luogo del ritrovamento dei pesci.
Non comprendiamo, quindi, le dichiarazioni virgolettate rilasciate alla stampa dal Sindaco del comune, che riferisce di solleciti ad ARPAT "da oltre una settimana", e di costi da addebitare all'Agenzia.
Per chiarire, comunque, le competenze dei diversi enti in casi di questo genere, va detto che la rimozione dei pesci dall'alveo del fiume non compete all'Agenzia, in quanto le carcasse dei pesci morti devono essere gestite dai comuni, con le procedure di smaltimento previste per tutte le carcasse animali, espletate le verifiche necessarie.
La materia è disciplinata da un decreto dirigenziale della Regione Toscana (n.6481 del 15.12.2009) che prevede come ente di primo intervento la polizia provinciale la quale, "dopo avere preliminarmente valutato se ricorrano le condizioni per l'intervento congiunto" attiva ARPAT, e/o il servizio veterinario della ASL, per procedere alla verifica delle cause ambientali o infettive della moria di pesci.
In questo caso, purtroppo, il lungo tempo trascorso dalla segnalazione della moria alla comunicazione ad ARPAT non consente nessuno di questi accertamenti.
Rimane solo da operare lo smaltimento delle carcasse, da parte del Comune.
Cogliamo l'occasione per ricordare che per l'attivazione urgente di ARPAT, tutti gli enti della Toscana hanno il numero telefonico della sala operativa della Protezione civile, tramite la quale è possibile attivare l'Agenzia 24h/24 7 giorni su 7.
Fonte: Ufficio stampa Arpat
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