Reagisce a un tentativo di rapina: finisce in ospedale un tassista

Ha subito un tentativo di rapina nella notte tra martedì e mercoledì il tassista sessantasettenne che è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'Ospedale di Careggi a Firenze. L'uomo ha riportato un forte trauma cranico in seguito all'aggressione subita da due passeggeri, due giovani italiani, che hanno tentato di rubargli il portafogli, nella notte tra l'11 e il 12 luglio intorno alle una e trenta di notte, in piazza Beccaria. Questo è quanto ha riportato l'uomo alla centrale operativa. Sull'episodio indaga la polizia. Il tassista ha reagito al tentativo di rapina ma uno dei due giovani lo ha colpito alla tempia sferrandogli una testata, per poi fuggire.

L'uomo, dopo l'accaduto, ha informato la centrale ed è rientrato a casa sua. Ma è stato colto da un malore e ha perso i sensi per le conseguenze del grave trauma cranico. La figlia dell'uomo, allarmata perché non riceveva sue notizie, si è recata in casa del padre intorno alle 18 del 12 luglio, e lo ha trovato riverso sul pavimento, incosciente e con una profonda ferita alla tempia. Allertati i soccorsi, l'uomo è stato trasportato d'urgenza al Pronto Soccorso dell'Ospedale Careggi ed è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Sulla vicenda indaga la polizia che ha sequestrato il taxi per i rilievi del caso.

I due ventenni, ascoltati sul caso del 67enne tassista aggredito, sono entrambi indagati. I ragazzi si sono presentati volontariamente ai carabinieri di San Piero a Ponti e da qui sono stati accompagnati in questura. Secondo quanto risulta dalle immagini della videocamera del taxi l'aggressione sarebbe avvenuta poco dopo nella zona di piazza Beccaria. Il tassista sarebbe stato colpito alla testa.

La vicinanza del sindaco Nardella: “Gli auguro una pronta guarigione”

“Mi auguro che i vigliacchi che hanno compiuto il grave atto ai danni del tassista, che stava svolgendo il proprio lavoro, vengano presi dalle forze dell’ordine e puniti”. Lo ha detto il sindaco Dario Nardella, che esprime solidarietà al tassista di 67 anni per il tentativo di rapina subìto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi. “Esprimo la vicinanza mia e dell’amministrazione comunale al tassista, a cui auguro una pronta guarigione - ha continuato -. Firenze non è una città abituata a questi episodi e per questo non possiamo permettere che l’asticella della sicurezza sia abbassata”.

FI: "Non si può rischiare così"

"Ciò che è accaduto nella notte tra martedì e mercoledì ad un tassista a Firenze è inquietante e deve farci preoccupare seriamente. Guidare un taxi la notte nella nostra città è diventato pericoloso. Esprimiamo la nostra vicinanza al lavoratore e alla sua famiglia". Così il capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai, il consigliere Luca Tani ed il coordinatore cittadino Marco Stella commentano quanto accaduto per un tentativo di rapina ai danni di un tassista nei pressi di piazza Beccaria.
"Crediamo sia giunto il momento di rivedere le norme nazionali sulla sicurezza a bordo dei taxi – sostengono gli esponenti azzurri –. Intanto servirebbe togliere l'obbligo della cintura, che per quanto sia una misura rivolta alla sicurezza del guidatore si trasforma in una vera e propria trappola in caso di aggressione da parte di un cliente malintenzionato. Inoltre, dovremmo cominciare a studiare la possibilità di inserire divisori tra la parte della guida e quella passeggeri, per chi ne faccia richiesta e in particolar modo per chi svolge servizio notturno. La legge stabilisce che il servizio pubblico per essere svolto deve garantire il trasporto di almeno 4 persone, il che significa che, col divisorio, un'auto normale dovrebbe far salire il quarto passeggero davanti. Ebbene, si può inserire una norma che stabilisca la discrezionalità da parte dell'operatore sul quarto passeggero: in caso di dubbio, il tassista deve poter rifiutare la corsa, se non si sente sicuro".
"Non si può rischiare la vita per guadagnare pochi euro, la politica deve muoversi per garantire la sicurezza di chi svolge servizio pubblico sulle nostre strade" concludono Cellai, Tani e Stella.

Giani condanna l'accaduto

Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani interviene sull’aggressione ai danni del tassista fiorentino. “A quanto si apprende, si tratta di atti inaccettabili commessi su un cittadino inerme, durante lo svolgimento della sua attività lavorativa”, commenta Giani che esprime a nome dell’intera assemblea toscana “solidarietà e vicinanza all’uomo e ai suoi familiari”.

Il presidente Giani auspica che “siano rintracciati i responsabili. Serve una pena esemplare; atti come questi non devono più accadere”.

La solidarietà di Socota

"Esprimo la massima solidarietà alla famiglia del collega Gino Ghirelli, vittima di una grave aggressione mentre svolgeva il servizio notturno. Nel far questo non possiamo però esimerci dall'esprimere alcune considerazioni. Innanzitutto sottolineare come il livello di tensione messo in atto contro la categoria da certa stampa, ma ancor di più da certa politica, si debba considerare come il peccato originale che affonda le proprie radici nell'esigenza di condurre a prescindere battaglie contro i tassisti per questioni di opportunità". Lo afferma in una nota il presidente della Socota - Radio Taxi Firenze 4242, Marzio De Vita.

"Il tassista è un lavoro usurante e ad alto rischio, e siamo sinceramente stanchi di essere utilizzati come capro espiatorio e pagare sempre per colpe non nostre - prosegue De Vita -. Bisogna, inoltre, rivedere le norme di sicurezza a bordo dei taxi. In particolare, è necessario e urgente ormai inserire divisori tra la parte dei passeggeri e quella del conducente, soprattutto per il servizio notturno, e togliere l'obbligo di cintura per il tassista, obbligo che in caso di aggressione si trasforma in una vera e propria trappola per la vittima".

La vicinanza di Uritaxi

Nell’esprimere profonda vicinanza al collega Gino Ghirelli ed alla famiglia, credo che non ci si possa esimere da ribadire ciò che troppo timidamente abbiamo più volte tentato di far capire alla politica e a chi fa informazione in questo Paese.

Negli ultimi dieci anni abbiamo dovuto registrare gli assassini sul lavoro di Luca Massari e Alfredo Famoso, la violenza sessuale subita da una collega a Roma, i ripetuti accoltellamenti subiti a Bologna e a Firenze, l’aggressione di solo una settimana fa subita, sempre a Firenze, da un altro collega, ed oggi Gino, in fin di vita dopo un colpo violento alla testa. Talvolta all’ordine del fatto cruento c'è il denaro, talvolta un impeto sessuale, talvolta un canino accidentalmente investito, un'altra volta una precedenza non data. Tutto questo racconta di una categoria professionale vittima, come nessun altra, di un vero e proprio odio sociale che si manifesta troppo spesso in fatti di inaudita violenza. E questi casi sono solo la punta dell’iceberg di una violenza che continuamente registriamo verso i tassisti. Basterebbe rendere pubbliche le telefonate che i nostri centralini registrano durante i sabati notte, nei momenti di pioggia o durante i due mesi di picco di lavoro estivo, per togliere ogni dubbio circa ciò di cui stiamo parlando.

E la responsabilità principale di tutto questo è della stampa. La società civile, infatti, viene continuamente indotta nell’equivoco e nel conseguente rancore, da servizi che dovrebbero essere d’informazione, ma che invece sono dei veri e propri proclami di guerra sociale. Si pensi a quello titolato da una nota trasmissione d’ “inchiesta” e di satira, “Il futuro che i taxi ci vietano”, e che non racconta in modo onesto e competente le dinamiche di un servizio pubblico a regime amministrato. Ci chiediamo perché, durante i quotidiani intasamenti ai caselli autostradali, nelle ore di punta, la stampa non adotti il medesimo schema di pensiero: puntare il dito contro il gestore privato, affinché venga aumentato il numero dei caselli. Ma la risposta per noi è sin troppo facile: nessuna attività economica calibra la propria offerta di servizio sugli eccezionali momenti di picco. Ma questo, invece che essere responsabilmente spiegato da stampa e politica, viene strumentalmente usato per giustificare l’operatività abusiva di multinazionali e vettori di varia natura, la cui attività si traduce in vera e propria concorrenza sleale. Ed è questa concorrenza sleale che i tassisti italiani vorrebbero vietare, non il futuro! E se la legittima richiesta di legalità e di pari regole d’ingaggio, invece che trovare la dovuta tutela da parte delle istituzioni, viene mistificata senza scrupoli dalla stampa e dalla politica, allora i responsabili di questi fatti di violenza sono anch’esse.

Questo l'intervento del capogruppo PD Angelo Bassi

“A Gino Ghirelli, tassista fiorentino, aggredito durante il lavoro da due clienti delinquenti e ricoverato in ospedale, alla famiglia, ai colleghi di lavoro porto la solidarietà dei consiglieri comunali del PD.  Ora è il momento del rispetto e della vicinanza a Gino e alla sua famiglia perchè superi questo momento difficile. Su questa vicenda bisognerà tutti  riflettere per capire cosa può fare la città e la politica per creare intorno a chi lavora la sera e la notte, svolgendo un importante servizio per tutta la comunità, un clima di sicurezza e di tranquillità. Non ci sono facili risposte ma bisogna fare il possibile per trovarle”.

Marco Cordone (Dalla Parte di Abele) dice la sua
“Nell'esprimere la massima solidarietà al tassista fiorentino aggredito e ferito alla testa nella notte tra martedì e mercoledì di questa settimana in piazza Beccaria a Firenze, dichiaro che quanto accaduto al malcapitato tassista conferma quanto vado dicendo da anni, ovvero che i criminali devono stare in galera e che ci vuole la certezza e l'effettività della pena, senza sconti e permessi vari. Tutto questo si può fare, a patto che ci sia la volontà politica di farlo”.

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