La cerimonia di premiazione si terrà sabato 9 settembre a Certaldo Alto
Adele Benedetta Craveri, Daniel Pennac, Francesco Tullio Altan e Paolo Rumiz sono i vincitori della XXXVI edizione del Premio Letterario Giovanni Boccaccio 2017, rispettivamente per la letteratura italiana, la letteratura internazionale e il giornalismo fra satira e reportage con un ex aequo.
La giuria - presieduta da Sergio Zavoli e rappresentata da Francesco Carrassi, Paolo Ermini, Stefano Folli, Antonella Cilento (da quest’anno in giuria in sostituzione di Margaret Mazzantini), Marta Morazzoni, Luigi Testaferrata) - si è pronunciata all’unanimità sulla rosa degli autori individuati per l’assegnazione del prestigioso Premio Boccaccio. La cerimonia di premiazione si terrà sabato 9 settembre, nel pomeriggio (ore 16.30) a Certaldo Alto, nei locali di Palazzo Pretorio.
Gli eventi culturali del Premio Boccaccio 2017 (promossi e organizzati dall’Associazione Letteraria Giovanni Boccaccio, presieduta da Simona Dei) prevedono anche quest’anno una serie di intrattenimenti sia venerdì 8 che domenica 10 settembre, il cui programma sarà reso noto nel dettaglio a breve.
Chi volesse partecipare alla cerimonia di premiazione può prenotarsi andando sul sito dell’associazione www.premioletterarioboccaccio.it.
Si ringraziano il comune di Certaldo e i numerosi sponsor che ogni anno rendono possibile tale evento e in particolare: Banca di Cambiano, Cabel, Banca C. R. Firenze, Mediolanum, Confindustria di Firenze e il Rotary Club Valdelsa-Distretto 2071. Un ringraziamento speciale va anche ai componenti dell’Associazione letteraria e ai numerosi Amici del Boccaccio per l’impegno e la passione puntualmente garantiti a sostegno della riuscita del Premio.
I vincitori del Premio Letterario Giovanni Boccaccio 2017
ADELE BENEDETTA CRAVERI (Roma, 23 settembre 1942) è critica letteraria e scrittrice.
Figlia di Raimondo Craveri ed Elena Croce (e quindi nipote di Benedetto Croce), allieva di Giovanni Macchia, si laurea in lettere (1969) all'università di Roma, divenendo una delle massime studiose italiane di lingua e letteratura francese, materia che insegnerà prima presso l'Università della Tuscia (Viterbo) e successivamente presso l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa (Napoli).
Acquista notorietà internazionale come autrice di saggi e monografie sulla vita intellettuale dei salotti francesi che, in età moderna, hanno ruotato attorno alla corte di Versailles (Madame du Deffand e il suo mondo e La civiltà della conversazione). Il successo e la diffusione anche all'estero delle sue opere, in cui spiccano sempre i ruoli femminili, poggia sull'abile connubio di un'esposizione brillante con il rigore della trattazione storica. Profonda conoscitrice del neoclassicismo transalpino del Settecento e dei primi anni dell'Ottocento, ha curato l'edizione italiana dell'opera di André Chénier.
Membro dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, integra l'attività accademica con la partecipazione a programmi radiofonici e televisivi e con la collaborazione alle pagine culturali di quotidiani e periodici internazionali, fra cui La Repubblica, The New York Review of Books e la Revue d'histoire littéraire de la France.
Vive fra Napoli, Roma e Parigi. In quest'ultima città è stata insignita di un riconoscimento prestigioso, quello di "ufficiale" dell'Ordre des Arts et des Lettres e ha collaborato, in qualità di professoressa invitata, con l'Università della Sorbona (2007).
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DANIEL PENNAC, pseudonimo di Daniel Pennacchioni (Casablanca, primo dicembre 1944), è uno scrittore francese.
Romanziere francese. Figlio di un ufficiale dell'esercito francese, dopo un'infanzia in giro per il sia, efinitivamente a Parigi.
ofessore di lettere in un liceo parigino, dopo aver esordito con alcuni romanzi per ragazzi tra cui DANIEL PENNAC, pseudonimo di Daniel Pennacchioni (Casablanca, primo dicembre 1944), è uno scrittore francese.
Già autore di libri per ragazzi, nel 1985, comincia – in seguito ad una scommessa fatta durante un soggiorno in Brasile – una serie di romanzi che girano attorno a Benjamin Malaussène, capro espiatorio di "professione", alla sua inverosimile e multietnica famiglia, composta di fratellastri e sorellastre molto particolari e di una madre sempre innamorata e incinta, e a un quartiere di Parigi, Belleville.
Nel 1992, pubblica il saggio Come un romanzo a favore della lettura. Nato nel 1944 in una famiglia di militari di origini corse e provenzali, passa la sua infanzia in Africa, nel Sud-Est asiatico, in Europa e nella Francia meridionale.
Ottiene la laurea in lettere all'Università di Nizza nel 1968, diventando contemporaneamente insegnante e scrittore. La scelta di insegnare, professione svolta per ventotto anni, a partire dal 1970, gli servirà inizialmente per avere più tempo per scrivere, durante le lunghe vacanze estive. Pennac, però, si appassiona subito a questo suo ruolo.
Inizia l'attività di scrittore con un pamphlet e con una grande passione contro l'esercito (Le service militaire au service de qui?, 1973), in cui descrive la caserma come un luogo tribale, che poggia su tre grandi falsi miti: la maturità, l'uguaglianza e la virilità. In tale occasione, assume lo pseudonimo Pennac, contrazione del suo cognome anagrafico Pennacchioni.
Abbandona la saggistica in seguito all'incontro con Tudor Eliad, con il quale scrive due libri di fantascienza (Les enfants de Yalta, 1977, e Père Noël, 1979). Successivamente, decide di scrivere racconti per bambini.
Nel 1985 pubblica Il paradiso degli orchi (Au bonheur des ogres), primo libro del ciclo di Malaussène. Nel 1997 scrive Signori bambini (Messieurs les enfants), da cui verrà tratto un film di Pierre Boutron.
Il 26 marzo 2013 è stato insignito della Laurea ad Honorem per il suo impegno nella pedagogia presso l'Università di Bologna. Nella Lectio magistralis in occasione della Laurea honoris causa, Pennac si sofferma a lungo nella spiegazione della parola passeur (letteralmente: facilitatore) per poi nella parte finale definire il passeur supremo colui che non fa domande su cosa si pensa del libro appena finito di leggere perché le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità.
La rivista statunitense Watch and Listen, importante rivista di critica letteraria, che pubblica, ogni dieci anni, la sua classifica dei 50 migliori libri di tutti i tempi, nella classifica 2013 pone la saga Malaussène di Pennac al primo posto con il 45% dei voti, davanti ai I tre moschettieri di Alexandre Dumas con il 31% e ad Harry Potter con il 12%. Ha vinto numerosi premi.
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FRANCESCO TULLIO ALTAN (Treviso, 30 settembre 1942) è fumettista, disegnatore, sceneggiatore e autore satirico pluripremiato.
Figlio dell'antropologo friulano Carlo Tullio-Altan, inizia gli studi all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia che non porta a termine per dedicarsi al cinema e alla televisione nel ruolo di scenografo e sceneggiatore. Nel 1970 si trasferisce a Rio de Janeiro, dove crea il suo primo fumetto per bambini pubblicato da un quotidiano locale. Nel 1974 Altan inizia a collaborare come fumettista per alcuni giornali italiani. Sulle pagine di Linus prende vita il personaggio di Trino, un dio impreparato che si affanna nella creazione del mondo. Nel 1975, in coincidenza con il suo ritorno in Italia, crea la cagnolina Pimpa, uno dei suoi personaggi più riusciti e famosi, che sarà pubblicato inizialmente sul Corriere dei Piccoli.
La Pimpa, la cagnolina a pois rossi dalle lunghe orecchie nata dalla penna di Francesco Tullio Altan nella prima metà degli anni '70 del XX secolo, arriva come cartone animato in TV per la prima volta nel 1983 con la regia di Osvaldo Cavandoli e vi torna con una seconda serie nel 1997 con la regia del napoletano Enzo D'Alò. Il cartoon è stato trasmesso sulle reti Rai ed in diversi paesi, non solo in Europa, e ha vinto anche il Premio Internazionale "Cartoons on the Bay" per poi essere raccolta e messa in vendita in diversi DVD. Altan stesso ha diretto una terza serie che la Rai ha trasmesso nel marzo 2013 su Rai YoYo, il canale dedicato ai bambini.
La Pimpa non è il solo personaggio per bambini creato da Altan. Oltre alla Pimpa infatti, ci sono Kika e Kamillo Kromo. Anche Kamillo Kromo, pubblicato da Fonit Cetra vinse, come la Pimpa, premi internazionali, e diventò cartoon sempre con regia di Enzo D'Alò e con musiche di Beppe Crovella. Altan ha creato anche storie a fumetti per un pubblico adulto come le storie dell'operaio metalmeccanico comunista Cipputi e celebri biografie in chiave semi-parodica di personaggi famosi, come Cristoforo Colombo, Casanova e Franz (parodia della vita di San Francesco d'Assisi). Inoltre, ha realizzato le vignette di alcuni libri scritti da Gianni Rodari.
Decennale è la sua collaborazione con riviste come L'Espresso, Panorama e ultimamente con il quotidiano La Repubblica per il quale disegna vignette di satira politica.
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PAOLO RUMIZ (Trieste, 20 dicembre 1947) è giornalista e scrittore pluripremiato. Inviato speciale del Piccolo di Trieste e in seguito editorialista di la Repubblica, segue dal 1986 gli eventi dell'area balcanica e danubiana. Durante la dissoluzione della Jugoslavia segue in prima linea il conflitto prima in Croazia e successivamente in Bosnia ed Erzegovina. Nel novembre 2001 è stato inviato ad Islamabad e successivamente a Kabul, per documentare l'attacco statunitense all'Afghanistan.
Molti suoi reportage narrano i viaggi compiuti, sia per lavoro che per diletto, attraverso l'Italia e l'Europa:
• nell'Estate del 1998 pedala in bicicletta da Trieste a Vienna in compagnia del figlio Michele (Dove andiamo stando?, pubblicato poi su Diario nell'autunno 1998);
• nella Primavera del 1999 esplora le regioni della costa adriatica italiana in automobile, da Gorizia al Salento (Capolinea Bisanzio, pubblicato su Repubblica nel gennaio del 1999);
• nell'Inverno del 1999 percorre in treno la tratta Trieste-Kiev (L'uomo davanti a me è un ruteno, pubblicato sul Piccolo nello stesso anno);
• nella Primavera 2000 si imbarca sul Danubio a Budapest per arrivare al confine tra Serbia e Romania (Ljubo è un battelliere, inserito in È oriente del 2003)
• nell'Inverno del 2000 va, ancora in treno, da Berlino a Istanbul (Chiamiamolo Oriente, pubblicato su Repubblica nel gennaio del 2000)
• nella Primavera 2001 girovaga per il nord-est in bicicletta, da Trieste al Gavia (Il frico e la jota, inserito in È oriente del 2003)
Da qualche anno a questa parte compie il canonico viaggio ogni Estate, in agosto, raccontandolo di giorno in giorno su Repubblica:
• nel 2001 percorre in bicicletta, insieme al vignettista Francesco Tullio Altan ed a Emilio Rigatti, i quasi 2000 km che separano Istanbul da Trieste;
• nel 2002 gira l'Italia in treno per 7480 km, come la Ferrovia Transiberiana dagli Urali a Vladivostok, in compagnia delle vignette di Altan e di un compagno misterioso (rivelato verso la fine del viaggio). È stato pubblicato sia come rubrica su La Repubblica, che come libro, L'Italia in seconda classe, da Feltrinelli;
• nel 2003 attraversa 6 nazioni a piedi andando da Fiume (Croazia) fino in Liguria lungo i 3000 km delle Alpi;
• nel 2004 in barca a vela, sulle rotte della Serenissima, da Venezia a Lepanto;
• nel 2005, assieme a Moni Ovadia e Monika Bulaj, parte da Torino per raggiungere il sepolcro di Cristo, a Gerusalemme;
• nel 2006, a bordo di una Fiat 500 "Topolino" del '53, attraversa le strade secondarie dalle Alpi e agli Appennini andando dall'inizio delle Alpi in alta Dalmazia fino all'estrema punta degli Appennini, in Calabria (viaggio raccontato nel libro La leggenda dei monti naviganti);
• nel 2007 segue le tracce del condottiero cartaginese Annibale fino all'imbarco in Calabria, terra abitata anche dal fiero popolo dei Bruzi.
Nell'Autunno dello stesso anno pubblica su Il Piccolo Diario minimo, resoconto di un viaggio in Cina.
• Nel 2008, assieme a Monika Bulaj, con bus, treni, traghetti e autostop percorre 7000 chilometri, da Nord a Sud, lungo la frontiera orientale dell'Unione Europea dall'Artico al Mediterraneo;
• nel 2009 con svariati mezzi di trasporto scrive a puntate di un viaggio da sud verso nord, lungo le linee geologiche della penisola, per conto del quotidiano la Repubblica dal titolo L'Italia sottosopra
• nel 2010, sempre per La Repubblica, attraversa i luoghi del Risorgimento per raccontare l'epopea garibaldina;
• nel 2011 viaggia attraverso l'Italia cercando città morte, fabbriche dismesse e miniere ed è stato realizzato il film Le dimore del vento;
• nel 2012 compie un viaggio completo sul Po giungendo, dopo peripezie varie, al delta nel mare Adriatico, per poi toccare anche la Croazia. Il viaggio è stato raccontato da Paolo Rumiz a puntate su La Repubblica ed è stato creato il film Il risveglio del fiume segreto, che ne ripercorre le tappe principali e che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia;
• nel 2013 ripercorre tutto il fronte italo-austriaco alla vigilia del centenario della Prima guerra mondiale ed è stato realizzato il film L'albero tra le trincee;
• nel 2014 ha viaggiato per tutti i fronti della Prima guerra mondiale, realizzando insieme al regista Alessandro Scillitani un'opera di 10 documentari che mette in relazione l'Europa di oggi con quella di cento anni fa. Per questo lavoro su iniziativa del Presidente della Repubblica ha ricevuto l'onorificenza di Commendatore;
• nel 2014 ha trascorso un intero mese in un faro ed è stato realizzato il film L'Ultimo faro;
• nel 2015 attraversa l'Italia da Roma a Brindisi riscoprendo il tracciato della antica Via Appia.
Fonte: Associazione Boccaccio
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