Pronto Soccorso, Saccardi assente all'incontro. Nell'opposizione monta la protesta

Il pronto soccorso dell'ospedale 'San Giuseppe' di Empoli (foto gonews.it)

«Si è svolta, come annunciato, senza la presenza dell’assessore regionale alla salute Saccardi, la commissione consiliare di Empoli convocata per i problemi del Pronto Soccorso e per discutere delle prospettive della sanità locale. La commissione era stata chiesta mesi fa, quando c’erano stati i noti problemi di congestione del PS, ma si è potuta svolgere solo ieri. Senza l’assessore e, da un certo punto in poi, anche senza il sindaco. Assenza quindi completa della politica che governa. In compenso ampia presenza di dirigenti della USL, dal direttore generale della megaASL, ai diversi e davvero numerosi, dirigenti che hanno titolo sul Pronto soccorso. “In effetti - dicono i consiglieri di FabricaComune, Linea Civica e Ora si cambia – siamo rimasti colpiti dall’elevato numero di dirigenti che hanno un qualche ruolo sulla funzione di pronto soccorso. Se vogliamo togliere il direttore generale e quello del dipartimento del territorio ve ne erano ben 5. Alla faccia della semplificazione, tanto propagandata in occasione dell’ultima riforma regionale. Forse, qualche dirigente in meno e qualche medico o infermieri in più… ”, aggiungono maliziosamente. Ed in effetti quella andata in scena ieri è stata anche una dimostrazione plastica della complessità organizzativa che domina la nostra sanità, col sovrapporsi di livelli dirigenziali per professione e per gestione che, almeno ad ascoltare la discussione, non facilitano certamente la linearità delle decisioni e dell’organizzazione. Abbiamo assistito all’esposizione di problematiche analizzate dal diverso punto di osservazione del singolo dirigente, ricavando la sensazione che non sia facile comporle. La questione non è da poco perché il pronto soccorso - e lo hanno ripetuto tutti quanti anche ieri sera - è paradigmatico di come funziona tutta la sanità e la buona organizzazione è fondamentale. Per altro abbiamo anche appreso che il nostro pronto soccorso ha carenze strutturali che andrebbero affrontate. “Andiamo bene - ribadiscono i commissari - prima abbiamo costruito un ospedale senza poterlo collaudare per problemi strutturali, adesso ne abbiamo costruito un altro sbagliando il pronto soccorso”. Che dire?

Mancando la politica sono rimaste sospese tutte le domande preparate sulle prospettive della sanità di zona. A che punto è il piano di investimenti promesso ad ottobre dall’assessore Saccardi, 54 milioni mettendo insieme vecchi e nuovi investimenti? Allora venne, ma era periodo preelettorale. Vorremmo sapere quando e come si completerà la ristrutturazione del vecchio blocco ospedaliero. Si parla dell’estensione, per una cifra molto elevata, del project financing che ha realizzato l’ospedale. Cosa dice l’assessore che ha recentemente dichiarato di voler “riscattare” i project financing in corso, per tornare ad una gestione interamente pubblica?

Delle promesse 19 case della salute, della ricostruzione dell’ospedale di Castelfiorentino, della destinazione di San Miniato alla riabilitazione e lungo degenza e del mantenimento a Fucecchio del polo protesico con anche dirottamento di una serie di interventi ortopedici cosa è stato almeno iniziato? Come si vede ad ogni comune la sua dazione. L’ospedale unico di zona si è, diciamo, un po’ sfumato. Ogni sindaco ha mantenuto un po’ del suo, a volte forzando funzioni. Mentre invece il rigore si esercita sulle dotazioni di posti letto ed organici. I primi sono ai livelli più bassi della regione, che già di suo è ai livelli più bassi d’Europa, i secondi misurati col tempometro, come si faceva in catena di montaggio. La prestazione medica in codice rosso tot minuti, in codice verde tot minuti, e cosi via. Ma la medicina non è costruire frigoriferi.

Avremo voluto chiedere i risultati della nuova organizzazione dell’ospedale (la cosidetta

“intensità di cura”), quante ri-ospedalizzazioni ci sono a fronte di dimissioni sempre più rapide e senza aver adeguatamente attrezzato i supporti post ricovero. Quanta sanità d’iniziativa (ricerca attiva delle malattie croniche) si fa sul territorio, quante case della salute rispettano il modello regionale che prevede medici di famiglia, specialisti, infermieri, parte sociale ecc. e quanta popolazione è coperta dai medici che afferiscono ad una casa della salute. E avremmo anche voluto chiedere come intende il sindaco seguire adeguatamente un argomento così importante, di quali strumenti dispone di fronte all’oggettiva complessità emersa anche ieri. Perché non sia tutto demandato ai tecnici, affinché le istituzioni possano svolgere davvero il ruolo di indirizzo e controllo che gli compete su uno dei temi più sensibili per la nostra vita.

Volevamo farlo, ma di fronte a noi non c’era più nessuno con responsabilità di governo. La maggioranza era, come al solito, totalmente muta ed a rispondere c’erano solo tanti dirigenti che naturalmente ringraziamo, ma che non potevano che dare risposte parziali».

 

Gruppi Consiliari FabricaComune per la Sinistra - Linea Civica - Ora si Cambia

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