
Tartufo: proventi tesserino a sostegno progetti sul territorio, sì a modifica di legge
I proventi del pagamento degli importi per l’abilitazione alla ricerca e alla raccolta dei tartufi restino sul territorio e almeno il 90 per cento di quei proventi sia destinato al sostegno di attività e progetti in quei luoghi. E’ stata approvata a maggioranza con il voto contrario di Lega nord la proposta di legge che modifica l’articolo sulle disposizioni finanziarie delle “Norme per la raccolta, coltivazione, commercio di tartufi freschi e conservati destinati al consumo e per la tutela e la valorizzazione degli ecosistemi tartufigeni”. La proposta di legge di iniziativa consiliare, sottoscritta da Leonardo Marras, Simone Bezzini, Lucia De Robertis, Andrea Pieroni e Antonio Mazzeo tutti del Partito democratico è stata illustrata in aula dalla vicepresidente De Robertis.
“La modifica – come ha spiegato De Robertis – nasce dalla necessità di garantire a tutti i territori dove è presente la tradizione di raccolta del tartufo, la possibilità di recuperare i contributi che provengono dal tesserino e di destinarli al sostegno delle attività di valorizzazione e promozione del tartufo”.
Tra le finalità della proposta di legge si evidenzia anche la necessità di una regolazione omogenea su tutto il territorio provinciale che non penalizzi alcune tipologie di tartufo o qualche zona e di allocare le risorse su tutto il territorio regionale. Le modifiche legislative che si sono rese necessarie nell’ambito del riordino delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, consentiranno l’accesso alle risorse attraverso un avviso pubblico e il perfezionamento delle modalità di ripartizione delle risorse sui territori e fra i progetti presentati, in relazione con la localizzazione territoriale dei cercatori abilitati e con le loro capacità tecnico-professionali, a garanzia dell’efficacia degli interventi ammessi a sostegno economico. Nell’assegnazione delle risorse ai progetti, la Giunta regionale terrà conto dell’entità, della rilevanza e della storicità delle iniziative per la tutela, la promozione, la valorizzazione economica del tartufo, la valorizzazione economica dei territori tartufigeni ed il ripristino ambientale delle aree tartufigene realizzate nel passato dai proponenti.
Roberto Salvini ha espresso il voto contrario di Lega nord. “Il tartufo – ha detto il consigliere regionale - è la punta di diamante dell’agroalimentare toscano e costa certe cifre perché è raro e si trova solo in aree ben precise”. “E’ un errore – ha concluso Salvini- allargare l’area di raccolta di questo prezioso tubero, se lo facciamo sviliamo la valorizzazione del tartufo toscano, riconosciuto a livello internazionale”.
E’ stato approvato anche un ordine del giorno, a firma Stefano Baccelli (Pd), nel quale si impegna la Giunta a valutare l’opportunità di istituire nuova zona di produzione del tartufo nelle aree del territorio provinciale di Lucca maggiormente vocate allo scopo di qualificare la produzione regionale tartuficola.
Tartufi, approvata la modifica che regola i contributi. Pieroni e Mazzeo (Pd): "Risultato importante"
L’aula del Consiglio regionale approva a maggioranza la modifica alla legge regionale 50 che regola raccolta, commercio e coltivazione dei tartufi in Toscana. La proposta di modifica, presentata dai consiglieri del Partito Democratico, riguarda la sostituzione dell’articolo 25 ed, in particolare, la possibilità di recuperare l’erogazione diretta dei contributi anche alle associazioni dei raccoglitori e di estendere all’intero territorio regionale l’ambito di realizzazione dei progetti sostenuti dai proventi del tesserino di abilitazione.
"Un gran bel passo avanti, che supera una fase di incertezza e definisce procedure aperte e trasparenti per accedere ai contributi – commentano Andrea Pieroni e Antonio Mazzeo, consiglieri regionali – ! Con la modifica che abbiamo appena approvato tornerà ai territori il 90% delle risorse introitate dalla Regione per i tesserini, anziché il 60% come finora. Inoltre, potranno accedere ai contributi sia i Comuni, per la promozione e valorizzazione economica del tartufo, che le associazioni impegnate per la tutela ed il ripristino delle aree tartufigene. Saranno assegnate dalla Giunta regionale su base provinciale, in proporzione ai titolari di tesserini, con avviso pubblico sulla base dei progetti presentati; ovviamente, non saranno disperse, ma si terrà conto dell'entità, della rilevanza e della storicità delle iniziative. Grazie dunque alle Associazioni dei Tartufai che ci hanno aiutato ad aggiornare e migliorare la normativa".
Creaf, M5S: "Giunta Pd-Rossi va diritta ma i conti non tornano"
L’assessore regionale Stefano Ciuoffo ha risposto all’unica interrogazione consiliare sul caso CREAF, promossa dal Movimento 5 Stelle. Di seguito il commento del primo firmatario Gabriele Bianchi, consigliere regionale M5S vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali e Bilancio.
“Auspichiamo che i cittadini pratesi si leggano integralmente la risposta fornita dalla giunta PD-Rossi alla nostra interrogazione sul caso CREAF perché è una rappresentazione straordinaria di quella mentalità distorta della gestione dei denari pubblici che i partiti hanno e il Movimento 5 Stelle contrasta con ogni mezzo” commenta Bianchi.
“Secondo Ciuoffo e il resto della giunta PD-Rossi il modo migliore per riprendersi i più di 10 milioni di crediti buttati dalla Regione sul pozzo senza fondo CREAF spendercene altri tre per continuare a sognare di realizzare un progetto finora mai partito da 14 anni, dove si sono spesi 22 milioni di soldi pubblici anche europei, e chiudere il cerchio riscattando l’unico bene rimasto – l’edificio di Via Galcianese – per una cifra che quindi è del 30% circa superiore alla base d’asta prevista per questo” prosegue il Cinque Stelle.
“Ciuoffo ci chiedeva se riteniamo sia meglio svendere l’immobile per sottolineare la perdita di finanziamenti pubblici. Forse sfugge a questo assessore regionale, ex assessore all’urbanistica del Comune di Prato, che la Regione non svenderebbe alcun immobile, perché non ha quote in CREAF. La Regione a questo punto dovrebbe solo tutelarsi su tutti i soldi persi e la strada che sta scegliendo è, a nostro parere la peggiore. La legge esige che l’Istituzione chieda indietro le somme date per un progetto quando questo non si realizza e qui si sono inventati il modo per anni di non rispettarla e oggi eluderla con creatività” precisa il vicepresidente della Commissione Affari Istituzionali e Bilancio.
“Ma soprattutto ci lascia basiti l’approccio PD alla questione – conclude Bianchi - non una parola sull’eventuale rivalsa ai responsabili di questo disastro amministrativo, non una parola sul mancato controllo. Se fossimo stati noi al governo non si sarebbe mai potuto verificare qualcosa di simile: alla prima avvisaglia di un progetto non realizzabile avremmo immediatamente agito a tutela dei cittadini chiedendo l’immediata restituzione del finanziamento”.
Creaf: interrogazione M5s su futuro e azione Regione
In merito al fallimento del Creaf di Prato, la Regione propone di entrare in possesso dell’immobile del centro, trasformare parte del credito in proprietà immobiliare e rilanciare la realizzazione del centro ricerche al servizio di tutto il distretto tessile. L’assessore regionale Stefano Ciuoffo ha risposto in aula ad una interrogazione del consigliere Gabriele Bianchi (Movimento 5 stelle) in merito “al futuro della società Creaf”. Nell’interrogazione, si chiedeva alla Giunta regionale “se non ritenga che siano già stati sperperati troppi soldi pubblici per uno dei più sciagurati fallimenti di una società partecipata in Toscana” e se non ritenga “umanamente doveroso calare definitivamente il sipario” sulla vicenda. L’assessore Ciuoffo ha ricordato che la Regione “vanta 10,4milioni di crediti” dal mancato completamento del Centro; che la Regione “non è socia di Creaf, né ha avuto ruolo alcuno di governo della società”. Ripercorrendo la vicenda, il cui inizio risale al 2003, ha rilevato che “in conseguenza della dichiarazione di fallimento, l’ipotesi di entrare in possesso dell’immobile è il solo modo per tutelare il credito della Regione”. In questa fase, ha sostenuto Ciuoffo, la responsbailità della Giunta regionale “è quella di tutelare le risorse pubbliche”. La Regione “propone di trasformare parte del credito in proprietà immobiliare”, con la finalità di “perseguire la strada del centro ricerche, sicuramente rivisto, aggiornato e modificato, al servizio di tutto il distretto tessile”. Quello che manca “è un luogo collettivo di produzione e divulgazione di conoscenze e competenze”. Il vero scandalo, ha osservato ancora l’assessore, “sarebbe buttare oggi i soldi pubblici già spesi”.
Risposta “insoddisfacente”, ha replicato in Aula il consigliere Bianchi. “In tutti questi anni, in cui si sono sperperati 22milioni di euro e non è nato niente, sono mancati i controlli. Dove sono i responsabili che hanno creato questa situazione? I soldi pubblici vengono buttati, non è sopportabile che nessuno paghi”. Il mancato raggiungimento degli obiettivi “si doveva intercettare prima”. Ora, “se non c’è un progetto valido, non possiamo ripartire”.
Ente Terre Toscane: ok a bilancio previsione e piano investimenti 2017-2019
Il bilancio economico di previsione 2017 di Ente terre regionali toscane presenta un valore di produzione di 3milioni 634mila euro e costi di produzione di 3milioni 460mila euro. La proposta di delibera sul bilancio di previsione 2017 e sul piano di investimenti 2017-2019 dell’azienda è stata approvata in aula a maggioranza.
Tra gli scostamenti più significativi rispetto al 2016 c’è il valore della produzione che risulta in crescita di oltre 195mila euro. Questo valore positivo è conseguenza di un aumento dei ricavi per prestazioni istituzionali che crescono complessivamente di circa 29mila euro grazie alla vendita dei prodotti agricoli che beneficiano di una rimodulazione delle superfici, investite a cereali e a colture foraggere nel rispetto delle rotazioni agronomiche nell’ambito della produzione agricola della Tenuta di Alberese. Si prevede poi l’aumento dei ricavi per prestazioni commerciali, di circa 46mila euro. Questa variazione positiva si genererà a seguito del rientro nella gestione di Terre Regionali
Toscane di tutta l’attività dell’agriturismo condotta fino al 31 dicembre 2016 dalla società Agricola Alberese srl, interamente controllata dall’Ente, che si prevede origini nel 2017 un fatturato di circa 70mila euro. L’Ente ha avviato le operazioni propedeutiche per la messa in liquidazione di Alberese in conformità ad una delibera di Giunta. Si prevede un calo delle prestazioni in conto terzi per oltre 20mila euro per la fine di un progetto pluriennale europeo che ha interessato la Tenuta di Cesa fino al 2016.
Tra i progetti, è stata completata la procedura per i “centomila orti toscani”, per i quali la Giunta ha destinato 3milioni di euro e trasferirà per il coordinamento del progetto 100mila euro di risorse in più.
In crescita risulta il costo del personale a causa del rientro nell’organico di Terre regionali di personale a tempo determinato che lavorava nell’azienda di Alberese.
Sul fronte del piano degli investimenti 2017-2019, questi riguardano solo la sostituzione di macchinari agricoli. Per quanto concerne i trasferimenti per le spese di funzionamento e per i costi derivati dalle attività istituzionali da parte della Regione Toscana si stima una situazione invariata rispetto al 2016.
I contributi da parte di altri Enti pubblici (Pac; Psr) crescono complessivamente di circa 114mila euro a seguito di una crescita di circa 66mila euro dovuta al piano colturale e zootecnico in particolare della Tenuta di Alberese in base alla nuova programmazione Psr 2014/2020.
Nel 2017, vengono potenziate le progettualità per le attività di conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche autoctone toscane a rischio di estinzione. Terre Regionali Toscane, è stato infatti individuato come soggetto “in house” della Regione Toscana: assumerà tutti gli impegni necessari allo svolgimento del programma e beneficerà di un contributo a copertura delle spese rendicontate di 440mila euro in crescita di 40mila euro rispetto al previsionale 2016.
Il consigliere regionale Roberto Salvini ha espresso il voto contrario di Lega nord. “Sappiamo – ha detto Salvini- che si tratta di un’azienda pilota ma non se ne capisce l’utilizzo: le parti produttive sono state vendute, sono rimasti 5mila ettari di terreno lasciati a pascolo, non esistono più né cantina né olivicoltura, la mandria è sottodimensionata per aprire un’attività commerciale e non si fa scuola di agraria”. “Chiediamo – ha concluso il consigliere regionale- che questo parco venga commissariato, riteniamo che sia un peso sul bilancio della Regione”.
Porti: via libera a piano attività 2017
Via libera al piano delle attività 2017 dell’Auorità portuale regionale. Il Consiglio toscano, a maggioranza, ha approvato anche il bilancio preventivo per l’anno in corso e il pluriennale 2017-2019.
Ad illustrare le risorse messe in campo il presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd): “Gli interventi riguardano infrastrutture o opere di manutenzione straordinaria per l’anno in corso, con previsione pluriennale fino al 2019”. Sul tavolo ci sono circa otto milioni, da suddividere secondo le priorità individuate dall’Autorità. Tra gli interventi definiti più importanti c’è la banchina commerciale di Viareggio che anche grazie ai due milioni previsti, potrà registrare l’avvio dei lavori “appena dopo l’estate” ha detto Baccelli.
Il Piano prevede anche altri investimenti e tra questi sono stati ricordati i 300mila euro per la pavimentazione all’Isola del Giglio, gli oltre due milioni per Marina di Campo e i circa 700mila euro previsti per Porto Santo Stefano. Baccelli ha infine rilevato il “buon lavoro fatto dall’Autorità, pur in condizioni di difficoltà” soprattutto da un punto di vista di “risorse umane”. Su questo punto ha ricordato il ricorso fatto dalla Regione contro la decisione del Governo di impugnare le “disposizioni per il potenziamento dell'Autorità regionale”, così come contenute nel comma 2 dell'articolo 9 della legge regionale 72/2016.
Consiglio Regionale: nuovo regolamento interno di amministrazione e contabilità
Via libera a maggioranza al Riac, il nuovo Regolamento interno di amministrazione e contabilità di cui si è dotato il Consiglio regionale. L’assemblea ha votato l’atto presentato dall’Ufficio di presidenza con un emendamento del Gruppo Sì Toscana, illustrato dal consigliere Tommaso Fattori e riferito all’articolo 7, che disciplina modalità di approvazione del bilancio. L’emendamento prevede l’introduzione di un termine minimo (quindici giorni) tra la presentazione della documentazione ai consiglieri e il successivo voto in aula, così da permettere agli eletti approfondire e studiare la documentazione relativa al bilancio di previsione.
Con il nuovo regolamento l’assemblea regionale, dato il dovuto adeguamento ai nuovi principi della contabilità pubblica, si è dotata anche di uno strumento funzionale al miglioramento organizzativo e gestionale della propria attività amministrativa.
Tra gli aspetti innovativi c’è il coordinamento degli strumenti della programmazione finanziaria con il piano anticorruzione, il piano della performance e il programma degli appalti di lavori, servizi e forniture. Da segnalare anche l’applicazione alla realtà consiliare del bilancio gestionale, che individua i capitoli di spesa e di entrata di competenza nell’ambito di ciascuna articolazione organizzativa, gli obiettivi gestionali da raggiungere con relativi indicatori e target di misurazione, il dirigente responsabile e la posizione organizzativa di riferimento .
La parte riferita alla gestione delle entrate e delle spese, che ha marcata valenza operativa, fornisce indicazioni per la corretta redazione degli atti amministrativi; quella relativa al fondo economale è stata riscritta in coerenza con i nuovi principi contabili e l’evoluzione della giurisprudenza contabile, così come la sezione sui risultati della gestione. Quest’ultima è imperniata sulle fasi fondamentali della programmazione, gestione e rendicontazione con l’intento di consolidare il principio “del rendere conto” con trasparenza e tempestività, cardine del buon funzionamento di ogni amministrazione pubblica.
La disciplina della gestione patrimoniale esplicita regole riferite ai consegnatari di beni mobili assoggettati al debito di custodia (che comporta la rendicontazione alla Corte dei Conti in qualità di agente contabile); l’assegnazione dei locali ai dirigenti delle varie articolazioni organizzative del Consiglio e la movimentazione dei beni all’interno dei vari uffici; l’obbligo di vigilare sul buon uso dei beni assegnati da parte dei dirigenti e dei responsabili amministrativi delle strutture speciali; la corretta tenuta dell’inventario e del suo costante aggiornamento; la disciplina speciale per quanto riguarda i beni di rappresentanza e di cerimoniale e per i beni del patrimonio librario della Biblioteca.
Il Consiglio regionale avrà una sessione europea
Il Consiglio regionale istituirà una “sessione europea” annuale. Questo grazia all’approvazione di una risoluzione proposta dalla consigliera Pd Elisabetta Meucci e sottoscritta anche dal capogruppo Leonardo Marras e altri consiglieri Pd.
"L’obiettivo – ha spiegato Meucci intervenendo in aula – è quello di svolgere un ruolo più attivo e per quanto possibile cercare di influire maggiormente sulle scelte europee. Perché occorre prendere consapevolezza del fatto che le Regioni sono depositarie di circa l’80% dell’attuazione delle politiche dell’Unione europea. Occorre quindi partecipare ai processi di produzione delle norme in maniera attiva. Ad oggi, pur svolgendo da anni un ruolo di primissimo piano nell’ambito delle politiche Ue, anche grazie all’azione del presidente della giunta, la Toscana non si è dotata ancora di questo strumento, previsto anche dal Trattato di Lisbona e che sarebbe davvero utile per esprimere pareri preventivi sulle norme europee e offrire la possibilità di partecipare alla formazione del diritto. Anche considerando la grande rilevanza della regolamentazione europea, che incide su gran parte delle potestà regionali, appare fondamentale per la Regione partecipare attivamente alla formazione del diritto europeo, contribuendo in tal modo alla creazione del quadro normativo, prima ancora che alla sua ricezione. Tradotto: non possiamo lamentarci a posteriori se alcune decisioni dell’Ue finiscono, ad esempio, per danneggiare alcune produzioni di qualità della nostra regione o non tengono nella dovuta considerazioni talune peculiarità". Ma come si arriverà praticamente a svolgere questa sessione europea del Consiglio regionale?
"Innanzitutto – ha chiarito Meucci – bisognerà modificare il regolamento interno del Consiglio e, nel tempo stesso, aggiornare la legge regionale del 2009 che disciplina le attività europee e di rilievo internazionale della Regione Toscana. A questo punto la sessione europea, dovrebbe avere cadenza annuale, da tenersi entro il mese di aprile, in modo da creare un luogo istituzionale di confronto tra Giunta e Consiglio, dove sono rappresentate tutte le forze politiche, finalizzato alla definizione della posizione unitaria della Regione Toscana sulle diverse tematiche europee e funzionale a dare concreta attuazione alle attività inerenti la partecipazione della Regione a tutte le fasi della formazione del diritto europeo. E’ chiaro che questo significherà dare più peso all’attuale commissione per le politiche europee. Per questo – ha concluso la consigliera – penso che il suo ruolo debba essere rafforzato, qualificandola come commissione permanente e assegnandole un compito centrale nella procedura in cui si articolerà la sessione europea".
Referendum sulla fusione tra Rio marina e Rio nell’Elba
“Siete favorevoli all’istituzione del comune di Rio per fusione dei comuni di Rio Marina e Rio nell’Elba, di cui alla proposta di legge n. 187?”. Sarà questo il quesito referendario al quale i cittadini dei due comuni elbani saranno presto chiamati a rispondere. Lo ha formulato il Consiglio regionale che, all’unanimità, ha espresso parere favorevole alla delibera che indice il referendum.
Il presidente della commissione Affari istituzionali, Giacomo Bugliani (Pd), ha precisato che si tratta di una proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, che ha alla base le delibere dei due consigli comunali.
Nella stessa seduta di commissione, in cui la proposta di legge è stata illustrata, sono stati sentiti in audizione i sindaci Claudio De Santi e Renzo Galli, sindaci rispettivamente di Rio nell’Elba e Rio Marina. “Inconfutabile l’opinione di entrambi i sindaci sull’avvio del processo di fusione, assolutamente favorevoli, come i loro consigli comunali” ha commentato il presidente Bugliani, motivando la celerità dei lavori, conclusi all’unanimità .
E’ stato Gabriele Bianchi (M5S) ad annunciare il voto favorevole del gruppo, sottolineando che si tratta di comuni molto piccoli, che insieme raggiungerebbero poco più di tremila abitanti.
“Ci sono fusioni che hanno un senso, rispetto a fusioni a freddo, fatte solo per fini politici e partitici” ha affermato Stefano Mugnai (Forza Italia), mentre Marco Casucci (Lega Nord) ha ribadito la necessità di una revisione della normativa nazionale e regionale sulle fusioni, che devono essere precedute da studi di fattibilità tecnica e finanziaria, in modo che tutti i cittadini conoscano vantaggi e svantaggi.
“E’ nobile ogni tentativo di semplificazione istituzionale, che alza l’asticella della progettualità – ha affermato Gianni Anselmi (Pd) – purchè ce ne siano le condizioni culturali, sociali e di condivisione istituzionale”. A suo parere, questo è particolarmente vero nel versante orientale dell’Elba, dove ci sono risorse rilevanti dal punto di vista turistico, a partire dal parco minerario e le proprietà demaniali.
Elba, Anselmi (Pd): "Importanti tutti i segnali che vanno nella direzione della semplificazione istituzionale"
Via libera dal Consiglio regionale della Toscana all’indizione del referendum per la fusione dei comuni di Rio Marina e Rio nell’Elba.
"Una proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, che ha come presupposti le delibere dei due consigli comunali e che è uscita dalla commissione con un parere favorevole all’unanimità. – illustra Giacomo Bugliani, presidente commissione Affari istituzionali – Procede quindi il percorso già intrapreso in Toscana di semplificazione amministrativa".
"Il dibattito sulle fusioni dei Comuni nel territorio elbano ha una storia che inizia anni fa – commenta Gianni Anselmi, presidente commissione Sviluppo economico intervenendo in aula –. La bocciatura del referendum per l’unificazione di tutti i comuni dell’Isola del 2013, a cui spesso si fa riferimento, ebbe sue motivazioni, chiare, che ben differiscono da quelle che hanno portato all’elaborazione della proposta odierna. Il primo auspicio, dunque, è di abbandonare tentavi di semplificazione istituzionale, anche per i vantaggi di carattere finanziario che possono concorrere ai progetti di sviluppo delle comunità coinvolte. Il versante orientale è ricco di specificità e annovera un rilevante patrimonio storico, naturalistico e archeoindustriale, al quale di recente si è aggiunto il rinvenimento della risorsa termale. Sul recupero ed il riuso sostenibile dell’imponente patrimonio demaniale anche la Regione Toscana sta ponendo la massima attenzione.
Sono convinto che la fusione delle due amministrazioni comunali, senza sottrarre nulla alla forza identitaria di ciascuna delle due Rio, possa dare più peso e coerenza alla progettualità di quell’area preziosa dell’Isola. Tutto ciò che alza l’asticella della programmazione strategica e riduce la frammentazione istituzionale è per noi il benvenuto; tuttavia la scelta è in mano ai cittadini che potranno presto pronunciarsi nella consultazione referendaria".
Continuità territoriale all'Isola d'Elba
All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato un legge sulla continuità territoriale dell’Isola d’Elba, in modo da garantire anche i collegamenti aerei con il territorio nazionale, allo stesso livello di servizio attuale. Si tratta, in particolare, dei collegamenti con gli aeroporti toscani e con Milano Linate.
Pochi giorni fa si è riunita la Conferenza di servizi per la definizione degli oneri di servizio pubblico nel triennio 2018/20 e l’intervento normativo era necessario per la conclusione del procedimento, l’avvio del bando di selezione del vettore e l’aggiudicazione entro settembre, in modo da non avere problemi per la prossima stagione estiva 2018.
Nel collegato alla legge di stabilità 2017, la Giunta regionale era stata autorizzata ad erogare contributi straordinari all’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) fino a un milione e 50mila euro, ma la normativa limitava la possibilità d’intervento al territorio regionale.
Il provvedimento, non iscritto inizialmente all’ordine del giorno della seduta, è stato illustrato dall’assessore Vincenzo Ceccarelli.
Fonte: Consiglio Regionale
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