
"Sfido il Pd a sfiduciarmi in Consiglio regionale, se il Pd in Toscana vuole farmi tacere con minacce indirette, accetto la sfida a viso aperto". Enrico Rossi risponde a stretto giro al comunicato diramato dal capogruppo Pd Leonardo Marras, confermando le divergenze tra democratici e Mdp. "I renziani in Regione finiranno per completare l'opera di perdere mezza regione Toscana. Altrimenti, si accettino le diversità politiche. Il programma è stato di recente riapprovato anche in Consiglio regionale".
"La mozione di sfiducia a Rossi? Sciocco evocarla, ridicolo presentarla. Il centrodestra può evitare di perdere tempo in iniziative di propaganda. Una verifica dell'attività di governo a metà legislatura è doverosa. E la faremo. Per migliorarci. Ma il nostro obiettivo, come ripetiamo da mesi, è arrivare alla scadenza naturale del mandato rispettando il programma premiato dagli elettori nel 2015 perché davvero riformista e capace di dare prospettive e sviluppo alla Toscana. L'hanno capito tutti, lo capiranno anche Donzelli, Mugnai e Vescovi con buona pace del loro ennesimo tentativo di buttarla in caciara". Così smorza i toni invece Antonio Mazzeo, vicesegretario Pd Toscana.
IL COMUNICATO DI LEONARDO MARRAS
"Situazione complicata in Toscana. Con le sconfitte di stasera 4 capoluoghi su 10 non sono governati dal centrosinistra. Leggo molte critiche preconfezionate sul PD regionale, su Renzi, naturalmente da dentro e va bene così. Che ci sia un problema generale di rapporto del partito democratico con i suoi riferimenti sociali, è evidente e negarlo serve solo a provare a fare ancora di peggio.
Vorrei però ricordare poche cose: in nessuno dei Comuni toscani al ballottaggio era candidato un cosiddetto "turborenziano", anzi erano candidati i nostri sindaci più distanti da Renzi e figure della sinistra più critica verso Renzi. Candidati e realtà con storie diverse da città a città. Lascerei da parte Carrara che era data per persa già da tempo e stasera commentare sorpresi la sconfitta mi sembra davvero strumentale.
Candidati, dicevo, per i quali in molti avevano manifestato perplessità sulla loro capacità di tenuta: due sindaci uscenti che al primo turno non arrivano al 40% non è proprio una premessa esaltante... sarà anche colpa di Renzi, ma insomma, il dato è evidente.
Comunque Tambellini, seppure di un soffio, ce l'ha fatta ed è confermato sindaco di Lucca. Era la sfida più incerta e difficile; a Lucca la sinistra non c'è mai stata e, quella che c'è, è stata totalmente prosciugata mentre fanno spavento i risultati delle liste di estrema destra in quella città. Pistoia, no, è un'altra storia. Pistoia è la capitale della cultura di quest'anno, ha completato tanti investimenti, ha raccolto e promosso idee di trasformazione urbana, ha grande tradizione di sinistra. Di contro, l'amministrazione ha avuto anche momenti molto difficili, inchieste e polemiche, situazioni ancora da chiarire, una spaccatura tra di noi mai ricucita, anzi forse alimentata, che ha dato vita a liste alternative capaci di raggiungere circa il 15%. Tutti segnali di un'azione di governo non sempre brillante. Quindi, solo motivazioni locali? No, certo che no. Ma siccome si tratta di elezioni locali, vorrei che un pochino venissero considerate anche le ragioni locali, o è chiedere troppo? Poi ci sono sicuramente altre valutazioni da fare che prescindono dal livello locale.
Per esempio, io penso che ci sia un problema serio dovuto all'impatto sui territori delle politiche regionali senza spiegare bene cosa potrà succedere e quanto si potranno avvantaggiare i cittadini e le imprese dalle trasformazioni in atto. Siamo in grande difficoltà, va detto, soprattutto nelle realtà più lontane dal centro: tutte queste città, non solo Grosseto, sono periferia di Firenze. Questo dibattito deve affrontarlo il PD in Toscana ma non da solo. È giusto che si riapra il confronto con le forze sociali ed economiche e si prosegua nelle riforme e nella programmazione. C'è il tema di un rapporto più stretto con il governo nazionale e la necessità di chiudere le scelte sulle infrastrutture e sui singoli programmi: tutte questioni arcinote e invecchiate. Infine, il nostro presidente Rossi, eletto nel PD e oggi itinerante dirigente politico di un altro partito, ha ancora voglia di lavorare insieme a noi e rimettere in carreggiata la macchina della Toscana? Altrimenti è bene dirselo subito e prendere altre strade."
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