Prendere contatto con il proprio corpo: il progetto all'IC di Limite sull'Arno

Si è concluso un’ importante sessione di lavoro presso la scuola primaria dell’Istituto Comprensivo di Limite sull'Arno, relativo al progetto
“Le discipline bioenergetiche e psicocorporee nella scuola primaria”.

Il lavoro, organizzato dalla maestra Lorenza Bini (per la classe quarta della scuola primaria) e condotto dallo psicologo e pedagogista Andrea Guerrini, ha posto  l’enfasi sul corpo e sul rilassamento dei bambini, aiutando quest’ ultimi a prendere coscienza della respirazione,  del movimento e delle diverse dinamiche interiori, aiutando a verbalizzare le esperienze personali soggettive.

In pratica si è sentita l’esigenza di dare importanza al corpo, alla gestualità espressiva, al rilassamento psicofisico e alla capacità collaborativa dei membri gruppo classe nella realizzazione di un progetto comune.

Questo progetto ha aiutato i bambini a capire che la scuola può offrire molto da un punto di vista autoformativo, consentendo loro di percepirsi come una unità psicocorperea, un tutto integrato indivisibile fatto di percezioni, emozioni, cognizioni e vissuti, collocabili in una realtà dimensionale che oscilla fra due estremi: il senso di benessere e il senso di malessere.

I bambini hanno potuto, in sintesi, riscoprire la propria soggettività, attraverso gli esercizi di respirazione, le tecniche immaginative e il rilassamento, con successive verbalizzazione di quanto provato, in termini di sensazioni e percezioni.

L'attività proposta si suddivide in 5  momenti essenziali distinti ma interdipendenti:
1)      presa di coscienza di sé
2)      affermare se stessi nel mondo
3)      nutrirsi di energia
4)      apprendere la grammatica dei gesti (condizionamento)
5)      esprimersi con libertà attraverso la poesia dell’energia (decondizionamento) per riscoprire l’autentico.

Le prime 2 fasi si basano essenzialmente sulla presa di coscienza del proprio respiro, sull’autoascolto, sulla percezione del corpo nella sua staticità e nelle sue  prime vibrazioni gestuali.

La terza fase è essenzialmente dinamica e rimanda ad una sorta di meditazione immaginativa unita al gesto intenzionale.

La quarta fase è il cuore di tutto il sistema. Si inizia a condizionarsi per poi decondizionarsi (nella quinta fase) e riscoprire la libertà del gesto espressivo.

Per condizionamento si intende la necessità di apprendere la grammatica del movimento, ovvero le regole dei movimenti che seguono i movimenti fondamentali dell'uomo: sollevare/schiacciare, spingere/tirare, torcere, aprire/chiudere, alzare/abbassare. Attribuendo ad ogni azione formale un contenuto emozionale e ideativo preciso, si aiuta a trasformare  il movimento in gesto intenzionale.

La quinta fase è di liberazione. Una volta comprese le regole del proprio linguaggio corporeo  il praticante inizia ad esprimere se stesso attraverso la composizione della poesia del movimento che è sempre  unica ed irripetibile  perché frutto del personalissimo sentire soggettivo. Tutto questo è possibile grazie alla costruzione del movimento, utilizzando  arbitrariamente i  princìpi sopraelencati.

Al termine dell'attività i bambini sono stati  stimolati dalle domande del conduttore, al fine di condurli gradualmente all’autointerrogazione, ovvero all’indagine di sé, in modo da consentire quello scavo archeologico necessario per portare alla luce la propria autenticità più profonda. Domandando si stimola la riflessione e si aiuta a sensibilizzare all’autoascolto.

I piani di indagine sono essenzialmente quattro: sensazioni corporee, visualizzazioni, emozioni provate, pensieri.

E’ importante domandare non solo cosa si sia provato ma anche cosa si pensi di ciò che è stato esperito, chiedendo se quello che è emerso sia ritenuto importante ed autentico e se sia necessario chiarirne la natura per poi coltivarlo, trasformarlo, ecc.

Tutto ciò che il bambino esperisce deve poter essere, se lo ritiene frutto della propria sincera visione interiore, alimentato e nutrito in modo da consentire una progressiva crescita interiore durante tutto il percorso formativo.

In sintesi è stato importante:

- Tenere un registro  in cui sono state riportate le sensazioni soggettive  in modo da effettuare una discussione di gruppo.
- Provare a rappresentare con i colori a dita (o con i pennelli) ciò che è stato avvertito/ visualizzato
- Il gruppo ha potuto commentare il disegno fatto dal singolo, esprimendo sensazioni personali.
- L’autore ha potuto successivamente confermare o disconfermare, approfondendo l’analisi dei propri vissuti relativa all'attività svolta.

Fonte: Istituto comprensivo Limite sull'Arno

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