
Le famiglie di Ponte a Egola vittime del crack immobiliare della cooperativa 'Primavera 90' tornano a farsi sentire: Alfredo Sorace si è fatto portavoce dei 24 nuclei familiari durante la Consulta che si è svolta in presenza degli assessori David Spalletti e Marzia Fattori, del consigliere Pd Giacomo Pannocchia, dell'architetto Antonino Bova e del vicesindaco Chiara Rossi.
Secondo quanto riportato da 'Il Tirreno' Sorace ha fatto il punto della situazione sottolineando il mancato supporto da parte del Comune nei confronti delle persone coinvolte nella vicenda. Inoltre il cittadino ha ribadito il rifiuto dell'architetto Bova di "rivedere le errate valutazioni dei costi dei terreni e delle case effettuate dalla precedente e dall'attuale amministrazione".
Queste famiglie di Ponte a Egola hanno pagato per una casa che in realtà non gli appartiene. Ci vivono ma con la paura di vedersi arrivare da un momento all'altro una notifica di sfratto e, nonostante abbiano già pagato regolarmente per diventarne i proprietari, rischiano di dover pagare una seconda volta.
Gli acquirenti inizialmente versarono l'intera quota, compresi i soldi per il rogito dal notaio. Nonostante i solleciti, il rogito non è mai stato sottoscritto e con la richiesta di fallimento avanzata dalla cooperativa 'Primavera 90' nel 2009 la situazione si è bloccata definitivamente.
Queste persone abitano quindi in case che sulla carta sono ancora di proprietà della cooperativa in fallimento, non intendono subire le minacce di sfratto, visto che da tempo ormai subiscono danni morali e materiali. Le vittime non si sentono tutelate dal Comune, che ancora una volta non ha preso alcun impegno ad attivarsi e presso gli enti preposti per trovare una soluzione: "una volta tanto la politica deve fare il proprio dovere e non demandare sempre alla magistratura il compito di fare giustizia".
Notizie correlate
Tutte le notizie di San Miniato
<< Indietro