
Si sono concluse nei giorni scorsi delle complesse e delicate indagini di polizia giudiziaria nel settore degli aiuti all’agricoltura, che hanno permesso di scoprire una truffa perpetrata dal titolare di un’azienda agricola operante nella provincia di Arezzo.
L’attenzione dei finanzieri della Brigata di Sansepolcro si è focalizzata sul controllo dei requisiti dichiarati dall’imprenditore per l’ottenimento dei finanziamenti pubblici, accertando l’indebito conseguimento di contributi sotto forma di rimborso di premi assicurativi di copertura rischi per danni atmosferici sulle colture.
Il contributo, infatti, per legge, ha l’obiettivo di promuovere interventi di prevenzione per far fronte ai danni alle produzioni agricole nelle zone colpite da calamità naturali o eventi eccezionali e rappresenta una misura volta ad incentivare la stipula di contratti assicurativi contro i danni alla produzione ed alle strutture.
Nello specifico, l’imprenditore ha richiesto con autocertificazioni indebiti rimborsi di premi assicurativi, indicando falsamente un valore assicurato superiore alla resa media produttiva aziendale prevista dalla normativa di riferimento per le colture di peperoni e di tabacco.
A questo scopo sono state emesse false fatture in vendita e contabilizzati fittizi acquisti di acqua per l’irrigazione, piantine e concimi, al fine di dissimulare la reale capacità produttiva aziendale.
E’ stata inoltre accertata, su taluni appezzamenti, la mancata corrispondenza tra la tipologia di prodotto realmente coltivato ed assicurato con quella indicata, invece, nel prescritto fascicolo aziendale.
Al soggetto è stata contestata anche la truffa ai danni di diverse Compagnie Assicuratrici, poiché, al fine di ottenere indebiti risarcimenti, denunciava irreali danni alle colture causati da eccezionali eventi atmosferici avversi (quali grandinate, venti, piogge e colpi di sole), in realtà mai verificatisi, ma che erano da addebitarsi, invece, in molti casi, al mancato rispetto della “buona pratica agricola” atta a scongiurare la perdita del raccolto.
La condotta fraudolenta, posta in essere dall’imprenditore negli anni dal 2010 al 2014, ha procurato al medesimo indebiti profitti per oltre 1 milione di euro.
Il titolare dell’azienda agricola è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per i reati di truffa aggravata nei confronti dello Stato e nei confronti di imprese assicurative, ai sensi degli articoli 640 e 640 bis del Codice Penale, nonché deferito alla Magistratura contabile.
Il servizio è da inquadrarsi nel costante impegno delle Fiamme Gialle di Arezzo nel controllo sulla correttezza di erogazioni dei fondi pubblici, a tutela del bilancio dello Stato e della concorrenza leale fra imprenditori.
Fonte: Guardia di Finanza di Arezzo
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