Grandi scoperte alla Villa Romana di Limite, due open day per conoscere le novità

La Villa Romana di Limite sull’Arno continua a crescere nel vero senso della parola. Dal 2 maggio è partita una nuova campagna di scavo riservata a studenti, laureandi e dottorandi del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. I dieci ragazzi/e selezionati dal bando dell’Università hanno scavato, guidati dal professor Federico Cantini di UniPi e hanno fatto grandi scoperte.

Scoperte che si potranno toccare con mano sabato 4 e domenica 5 giugno, con degli appositi open day. Infatti, sabato 3 e domenica 4 giugno la villa romana di via Palandri aprirà le porte ai visitatori. Dalle 16,00 alle 20,00 di sabato 3, dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 16,00 alle 20,00 di domenica 4, sarà possibile vedere da vicino i resti del complesso e le ultime vasche termali emerse dagli scavi.

"Lo scavo sta confermando l'importanza del complesso" ha rivelato il sindaco di Capraia e Limite Alessandro Giunti. E infatti è stato trovato un antico calidario, una parte dedicata alle terme con tanto di tubuli per portare l'aria calda nelle vasche e di fistola in piombo per fare defluire l'acqua. Lo ha annunciato lo stesso professor Cantini, il quale ha mostrato gli scavi e i 'marchingegni' utilizzati nel IV secolo d.C.

Non è finita qui, perché l'équipe del professor Cantini ha scoperto cose molto importanti: "Possiamo confrontare la struttura 'd'ingresso' con quella dodecagonale di Costantinopoli o con il palazzo di Costantino a Roma. Sono simili alla Villa Romana, che però venne costruita con un sistema che evitasse cedimenti precoci".

Un'ottima notizia per quanto riguarda anche il turismo perché un'area del genere ha pochi eguali in Italia. Quella che si può ammirare oggi in via Palandri in zona Oratorio è solamente una piccola parte dell'antica Villa Romana, che si estendeva anche in zone adesso occupate da abitazioni e fabbriche dismesse. I lavori per ora sono portati avanti da UniPi col supporto del Comune e da settembre riprenderanno con il contributo economico dell'amministrazione comunale.

Il complesso- ricordiamo- è appartenuto a Vettio Agorio Pretestato, governatore della Tuscia e dell'Umbria nel periodo precedente al 362 d.C. e prefetto dell'Urbe fino al 384, anno della sua morte, poco prima di diventare console. Pretestato era uno degli ultimi strenui difensori della religiosità pagana, in un momento in cui il cristianesimo, dopo l'Editto dell'imperatore Costantino del 313 d.C., stava prendendo campo tra la popolazione romana.

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