
Una storia d'altri tempi, una bella storia dell'Italia degli anni '70. E' l'Italia operaia e, correva l'anno 1973, don Renzo Fanfani incontrò a lavorare in vetreria a Empoli il giovane Domenico Pitimada. Domenico era un giovane 16enne emigrato dalla Calabria, da solo senza i propri genitori rimasti al sud.
Don Renzo accolse Domenico in casa sua, nel 1977, quando gli fu assegnata la chiesa della Tinaia. I due dividevano le spese come una vera e propria famiglia. Come un padre, o un babbo, e un figlio. Anche quando Domenico si è sposato i due hanno deciso di continuare a vedersi. Almeno qualche volta alla settimana, per rimanere sempre insieme. Oggi, in questo caldo 30 maggio a Empoli, lo ricordano nel giorno della sua scomparsa.
"Andai a lavorare nella sua officina come fabbro - racconta commosso Domenico Pitimada a gonews.it - Prima per me era soltanto un hobby, poi diventò un lavoro. Mi ha insegnato a lavorare alla forgia il ferro battuto e per questo lo chiamavo sempre 'maestro'. Devo tutto a lui: quando si è ritirato mi ha lasciato l'officina, Fabbri alla Tinaia il nome, per far partire la mia attività. Lui veniva comunque a controllare e dare un'occhiata. Ci teneva al lavoro, sopratutto per quello che riguardava la forgia".
Un prete operaio che ha speso la propria vita per gli altri. Tutto quello che aveva, tutto quello che poteva Don Renzo Fanfani lo dava a chi ne aveva più bisogno, ai più poveri. E quando poteva scendeva in piazza per difendere i diritti degli operai, al fianco dei quali è sempre stato in prima linea: "Ogni anno per il 1° Maggio - prosegue nel suo racconto Domenico - tirava sempre fuori cartelli con scritte diverse. Don Renzo si è sempre schierato al fianco della classe operaia, ma riusciva comunque a mettere d'accordo tutti col suo carisma e modo di fare, comunisti e democristiani".
Don Renzo ha portato anche in alto la Costituzione italiana, come racconta Domenico, regalandone una a tutti i ragazzi che passavano a Cresima con lui: "Da lì in poi cominciarono a farlo anche altri preti, aveva una visione del mondo libera e aperta che forse era avanti di 20 anni". Tra gli aneddoti anche quando portò l'ex presidente della Repubblica Scalfaro alla Casa del Popolo di Avane per parlare proprio della Costituzione. Per ultime le suore coreane rimaste a lungo in missione a Empoli e da poco tornare nel proprio paese d'origine.
Se per Domenico Don Renzo Fanfani è stato un padre, per il figlio Giacinto non ha che potuto rappresentare la figura di un nonno: "Per entrambi - racconta Giacinto Pitimada a gonews.it - è stato un maestro del mestiere e della vita. Siamo stati la sua seconda famiglia e lo abbiamo vissuto fino alla fine dei suoi giorni". Tra i tanti insegnamenti di Don Renzo, Giacinto ne ricorda sopratutto uno. Un consiglio, un incoraggiamento che ricevette da adolescente e che riportiamo: "Nessuno sa cosa lo aspetta domani. Dimostrati all'altezza dei tuoi sogni e delle tue aspettative, ricorda la dove c'è volontà risiede il potere di cambiare le cose. Rispetta e aiuta il prossimo come se fosse un tuo familiare e soprattutto... abbi fede". "Renzo vivrà sempre nel cuore e i suoi insegnamenti nei gesti delle persone che lo hanno conosciuto" conclude Giacinto.
Giorgio Galimberti
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