
"Il giorno di tre anni fa in cui sono diventata Sindaco di Empoli avevo tanti pensieri, molti dubbi e alcune certezze. Una di quelle era che il nostro primo S.Andrea d'Oro del 2014 doveva essere assegnato a lui, Don Renzo Fanfani all'uomo simbolo di tante battaglie civili, alla guida morale e spirituale che aveva accompagnato Empoli per tanti anni, all'amico che avevo incrociato fin dai primi momenti di interesse verso la politica e i cui insegnamenti mi si erano attaccati addosso molto di più di qualunque altro consiglio dato da compagni di partito. Non siamo mai pronti a dare l'ultimo saluto, lo siamo ancora meno quando a lasciarci è una persona che ha lasciato un segno così profondo nella nostra comunità. Ciao Renzo, mi mancherai e ci mancherai e saremo per sempre grati di aver potuto condividere con te un tratto di strada di quel vorticoso e imprevedibile viaggio che è la vita".
«Ufficiale, vetraio, fabbro, prete operaio, parroco di Spicchio, Tinaia, Avane, Pagnana, maestro di vita, Don Renzo Fanfani per tutti, Renzo. Alle parole ha sempre preferito i fatti - ha scritto nella nota ufficiale a nome dell'amministrazione empolese il sindaco Barnini -. Con l'esempio ha fatto avanzare idee e simboli. La sua doppia fede nella Bibbia e nella Costituzione ha saputo unire mondi lontanissimi. Ultimo tra gli ultimi non per professione ma per scelta. Un uomo innamorato della vita, dell'impegno sociale e civile. Un punto di riferimento per una comunità intera, che con intelligenza, curiosità e voglia di provocare riflessioni ha saputo attraversare tante frontiere. Ti salutiamo oggi mettendo insieme i pezzi di ricordo che hai disseminato in ognuno di noi. Ciao Renzo, Empoli ti sarà sempre grata».
Il Circolo arci e la Casa del Popolo di Avane manifestano il proprio cordoglio con questo messaggio:
"Ricordiamo di lui il suo essere impegnato per le battaglie civili, per la difesa della Costituzione, del cui Comitato è stato anche presidente, per la difesa dei diritti e delle persone più deboli.
Don Renzo ha sempre ritenuto giusto e doveroso schierarsi e lo ha fatto sfidando talvolta anche i diktat della Chiesa, con la quale ha sempre avuto un dialogo schietto, seppure sia stato sempre un uomo di grande fede. Lo stesso dialogo lo ha avuto con noi, con i cittadini, i credenti, le istituzioni perché Renzo aveva il dono di sapere parlare con tutti e talvolta, da uomo libero, di illuminare il pensiero di tanti.
Le sue battaglie sono spesso state anche le nostre e tante volte siamo stati insieme sulla stessa sponda: per tutti questi motivi Don Renzo fanfani è una perdita pesante per la nostra frazione e per tutto il nostro territorio. Ciao Renzo, che la terra ti sia lieve!"
""Se ne va un punto di riferimento nella fede e per la vita della città. Don Renzo ha insegnato molto a tutti. Ci mancherà'' così lo ricorda Enrico Sostegni.
L'onorevole Dario Parrini scrive così su Facebook:''Addio don Renzo Fanfani, impegno religioso e civile insieme, la forza gli ideali, il calore di un'umanità profonda, acuta, mai doma. Hai lottato tanto, aiutato tanto, lasciato un segno indelebile in tante donne e uomini, ragazze e ragazzi. Una vita piena di passione ben spesa. A beneficio di chi ha avuto più bisogno e di una comunità intera. Un esempio e, anche nella critica, un punto di riferimento''.
A Sostegni e Parrini si unisce anche Jacopo Mazzantini, segretario Pd Empoli.
Il ricordo di Vittorio Bugli, assessore regionale ed ex sindaco di Empoli: “Con la perdita di Renzo Empoli ha da esser triste perché se n’è andato uno dei più bei protagonisti della sua vita di comunità. Pochi sono quelli che non l’hanno conosciuto perché a un certo punto, quando c’era da farlo, Renzo arrivava sempre. Arrivava quando pensava che la città non percepisse la necessità di una lettura adeguata, indispensabile, di quello che stava accadendo alla società. Arrivava con il suo spirito critico, la sua lettura “diversa”, sempre aperta, caricata da una grande capacità comunicativa. Sollecitava riflessioni, interpretazioni, sempre dal punto di vista dei più colpiti, fossero i giovani del quartiere o gli abitanti delle case popolari, le ospiti del carcere del Pozzale o chi si era perso in percorsi difficili. E provava a lanciare un’idea, la strutturava con un progetto, la presentava ai cittadini, perché senza la loro partecipazione non la riteneva valida per andare avanti, e alle istituzioni, perché per quelle c’era sempre tanto pungolo, ma anche grandissimo rispetto. Animatore perenne, praticava il suo ruolo di parroco non solo in parrocchia ma principalmente fuori di essa: vero interprete di quella "chiesa in uscita" tanto cara, oggi, a Papa Francesco. Non solo per la sua figura di prete-operaio perennemente a dirti che voleva stare in mezzo alla società, là dove si lavora, ma anche perché sempre protagonista in tutti i progetti del quartiere e della città insieme ai soggetti principali che li portavano avanti. Tutti gli anni veniva in consiglio comunale con i ragazzi passati a Cresima, cioè passati ad essere “soldati del Signore” e provava a farli divenire anche cittadini attivi con la consegna della Costituzione da parte del Sindaco. Perché Renzo era anche questo: un prete e un uomo che aveva a riferimento del suo pensiero e delle sue azioni la Bibbia e la Costituzione” .
Un singolare ricordo invece arriva dal consigliere di opposizione a Montelupo Fiorentino Daniele Bagnai:
"Non intendo recitare panegirici post mortem che non mi sono congeniali e non gli farebbero piacere, ma ne voglio ricordare l’amore profondo per Cristo e la Sua Chiesa, cui univa , dal Suo punto di vista scelte laicali di natura politica che ci hanno frequentemente diviso , ma non hanno mai fatto mancare la stima per il suo operato.
Forse non ho mai compreso fino in fondo il suo sentirsi 'prete operaio', ritenendo che il sacerdozio sia già per sua natura missione assorbente non necessitante di altre appendici, ma ho nella mia camera il segno tangibile della sua maestria; un letto in ferro battuto con una testata in vetro, pezzo unico che univa le sue capacità manuali di vetraio e di fabbro.
Grazie don Renzo della tua generosità umana , e per quanto mi riguarda , insieme a mia moglie ti raccomando una preghiera per la nostra vita coniugale; forse d’ora in avanti, guardando quel letto riuscirò a comprendere meglio che probabilment , diversamente da quanto confesso essermi apparso, il tuo essere 'prete operaio' non intendeva costituire una scelta ideologica , ma un modo per interpretare meglio la vocazione al sacerdozio"
Il ricordo del Comitato per la difesa della Costituzione Empolese-Valdelsa
“Oggi ci ha lasciato Don Renzo Fanfani, il “nostro” Presidente, del Comitato per la difesa della Costituzione.
Fra i tanti che piangono la sua scomparsa o lo commemorano crediamo di interpretare il sentimento di molti che lo hanno conosciuto ricordandolo come uomo simbolo del nostro territorio in un lungo periodo della storia cittadina, così come fu ricordato quando la Città gli conferì, nel 2014, il Sant’Andrea d’Oro.
E’ stato simbolo come prete, sempre dalla parte dell’ascolto e dell’accoglienza, ma anche dell’esempio e della concretezza. Lo è stato come lavoratore, come operaio e compagno dei tanti operai cittadini empolesi, nostri genitori.
Così molti di noi lo hanno conosciuto, forse più per il suo essere uomo di fabbrica che di chiesa.
Compagno di fabbrica e compagno di strada: attento ai bisogni degli ultimi e sempre con il Vangelo e la Costituzione in tasca con cui attrezzava i giovani cresimati a diventare futuri cittadini del mondo.
Spesso diceva, ironicamente: nella Bibbia ci sono tante cose buone e giuste, ma se non bastasse, meglio avere una Costituzione come la nostra dove trovano riconoscimento e tutela i valori supremi dell’umanità: dignità, uguaglianza, giustizia e, da qui, l’esortazione a difenderla e a chiederne il rispetto, sempre!
E allora, quasi 13 anni fa, ci siamo ritrovati con quest’uomo per condividere un percorso di conoscenza, di approfondimento, dei valori, del senso e significato profondo della Carta Costituzionale che ci ha consapevolmente portato ad operare per la sua difesa e la sua divulgazione, a denunciare e respingere i numerosi attacchi al cuore della democrazia mascherati da esigenze di rinnovamento e modernità fasulle, nel 2006 come nel 2016.
Renzo è stato esempio ed artefice di questo impegno civile che ci lascia ora in eredità come patrimonio di vita e di umanità.
Ne avremo cura e continueremo a tenerlo vivo, come l’affetto che si ha per le persone care . Grazie, Presidente”.
Il cordoglio della vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi per la scomparsa di Don Renzo Fanfani
"La morte di don Renzo Fanfani ci addolora particolarmente, perché ci priva di una delle personalità più significative che la Chiesa fiorentina ha saputo esprimere nella feconda età post-conciliare". Lo dichiara la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi, commentando la scomparsa di quello che per tutti era il 'prete operaio' per antonomasia.
"Sempre attento alle esigenze dei più deboli, con la sua scelta di vivere concretamente la pastorale del lavoro, operaio tra gli operai, don Renzo ha rappresentato per tutti i cattolici un punto di riferimento costante - aggiunge Di Giorgi - Di lui ci piace ricordare l'appassionata difesa dei valori della pace e della dignità umana, e l'impegno civile intransigente e costante che lo ha accompagnato fino alla fine. Con don Renzo - conclude la senatrice - scompare un punto di riferimento per tutta la comunità ecclesiale, ma il suo messaggio e il suo esempio resteranno sempre con noi".
Nardella: "Le sue parole avevano sempre un sigillo di autenticità"
"Operaio sotto ogni profilo: ha continuato a lavorare sempre non dimettendo la passione evangelica e l'attenzione ad un vivere civile che parta sempre dagli ultimi"
"Don Renzo Fanfani - dichiara Dario Nardella, Sindaco Metropolitano di Firenze - è stato operaio sotto ogni profilo, anche quando si è apparentemente ritirato nella stagione dell'età più lunga. Ha continuato a lavorare sempre, non dimettendo l'attenzione ad un vivere civile che partisse dagli ultimi, dagli scartati. Lo sguardo interiore di don Renzo è stato animato da una grande passione evangelica, per la quale tanti presbiteri videro nelle fabbriche un gregge lasciato solo con cui condividere invece la sorte. Le sue parole non potevano lasciare indifferenti, perché in esse si avvertiva sempre il sigillo dell'autenticità".