Il Consiglio regionale riapre con la mozione sulla Palestina

(foto di archivio)

Riapre con la mozione sulla Palestina la seduta del Consiglio regionale iniziata ieri.

E' una mozione sulla Palestina ad aprire i lavori del Consiglio regionale della Toscana. Numerose le mozioni in discussione nella seduta odierna che vedono tra i vari temi: le azioni da porre in essere per introdurre una legislazione che garantisca maggiore flessibilità e minori oneri fiscali circa il lavoro stagionale nel settore agricolo ed in altri settori economici, la registrazione dell'assenso o diniego alla donazione dei propri organi e tessuti sulla carta d'identità all'atto del rilascio o rinnovo della stessa, le disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento Ue relativo alle norme di commercializzazione dell'olio di oliva, una moratoria sulla realizzazione di nuovi impianti di cremazione, la rimodulazione della tariffa del servizio idrico integrato che tenga conto del numero dei componenti del nucleo familiare, la tutela dei cittadini nei confronti delle chiamate telefoniche promozionali indesiderate, e le attività formative e di aggiornamento dei maestri di sci operanti nei comprensori toscani.

Semplificazione, rappresentante unico regionale in Conferenza dei servizi e procedura più rapida per parere Collegio dei revisori.

Un rappresentante unico regionale nella Conferenza dei servizi, la trasmissione contestuale, da parte delle strutture preposte, a Giunta e Consiglio degli atti sottoposti al parere del Collegio dei sindaci revisori. Sono le novità inserite nel pacchetto di provvedimenti approvato dal Consiglio regionale della Toscana che consente ulteriori passi avanti nell’ambito della semplificazione amministrativa.

“Abbiamo adeguato la normativa in materia di conferenza dei servizi, semplificando notevolmente i passaggi previsti finora; in questo modo si evita che la Giunta debba esaminare due volte il provvedimento, la prima al solo fine dell’invio al Collegio, per poi successivamente approvarlo con deliberazione per l’invio al Consiglio. – ha illustrato Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd e presidente commissione Affari istituzionali– L’introduzione del rappresentante unico regionale in Conferenza dei servizi invece rende più rapide determinate funzioni. Una sola figura esprimerà la volontà della Regione, questo farà sì che i cittadini possano avere risposte più veloci e chiare”

“Si tratta di modifiche all’apparenza piccole ma che determinano in maniera netta uno snellimento delle procedure. – ha dichiarato Leonardo Marras, capogruppo Pd nell’assemblea toscana – Sono elementi di civiltà, che possono sembrare scontati ma che scontati finora non lo erano e che possono decisamente migliorare ancora l’attività della Pubblica amministrazione toscana. D’ora in poi la Regione si dovrà presentare alle Conferenze con una posizione unica, già maturata precedentemente, un salto di qualità per poter finalmente dare ai cittadini le risposte chiare che meritano nei tempi più celeri. L'attuazione progressiva della riforma Madia sta producendo un avanzamento della pubblica amministrazione che semplifica se stessa e il rapporto delle imprese con gli enti pubblici”.

Terme Casciana: Bugli, stiamo lavorando per trovare soluzione adeguata

“Sono in corso contatti per corrispondere, contemporaneamente, alle esigenze dettate dal Consiglio, e dal relativo piano di razionalizzazione delle partecipate, e a quelle che giustamente sono poste dal Comune di Casciana Terme Lari”. Così l’assessore regionale, Vittorio Bugli, nella sua risposta all’interrogazione presentata da Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) in merito alla vendita delle quote di partecipazione possedute dalla Regione nel capitale sociale di Terme di Casciana spa.

“A oltre un mese dall’approvazione del bando – ha spiegato l’assessore – non sono ancora pervenute manifestazioni di interesse all’acquisto della partecipazione detenuta dalla Regione nelle Terme di Casciana, partecipazione che rappresenta il 75,66 per cento del capitale della società”. Nel ricordare che il termine scadrà il prossimo 31 maggio, Bugli ha informato il Consiglio che il Comune di Casciana Terme Lari ha presentato alla Regione una proposta “di tipo informale” a febbraio scorso con la quale il sindaco “non manifesta l’intenzione di acquisire le azioni detenute dalla Regione nella società Terme di Casciana, ma propone la retrocessione degli stabilimenti termali, gravati da mutuo, di cui Bagni di Casciana detiene l’usufrutto, alla proprietaria Terme di Casciana per poi provvedere alla messa in liquidazione di quest’ultima con conseguente assegnazione dei beni ai soci, Regione e Comune”.

“Il Comune in particolare – ha proseguito Bugli – propone l’assegnazione totale delle quote di Bagni di Casciana all’ente comunale e la relativa diminuzione della percentuale di proprietà dell’immobile assegnata in comunione a Regione e Comune. La società Bagni di Casciana si farebbe carico di un affitto per l’utilizzo degli stabilimenti termali”. L’assessore ha quindi spiegato che la soluzione prospettata dal Comune “non risponde a quanto richiesto nel bando di manifestazione di interesse per cui, sebbene non formalizzata, non potrebbe essere presa in considerazione ai fini del bando stesso”. La procedura per la cessione della partecipazione è infatti già regolamentata dal piano di razionalizzazione che prevede l’iter da seguire per la dismissione della partecipazione. “Se ci saranno riscontri al bando – ha spiegato – si procederà con un’asta pubblica per la vendita delle quote. Nel caso non vi siano manifestazioni di interesse, la Regione potrà valutare l’opportunità di procedere all’asta pubblica. Nel caso di espletamento della gara, il bando pubblico dovrà essere pubblicato entro il 30 settembre. A seguito di un eventuale esito negativo della manifestazione e della gara pubblica, si procederà ad effettuare un’offerta formale di acquisto al socio Comune”. “In caso di esito negativo dell’offerta di acquisto del Comune – ha spiegato ancora l’assessore – la Regione potrà procedere allo scioglimento e alla messa in liquidazione della società detenendo la maggioranza del capitale sociale. In questo caso la Giunta potrà dettare criteri di liquidazione finalizzati all’assegnazione dei beni immobili di interesse pubblico che dovessero residuare dopo il soddisfacimento dei creditori sociali”.

Bugli ha inoltre confermato che della manifestazione è stata data “ampia informativa”. “Il bando è stato pubblicato sulla banca dati della Regione fin dal giorno della sua certificazione, sul Burt e su giornali a tiratura nazionale”. “Abbiamo ancora alcuni giorni davanti e continueremo a lavorare nell’interesse pubblico”.

Parzialmente soddisfatto della risposta si è detto Donzelli che pure ha rimarcato “l’incapacità delle amministrazioni regionale e comunale delle quali non abbiamo granché fiducia”. “Vedremo – ha concluso – se nei prossimi giorni sarà trovata una soluzione evitando così di recare danno al territorio e alle casse pubbliche”.

Vicenda Cantone, pressing Pd in aula sui 5 Stelle

«Mi rivolgo al sindaco Nogarin: ma dove sta l’eroismo nel dimettersi perché un consigliere si è dimenticato di dichiarare due società a Malta? Ieri abbiamo celebrato Capaci, l’eroismo è un’altra cosa… è una parola che andrebbe protetta nel vocabolario italiano. Non è eroico dimettersi perché si omette di dichiarare il possesso di due società a Malta. Non è eroico chiedere che le riunioni d’aula durino mezzora in più, o che comincino con puntualità. Perché è questo il contributo effettivo che l’eroe Cantone ha dato in questo Consiglio».

Lo ha detto Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, presentando la mozione “in merito all’opportunità di implementare l'anagrafe pubblica dei consiglieri e degli assessori regionali relativamente agli aspetti concernenti la trasparenza patrimoniale e associativa” e facendo esplicito riferimento alla nota vicenda dell’ex consigliere M5S Enrico Cantone.

La mozione, approvata a maggioranza, impegna il Consiglio regionale “tramite l’Ufficio di Presidenza, ad implementare la disciplina relativa all'anagrafe pubblica dei consiglieri e degli assessori regionali per quanto riguarda gli aspetti concernenti la trasparenza patrimoniale e associativa con particolare riferimento ai diritti reali su beni immobili e mobili, partecipazioni in società quotato e non quotate o intestazioni fiduciarie riguardanti patrimoni posseduti all’estero”.

Durante l’intervento di Marras, alcuni consiglieri Pd hanno esibito copie dell’Espresso, il settimanale che ha svelato alcuni retroscena della vicenda Cantone ed, in particolare, il fatto che fu il periodico stesso a “ricordare” all’esponente pentastellato la proprietà di due società a Malta.

«La politica ed il ruolo istituzionale hanno dei confini – ha detto Marras – e credo che sia stato commesso un duplice errore. Io penso che nessuno debba dimettersi perché si è dimenticato una banalità, così come ci è stata raccontata, può capitare – ha ironizzato il capogruppo – di andare a Malta di fare due società, come a volte succede: vai in un posto, perdi una cosa, la ritrovi dopo anni… L’eccesso della reazione a una vicenda banale, quindi, la rende grave e ci incuriosisce. Dunque, nessun eroismo, perché a un certo punto i cittadini si chiedono: ma perché si è dimesso, non ci sarà qualcosa d’altro?».

E’ stata quindi la vicecapogruppo del Pd, Monia Monni, ad approfondire quel “qualcosa d’altro”.

«Il nostro obiettivo è perseguire la trasparenza massima negli atti del Consiglio regionale e dei suoi consiglieri – ha detto Monni riferendosi alle motivazioni della mozione – Una trasparenza che è mancata nel caso della vicenda Cantone. Oggi, il silenzio dei 5Stelle è inquietante. Rispondete a una semplice domanda: visto che Cantone ha dichiarato di aver condiviso la scelta di dimettersi con Grillo, Di Maio e i vertici regionali del partito, vi ha messo al corrente della mail dell’Espresso, ne eravate al corrente? Insomma, o siete bugiardi voi o è bugiardo Cantone».

Monni ha poi parlato della “pretesa superiorità morale” del M5S, ricordando che su 17 amministrazioni locali governate dai grillini 13 hanno guai giudiziari.

«Sarà la magistratura a svolgere le indagini – ha proseguito Monni – ma le valutazioni politiche spettano a noi. La differenza non sta nelle persone, ma nella capacità di mettere in campo armi di distrazioni di massa, fake, bufale e blog che travisano la realtà».

Nel corso del dibattito, anche Antonio Mazzeo e Francesco Gazzetti hanno preso la parola per spingere Giannarelli a rispondere alle domande dai consiglieri Pd.

«Le risposte le dovete non a noi, ma ai cittadini – ha detto Mazzeo – Ripeto la domanda: Cantone ha mentito da solo o lo ha fatto insieme a voi? Sapevate della mail dell’Espresso? Rispondete! Siamo stufi della doppia morale, facciamo valere le ragioni della verità”.

«Le domande che poniamo – ha detto Gazzetti – travalicheranno le mura di quest’aula, state tranquilli. Averne le risposte, d’ora in poi, sarà una delle ragioni della mia vita politica. Se sapevate della mail dell’Espresso, perché avete definito le dimissioni di Cantone un gesto eroico? Come ho sempre sostenuto – ha concluso – continuo a non riconoscervi nessuna superiorità etica e morale”.

A questo punto Giannarelli ha tentato di “stoppare” il dibattito in aula, chiedendo alla presidenza di limitare gli interventi, ma dopo la veemente reazione del gruppo Pd si è visto costretto a prendere la parola. Secondo i consiglieri Pd, ammettendo di essere a conoscenza dell’inchiesta dell’Espresso e usando poi toni evasivi sui particolari della vicenda, Giannarelli ha mostrato un atteggiamento di sufficienza che non chiarisce e non risponde alle domande.

Nell’intervento conclusivo prima del voto sulla mozione il capogruppo Marras ha ribadito “l’opportunità di una valutazione della vicenda da parte dell’aula” e ha stigmatizzato il “tentativo di sminuirne il peso da parte di Giannarelli”,

«Prendete atto di una presunta superiorità morale che si è incrinata – ha detto Marras – una superiorità che non solo non esiste ma rischia di trasformarsi in piccoli gesti di disonestà intellettuale».

Terme Casciana: "Nessuna offerta, proposta Comune è irricevibile"

"Alla Regione Toscana non è pervenuta alcuna manifestazione d'interesse ufficiale per l'acquisto delle Terme di Casciana, neanche quella paventata del Comune di Casciana, definita soltanto informale ed irricevibile nei contenuti. A meno di una settimana dalla scadenza dei termini il Pd trovi una soluzione per salvare le terme". E' quanto afferma il capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale della Toscana Giovanni Donzelli, insieme al consigliere della lista civica "Insieme è Possibile" del Comune di Casciana Luca Fracassi, in seguito alla risposta fornita nell'assemblea toscana dall'assessore alle partecipate Vittorio Bugli.

"Il Comune ha presentato alla Regione una proposta di tipo informale con la quale il sindaco non ha manifestato l'intenzione di acquistare le azioni detenute dalla Regione nella società Terme di Casciana - spiegano Donzelli e Fracassi sulla base del testo della risposta della giunta - ma propone invece la retrocessione degli stabilimenti termali di cui Bagni di Casciana Srl detiene l'usufrutto (stabilimenti gravati da mutuo) alla proprietaria Terme di Casciana, per poi provvedere alla messa in liquidazione di quest'ultima con conseguente assegnazione ai soci (Regione e Comune) dei beni. Il comune, in particolare, propone l'assegnazione totale delle quote di Bagni di Casciana all'ente comunale e la relativa diminuzione nella percentuale di proprietà degli immobili, assegnati in comunione a Regione e Comune. La società Bagni di Casciana si farebbe carico di un affitto per l'utilizzo degli stabilimenti balneari".

"Abbiamo presentato l'interrogazione perché la proposta del Comune di Casciana è in contrasto con le direttive nazionali sulla dismissione delle partecipate - sottolinea Donzelli - per di più la proposta informale avanzata dal sindaco non risponde a quanto richiesto nel bando e non può essere presa in considerazione dalla Regione Toscana. Tuttavia - concludono Fracassi e Donzelli - una tematica così importante e di non facile soluzione non può essere lasciata sulle spalle di un Sindaco e di una Amministrazione che solo da pochi mesi hanno iniziato ad entrare nei meccanismi complessi della maggiore azienda di tutto il Comune e si trovano in evidente difficoltà, rinunciando a consultare non solo le commissioni ma addirittura la cittadinanza stessa, mai così privata di informazioni; la Regione stessa ha il dovere se non l’obbligo di partecipare attivamente alla ricerca di soluzioni alternative alla mera cessione mediante asta del pacchetto azionario di Terme o alla probabile liquidazione societaria".

Una Scelta In Comune, mozione unanime

Registrare l’assenso o il diniego alla donazione dei propri organi sulla carta d’identità all’atto di rilascio o di rinnovo del documento. Sì unanime dell’aula alla mozione presentata da Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) e sottoscritta da numerosi consiglieri regionali del Partito democratico, dopo aver accolto qualche emendamento Pd.

“Il programma ‘una scelta in Comune’ che consente a ciascun cittadino di dichiarare la propria volontà sulla donazione di organi – ha detto Sarti – ha consentito al 31 dicembre 2016 di avere già 164 comuni della Toscana, ovvero il 60 per cento, attivi su questo fronte”. “Adesso – ha concluso il consigliere regionale – dobbiamo raddoppiare l’impegno in modo che si possa arrivare al 100 per cento dei comuni e che questi siano pronti via via che ai cittadini viene sostituita la carta d’identità”.

Enrico Sostegni (Pd) è intervenuto in aula per sottolineare che gli emendamenti sono stati indirizzati solo ad “alcune parti della mozione, perché venisse riconosciuto il lavoro fatto dalla Regione” e la sua “battaglia di civiltà”. “La Toscana – ha aggiunto Sostegni – è terza dopo la provincia di Bolzano e l’Umbria, regioni in cui è stata maggiormente diffusa questa possibilità di scelta nell’anagrafe”.

Sì convinto all’atto anche da Lega nord “si parla – ha detto Elisa Montemagni – di dare vita nuova alle persone”.

Una Scelta In Comune, la mozione di Sì

Approvata all’unanimità in Consiglio regionale una mozione, presentata dai consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra Paolo Sarti e Tommaso Fattori, cui si sono aggiunte le firme di alcuni consiglieri PD, per implementare il servizio di registrazione della dichiarazione di volontà in materia di donazione di organi e tessuti presso gli uffici dell’anagrafe.

“Dal 2009 a livello nazionale è sancito che la carta d’identità possa contenere l'indicazione del consenso, ovvero del diniego, a donare i propri organi in caso di morte, mentre dal 2013 i comuni sono tenuti a trasmettere questi dati al Sistema informativo trapianti al fine di consentirne la consultazione, 24 ore su 24, ai centri di Coordinamento Regionali Trapianti. Ciò si aggiunge ad altre possibilità quali la compilazione di un modulo presso le ASL, la firma dell’atto olografo dell’Associazione Italiana Donatori d’Organi (AIDO), la dichiarazione in carta libera” ricorda Paolo Sarti.

“Ora con l’introduzione della Carta d’Identità Elettronica si potrà facilmente ampliare in tempi relativamente brevi la registrazione della volontà di ogni possibile donatore. Per questo è importante che in Toscana il progetto “Una scelta in Comune”, coordinato dalla Regione insieme a Federsanità Anci, Centro nazionale trapianti e AIDO, si estenda dagli attuali 164 comuni (60%) alla totalità delle amministrazioni locali”.

“Con la nostra mozione quindi chiediamo l’impegno di tutti, un segno di civiltà e rispetto per la vita, in considerazione della possibilità di cura che ne deriverebbe per i tanti pazienti in lista di attesa per il trapianto” termina Sarti.

Agricoltura, la mozione sul lavoro stagionale

Sì dell’aula a testo condiviso che impegna la Giunta regionale ad attivarsi perché il Governo ed il Parlamento elaborino prontamente una legislazione che garantisca maggiore flessibilità e minori oneri fiscali rispetto al regime della contrattualistica a tempo determinato per i lavoratori occasionali in agricoltura.

La mozione è stata presentata da Marco Casucci (Lega nord) ed è stata approvata dopo aver accolto emendamenti del gruppo Pd. “Occore riportare i voucher per alcuni lavori stagionali specialmente nel settore dell’agricoltura – ha detto il consigliere Casucci – perché quei lavori hanno la caratteristica di essere svolti solo in determinati periodi dell’anno”.

“Siamo arrivati ad un testo condiviso – ha detto Marco Niccolai (Pd) – in ordine ai temi trattati nella mozione e vista la nostra sensibilità sulla questione del settore agricolo. L’abrogazione dei buoni lavoro lascia aperto il tema della copertura normativa. Stante la stagionalità e i periodi di raccolta si ha necessità di una normativa che dia garanzia ai lavoratori del settore e ne permetta un’adeguata flessibilità. C’è un vuoto normativo da colmare”

Anagrafe pubblica, il Consiglio approva l’atto presentato dai consiglieri Leonardo Marras e Monia Monni, PD

“I fatti di cronaca e le dimenticanze di società a Malta ci hanno portato a presentare una mozione per impegnare il Consiglio regionale, tramite l’Ufficio di presidenza, ad implementare la disciplina relativa all’anagrafe pubblica dei consiglieri e degli assessori regionali in merito alla trasparenza patrimoniale e associativa, con particolare riferimento ai diritti reali su beni immobili e mobili, partecipazioni in società quotate e non quotate o intestazioni fiduciarie riguardanti patrimoni posseduti all’estero”. Così il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras, firmatario – insieme alla collega Monia Monni – della mozione che ha acceso in aula un lungo dibattito e che è stata poi approvata all’unanimità.

“Quando c’è un consigliere che si dimette occorre parlarne”, ha precisato Marras, “la vicenda è talmente banale che ci pone di fronte ad una reazione spropositata”, ha affermato riferendosi alle dimissioni dell’ex collega Enrico Cantone. “Vorrei chiedere al sindaco Nogarin: dove sta l’eroismo nel dimettersi per una dimenticanza?”. Decisione che poi si è anche portata dietro uno “sconquasso all’interno del gruppo Movimento 5 stelle, andando ad incidere su posti di lavoro di dipendenti”, ha concluso Marras.

Da parte di Gabriele Bianchi (M5S) è partita la richiesta di inserire un emendamento per rendere pubblici, ai cittadini, finanziamenti, costi e contributi per la campagna elettorale. Ed è stato lo stesso presidente Eugenio Giani a ricordare che tale normativa è già prevista: il problema per il Consiglio regionale è la capacità di controllo.

Secondo Claudio Borghi (Lega nord), “le dimenticanze non sono particolarmente eroiche e non richiedono dimostrazioni di stima per chi si dimette: con questi atteggiamenti continuiamo a dare forza all’antipolitica”. “A casa mia una società a Malta si fa per frodare il fisco. Cantone non mi mancherà”, ha concluso Borghi, auspicando tutta la trasparenza possibile nelle istituzioni.

“Ai colleghi del Movimento 5 Stelle dico: benvenuti nel mondo reale”, ha esordito Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia). “Non credo che Cantone si sia dimesso per una dimenticanza – ha sottolineato – ma per paura delle reazioni del clan dei Casaleggio: d’altra parte le dimenticanze possono succedere a tutti e lo sa bene anche il partito democratico. In politica non esistono i buoni e i cattivi, nessuno è superiore agli altri e tutti dobbiamo essere pronti a chiedere scusa”.

“Non voglio fare la morale a nessuno”, ha precisato Stefano Mugnai (Forza Italia), “ma in quest’aula c’è chi è venuto a farcela”. “In una cosa però il M5S ha vinto: vedere il gruppo del Pd in aula con l’Espresso non mi conforta, un simile atteggiamento ha un preciso copyright. Invito a cogliere questo aspetto e riconosco comunque il momento di non invidiabile difficoltà politica”.

“Con la nostra mozione abbiamo cercato di imprimere più trasparenza a questo Consiglio”, ha affermato Monia Monni (Pd), ma soprattutto vorremo delle risposte: “Voi del gruppo eravate al corrente della vicenda oppure no? Aspetto chiarezza”, ha affermato la consigliera, “e prima di dire a noi di sciacquarsi la bocca inviterei a fare altrettanto: in politica la differenza non sta nella purezza, ma spesso in bufale diffuse tramite blog”.

“Se il caso Cantone è l’occasione di alzare l’asticella della trasparenza ben venga”, ha commentato Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), invitando a cogliere tale aspetto, per il bene delle istituzioni.

“Condivido quanto detto dai colleghi, ma in quest’aula ci siamo sorbiti due anni di paternali”, ha detto Elisa Montemagni (Lega nord): “Da oggi non voglio più sentire parlare di onestà da parte di chi difende i disonesti anziché condannarli”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Marco Casucci (Lega nord): “Non accetto lezioni morali da nessuno, il Consiglio regionale deve essere un palazzo di cristallo, impegnato a fare politica e non in una caccia alle streghe”.

Di fronte all’”assordante silenzio” del Movimento 5 Stelle è intervenuto anche Antonio Mazzeo (Pd): “Dovete rispondere se eravate al corrente oppure no, e tale risposta la dovete dare non tanto a noi quanto ai cittadini toscani”.

“Siamo stufi di questa doppia morale e pretendiamo una risposta”, ha detto anche Francesco Gazzetti (Pd): “Vengo da una città, Livorno, che state ‘sgovernando’ ed è una ragione in più per pretendere chiarezza”.

E di fronte alla richiesta di Giacomo Giannarelli (M5S) di pensare alle tante risposte di cui ha bisogno la Toscana, invitando il presidente dell’Assemblea a ricordare i tempi concordati per gli atti, il capogruppo Pd Marras, nell’evidenziare il tentativo “di sminuire la portata del dibattito”, ha parlato di “superiorità che si incrina”.

Sintetica la dichiarazione di Giannarelli: “La risposta è nelle dimissioni di Cantone, per noi chi sbaglia va a casa”.

Trasporti: interrogazione Lega su disservizi nei confronti di disabili

“Le segnalazioni che arrivano al numero verde della Regione sono tutte trattate, nessuna resta inevasa. Per quanto riguarda il servizio di trasporto pubblico locale su gomma, Provincia e Città Metropolitana hanno ancora competenza amministrativa. Sono questi gli enti che tuttora gestiscono i rapporti e gli obblighi di servizio con le società di trasporto in attesa della stipula del contratto di gestione unica da parte della Regione, che sappiamo essere legata alla vicenda della gara”. Così l’assessore regionale, Vincenzo Ceccarelli, ha risposto all’interrogazione del portavoce dell’opposizione, Claudio Borghi, sul mancato rispetto delle norme sulle barriere architettoniche per disabili, in particolare visivi, nel trasporto pubblico locale su ferro e gomma.

L’assessore ha confermato che tutte le segnalazioni arrivate al numero verde regionale, sia che riguardino il trasporto su gomma che su ferro, sono “inviate al gestore del servizio di trasporto pubblico locale il quale, entro 30 giorni dal ricevimento della lettera, è obbligato a fornire risposte adeguate e motivate in merito al disservizio segnalato. La risposta, verificata, è poi trasmessa all’utente”. Ceccarelli ha rilevato come “all’immediato coinvolgimento del soggetto responsabile può fare seguito un controllo da parte del servizio ispettivo regionale, finalizzato alla verifica del permanere della criticità e delle eventuali sanzioni”.

Per quanto riguarda il trasporto su gomma, fino a quando non sarà stipulato il nuovo contratto, l’attività ispettiva sulle segnalazioni è effettuata da ispettorati degli enti locali. “Voglio comunque rilevare l’importante funzione di monitoraggio sui gestori che il numero verde svolge a prescindere dall’effettiva possibilità di intervento diretto”, ha detto l’assessore ricordando il gruppo ispettivo regionale di vigilanza sul Tpl. “I componenti di questo gruppo effettuano verifiche periodiche sui servizi di trasporto pubblico locale, in particolare ferroviario. Sul fronte gomma, comunque, il gruppo ispettivo ha seguito, nel corso del 2016, circa 175 ispezioni su passaggi orari degli autobus alle fermate e quindi sulla regolarità del servizio. Sul fronte ferro le ispezioni riguardano in particolare le norme sull’utenza disabile e sul funzionamento degli impianti acustici-visivi di comunicazione a bordo treno”.

“Il quadro reso dall’assessore è piuttosto ottimistico. Eppure i dati che ha fornito disegnano un’altra realtà” ha detto Borghi. “La casistica dovrebbe portare all’eccezione, ma 250 casi di disservizio accertati in un semestre non mi pare sia sintomo di buona gestione”.

Palestina, mozione in Consiglio

Una mozione, approvata dall’aula a maggioranza, per impegnare la Giunta “a manifestare pubblicamente e con urgenza la propria solidarietà alla popolazione del villaggio palestinese di Susiya, in Cisgiordania, inviando altresì una specifica comunicazione al Governo israeliano per chiedere la definitiva sospensione dei provvedimenti e delle eventuali operazioni di sgombero del territorio del villaggio, invitando al rispetto del diritto internazionale e delle Risoluzioni delle Nazioni Unite”. Questo il cuore della mozione, presentato dai consiglieri Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra) e Elisabetta Meucci (Pd), che impegna anche ad “attivarsi nei confronti del Governo italiano perché rinnovi il suo impegno a sostegno del villaggio di Susiya e più in generale provveda le operazioni di sgombero dei villaggi palestinesi della Cisgiordania”.

L’atto è stato presentato da Fattori, che ha ricordato di aver ricevuto in commissioni Affari internazionali, la scorsa settimana, una delegazione palestinese, affermando la necessità – insieme alla collega Meucci – di “unire la voce del Consiglio regionale alle voci che nel mondo si levano in nome della libertà e dei diritti umani”. E se per Claudio Borghi (Lega nord) “raddrizzare i torti del mondo non è attività pertinente del Consiglio regionale”, per Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) “si tratta di un atto a senso unico che non analizza tutta la realtà”. Da qui il voto contrario di entrambi i gruppi.

Ad annunciare il voto favorevole sono stati invece i consiglieri Serena Spinelli (MdP), Andrea Quartini (M5S) e il presidente Eugenio Giani. Secondo Spinelli, che ha invitato a non pensare solo al proprio orticello, “la pacificazione in quell’area risolverebbe tanti problemi nel mondo”; per Quartini “l’atto va nella linea del rispetto del diritto internazionale e assume un valore simbolico importante”; secondo Giani: “la storia vissuta da Firenze e dalla Toscana non può esimere il Consiglio a far sentire la propria voce”.

In chiusura di dibattito, Fattori ha rivendicato il ruolo del Consiglio sul piano internazionale, ricordando non a caso l’attività della commissione da lui presieduta, e ha parlato di “atto del tutto equilibrato”.

Omotransfobia, approvata la mozione Sì

Un rinnovato impegno alla Giunta regionale a sostenere tutte le iniziative di prevenzione dell’omotransfobia e di educazione alle differenze. Questa la richiesta nella mozione presentata in aula dal capogruppo di Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori, in merito all’adesione della Regione al Toscana Pride 2017. “Sappiamo che la prima parte dell’impegnativa della mozione è stata esaudita – ha ricordato Fattori – sono stati, infatti, concessi il patrocinio e il Gonfalone. Resta l’impegnativa a sostegno di azioni per prevenire le discriminazioni per orientamento sessuale e per riconoscere il valore delle differenze”. “L’Italia, rispetto ai diritti civili resta il fanalino di coda. Toscana Pride – ha aggiunto Fattori – è una manifestazione importante, che chiede diritti di cittadinanza per tutte le persone indipendentemente dal loro orientamento sessuale per questo è importante dimostrare la nostra partecipazione”.

Ilaria Bugetti ha presentato l’emendamento del Pd con il quale “si sollecita la Conferenza Stato-Regioni alla ripresa della discussione del disegno di legge contro l’omotransfobia”.

Elisa Montemagni (Lega nord) ha espresso il voto contrario del suo gruppo. “Toscana Pride – ha detto la consigliera regionale – si tiene ad Arezzo, ma non ha il Gonfalone del Comune. Accettiamo la diversità sessuale di ognuno, ma questa non deve essere ostentata, dal momento in cui si ostenta, la diversità sessuale diventa discriminante”.

Voto favorevole all’atto anche dal M5S. “Le discriminazioni sessuali – ha detto Andrea Quartini – le violenze, gli atti di bullismo nei confronti di chi manifesta atteggiamenti diversi sono così diffusi e pesanti che non bisogna abbassare la guardia. Le diversità vanno amplificate fino ad arricchirci”.

“C’è bisogno di avere una giornata – ha detto Serena Spinelli (Art.1-Mdp) – in cui ciascuno dimostri come vuole essere orientato sessualmente, perché chi lo fa tutti i giorni viene discriminato. In futuro non ci sarà bisogno di Toscana Pride perché avremo una mentalità più aperta”.

Il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (Lega nord) si domanda “perché l’espressione di una qualsiasi preferenza sessuale deve essere meritevole di patrocinio”. “Finchè continueremo a far pensare che l’omosessualità è così particolare da avere un patrocinio resterà discriminata”. “Dovrebbe essere considerata una normale preferenza”. L’atto è stato approvato a maggioranza, accogliendo l’emendamento del Pd. Voto contrario di Lega nord.

Legittima difesa, respinta la mozione Sì

È stata respinta una mozione “In merito alla necessità di non procedere all’approvazione del disegno di legge che modifica l’attuale disciplina in materia di legittima difesa”, presentata dai consiglieri Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra). L’atto ha dato il via a una lunga discussione in aula, prima di ricevere voto negativo a maggioranza. La mozione impegnava la Giunta “ad attivarsi nei confronti del Parlamento affinché non proceda all’approvazione del progetto di legge sul tema della legittima difesa nel suo passaggio al Senato”. Come ha spiegato Tommaso Fattori durante l’illustrazione, “l’emergenza sicurezza in Italia è una bufala. In realtà gli omicidi sono diminuiti dagli anni Novanta, così come i furti e le rapine. È sbagliato cambiare il codice penale in base a una percezione non vera, la normativa per la legittima difesa c’è già ed è valida”. Inoltre, ha proseguito Fattori, “è sconcertante illudersi che si riducano le rapine concedendo alla gente di armarsi. Il risultato è che si armeranno anche i ladri”. “Io non farei mai emettere una sentenza da parte di chi è in condizioni di grave turbamento psichico – ha aggiunto Paolo Sarti –. Solo questo mi pare sufficiente per ritirare la legge”.

I consiglieri della Lega nord Jacopo Alberti, Elisa Montemagni e Marco Casucci hanno invece sottolineato, a più riprese, che “la difesa è sempre legittima, non solo la notte, come vorrebbe il Pd o mai come vorrebbe Sì-Toscana a Sinistra” e hanno annunciato voto contrario alla mozione.

Secondo Massimo Baldi (Pd), è invece “necessario stare ai fatti, ed è positivo aggiungere degli elementi di razionalità alle legge sulla legittima difesa”. Baldi ha preannunciato voto contrario alla mozione, perché “pervasa da furore ideologico”.

Serena Spinelli (Art. 1-Mdp) ha invece spiegato di condividere la mozione, “perché abbiamo già un diritto che stabilisce che cosa è la legittima difesa. Piuttosto, per garantire la sicurezza dei cittadini, sarebbe necessario mettere le forze dell’ordine in condizione di lavorare bene fornendo risorse adeguate”.

I cambiamenti climatici e gli effetti sull'ambiente

Si terrà domani alle 16, nella sala Gigli di palazzo del Pegaso (via Cavour, 4), il convegno ‘I cambiamenti climatici e gli effetti sull'ambiente’. Una iniziativa promossa dal Centro studi emergenze in collaborazione con Consiglio regionale, Consorzio Lamma e Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana).

I lavori saranno aperti dai saluti del presidente dell’assemblea toscana Eugenio Giani, del consigliere regionale Paolo Bambagioni e del presidente del Centro studi emergenze Salvatore Arca.

Seguiranno gli interventi di Bernardo Gozzini, amministratore unico del Consorzio Lamma, Alessandro Barducci, amministratore unico di Sofasi.

Concluderà i lavori Federica Fratoni, assessore regionale all’Ambiente.

Dibattito anagrafe pubblica, la nota M5S

“Oggi in aula abbiamo votato a favore della mozione sulla trasparenza, com’era ovvio che fosse. Capiamo il bisogno del PD e del resto dei partiti di aggrapparsi alle dimissioni di Enrico per tentare l’impresa disperata di screditarci. Ma tutto è molto chiaro e lo abbiamo detto in aula: le persone sono persone, non siamo geneticamente diversi dagli altri, in quanto persone possiamo sbagliare. La differenza è il nostro codice etico dove chi sbaglia fa un passo indietro. Aspettiamo codici etici simili approvati dai partiti e crediamo sia una richiesta anche di tutti i cittadini” così i consiglieri regionali M5S a commento del dibattito in aula.

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