
Archizoom, Superstudio, UFO, 9999; Gianni Pettena, Lapo Binazzi e Remo Buti. Sono solo alcuni dei protagonisti di un’esperienza che ha segnato la storia dell’architettura e del design contemporanei, ha preso forma a Firenze e non è stata ancora approfondita come merita. Proprio questo è infatti l’obiettivo del volume “Neoavanguardie e controcultura a Firenze Il movimento Radical e i protagonisti di un cambiamento storico internazionale”, di Patrizia Mello che verrà presentato al Museo Novecento di Firenze mercoledì 17 maggio alle 17. Ne parleranno, con l’autrice, Alessandro Mendini, architetto, che ha diretto le riviste “Casabella” (1970-1976), “Modo” (1977-1981) e “Domus” (1980-1985) e Valentina Gensini, direzione scientifica Museo Novecento; introdurrà Cristina Giachi, vicesindaco e assessore Educazione, Università e Ricerca del Comune di Firenze. L’iniziativa ha il patrocinio di Fondazione e Ordine degli Architetti di Firenze.
Un fervente spirito critico, rivolto a contestare la definizione stessa di architettura e dei suoi tradizionali mezzi, è all’origine dei progetti del movimento Radical. Nella loro visione tutto può essere architettura e l’impegno dell’architetto, non più esclusivamente finalizzato a edificare, si rivolge alla società. Un’apertura che genera innumerevoli contaminazioni con le più svariate espressioni artistiche contemporanee. Incursioni pubbliche nello spazio urbano, provocazioni, ambienti domestici liberatori, promozione di modi di vivere alternativi, sono stati strumenti che hanno dato un volto al movimento Radical fino a determinarne l’affermazione a livello internazionale.
Da circa un decennio sono stati redatti in Italia studi monografici sui singoli gruppi d’avanguardia ma con questo nuovo libro l’autrice traccia una linea di ricerca per inquadrare l’opera dei Radical fiorentini all’interno di un più articolato cambiamento che spazia anche in altri campi disciplinari. Attraverso l’analisi delle relazioni tra le visioni utopiche da loro messe a punto e il contesto artistico e culturale internazionale e cittadino di quegli anni, vengono spiegate le ragioni della nascita di un movimento di neoavanguardia proprio a Firenze, città storica per eccellenza. L’opera di Patrizia Mello racconta della nascita del MIBI (Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista) nel 1953, passando per alcune storiche edizioni della Triennale fino ad affrontare la mostra “Italy: The New Italian Domestic Landscape”, tenuta al MoMA di New York nel 1972, che consacra il movimento; l’autrice così esamina a fondo un cambiamento storico internazionale che arriva fino all’oggi e che ha un momento di decantazione fertile proprio a Firenze negli anni Sessanta, all’interno della Facoltà di Architettura. Per la prima volta in questo libro i singoli gruppi e i vari protagonisti vengono analizzati insieme e messi a confronto, facendone emergere i tratti più visionari, con cui hanno anticipato di alcuni decenni lo stato dei fatti nelle nostre città.
Dalla Superarchitettura di Archizoom e Superstudio, ai film di Gianni Pettena, Lapo Binazzi e molto altro ancora: al Museo Novecento al primo livello, nella sezione “Contaminazioni artistiche tra musica, arti visive, comunicazione di massa, design e architettura”, è possibile fare un tuffo in questo straordinario momento creativo per percepirne la grande spinta innovativa.
Patrizia Mello, nata a Lecce, si interessa di storia, teoria e critica del progetto contemporaneo, argomenti su cui svolge attività didattica e di ricerca con pubblicazione di numerosi articoli e saggi, organizzazione di convegni ed incontri di studio. Dal 2013 al 2015, presso il Dipartimento di Architettura di Firenze ha tenuto il seminario Firenze e le avanguardie Radicali. Progetti, azioni, super-visioni, oggetti extra e ha curato la mostra omonima presso “Le Murate. PAC – Progetti Arte Contemporanea” di Firenze. Nel 2015 il seminario si è svolto presso il Museo del Novecento. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo in particolare Progetti in movimento. Philippe Starck, Festina Lente, 1997. L’ospedale ridefinito.Soluzioni e ipotesi a confronto. Aart International, Aalto, Colboc, CSPE, Fainsilber, Groupe 6, Ito, Koolhaas, Le Corbusier, Nouvel, Reichen & Robert, Sottsass, Petre-Souchet, Riboulet, Vasconi, Zublena, Alinea, 2000; Metamorfosi dello spazio. Annotazioni sul divenire metropolitano, Bollati Boringhieri, 2002; Ito digitale. Nuovi media, nuovo reale, Edilstampa, 2008; Design Contemporaneo. Mutazioni, oggetti, ambienti, architetture, Mondadori Electa, 2008; Firenze e le avanguardie Radicali. Un seminario di ricerca, DIDAPRESS, Dipartimento di Architettura, 2017.
Alessandro Mendini architetto, è nato a Milano nel 1931. Ha diretto le riviste “Casabella” (1970-1976), “Modo” (1977-1981) e “Domus” (1980-1985). È interessato specialmente al design neo moderno e contemporaneo. Realizza oggetti, mobili, ambienti, pitture, installazioni, architetture. Collabora con compagnie internazionali come Alessi, Bisazza, Philips, Swarovski, Swatch, Hermés, Venini ed è consulente di varie industrie, anche nell’Estremo Oriente, per l’impostazione dei loro problemi di immagine e di design. È membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, gli è stato attribuito il Compasso d’oro per il design, l’onorificenza dell’Architectural League di New York ed è “Chevalier des Arts et des Lettres” in Francia. Suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private. Nel 1989 ha aperto assieme al fratello architetto Francesco, l’Atelier Mendini a Milano, progettando le Fabbriche Alessi e il Forum-Museum di Omegna, alcune stazioni di metropolitana e il restauro della Villa Comunale a Napoli, una torre ad Hiroshima in Giappone, il Museo di Groningen in Olanda, un quartiere a Lugano in Svizzera, il palazzo per gli uffici Madsack ad Hannover e un palazzo a Lörrach in Germania e altri edifici in Europa e negli Stati Uniti.
Fonte: Museo Novecento Firenze - Ufficio Stampa
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