
Trentasei opere in mostra - tra video, installazioni, pittura e performance -, inserite in uno dei luoghi simbolo dell’archeologia industriale di Prato.
Sarà inaugurato sabato 6 maggio, alle 17, negli spazi dell’Ex Fabbrica Lucchesi (via Cavour, 97), il progetto “Lapislazzuli”: un percorso che rende visibili i lavori realizzati dagli allievi del secondo e terzo anno dell'indirizzo di Arti Visive della Libera Accademia di Belle Arti di Firenze.
Coordinati dai docenti Fabio Cresci ed Eugenia Vanni, i ragazzi avranno l’opportunità di esporre all'interno di un contesto industriale, riconvertito in spazio artistico: una struttura di forte impatto visivo e di grandi dimensioni che consentirà ai giovani creativi di familiarizzare con una location insolita. Ma l'allestimento intende promuovere, in parallelo, una riflessione sulle singole capacità e sulle scelte future degli allievi. “Lapislazzuli” arriva, infatti, quasi al termine dell’anno di studi e per alcuni iscritti segna la conclusione del triennio formativo: la mostra sarà quindi l’occasione per fare dell’arte uno strumento di confronto e di dialogo, in preparazione all'uscita dall'Accademia.
“Il blu di lapislazzuli - spiegano i docenti - è il colore per eccellenza ottenuto dalla lavorazione di questa pietra preziosa che, da grezza, può trasformarsi nel pigmento, utilizzato da secoli nell'arte per realizzare opere di grande valore. In questo caso, diventa metafora del potenziale umano: la pietra è pronta per trasformarsi in un colore, che prenderà vita in molteplici forme. Da qui il titolo di questo vero e proprio esercizio collettivo”.
Alle trentasei opere visibili si aggiungeranno anche due lavori firmati proprio dai professori Cresci e Vanni, risalenti al periodo di formazione accademica, " a dimostrazione che, una volta intrapresa la strada dell'arte, tutto può succedere e che l'artista è il primo ad essere recettore e, allo stesso tempo, generatore di mutamenti".
Fonte: Laba - Ufficio Stampa
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