
"Avremmo voluto svegliarci stamani dopo aver dormito una notte di sogni belli. Avremmo voluto aprire gli occhi pensando con un sorriso a questo Primo Maggio 2017. Avremmo voluto festeggiare il giorno del lavoro onorandolo con la certezza del nostro futuro. Ma non abbiamo potuto.
Lo sapevamo. La crisi capitalista è entrata come un treno all'interno del nostro territorio. Molti continuano a far finta di niente, ma è sempre più difficile negare l'evidenza. E l'evidenza parla di un'area martoriata dalle chiusure e dai licenziamenti, dagli attacchi ai diritti, dai rapporti di lavoro sporchi e da pratiche illegali.
I dati regionali certificano che negli ultimi tre anni sono stati oltre 600 i lavoratori finiti in mobilità: si tratta di operai licenziati in aziende medio grandi. Shellbox, Falegnami, L'Avvenire 1921 (ex Consorzio Etruria), Bitossi-Colorobbia, Reha, Polaris (ex Allegri) sono le realtà più grandi. Accanto a queste c'è un tessuto di piccole e piccolissime aziende che sono scomparse senza produrre numeri.
L'ultima crisi in ordine di tempo è quella che ha coinvolto la cartotecnica Maestrelli di Sovigliana. Un'azienda, come in molti altri casi, vittima di una gestione non adeguata. Qui, nonostante le commesse e un settore che tiene, è stata aperta una procedura di licenziamento collettivo per 33 lavoratori e si va verso la liquidazione dell'attività. Se il lavoro verrà salvaguardato, sarà solo grazie alla lotta degli operai che stanno continuando ad occupare lo stabilimento e che stanno costituendo una cooperativa per rilevare l'azienda. A loro va tutta la nostra solidarietà e il massimo sostegno.
Intanto, in un'altra realtà del territorio – la CoinService di Empoli – la dirigenza faceva pedinare da un investigatore privato un delegato sindacale in permesso. Solo il tribunale ha bloccato il provvedimento disciplinare che era stato preso nei suoi confronti.
Il ricorso al lavoro intermittente è esploso: su quest'area un tempo ricca accade con sempre maggiore frequenza che si facciano contratti di una settimana, persino di un giorno (è comune ad esempio nel facchinaggio). Questo senza contare il ricorso sfacciato ai voucher, cancellati (?) a marzo scorso. E benvenuti nel magico mondo della precarietà
Vogliamo parlare degli appalti? Grandi marchi (il settore dei trasporti è quello dove probabilmente si riscontrano le situazioni peggiori), aziende municipalizzate (call center e servizi), persino le amministrazioni comunali (dallo sfalcio del verde alla manutenzione delle strade) vi ricorrono per una fetta crescente di attività e lo fanno sulla base di un criterio che è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Una volta concesso l'appalto, con ribassi che arrivano frequentemente al 30-40%, chi controlla le condizioni di lavoro? Chi verifica i contratti dei dipendenti? Chi si accorge delle violazioni e dei soprusi?
Questa situazione accomuna anche altri due settori, tra i più a rischio in fatto di legalità e rispetto dei diritti: quello dell'agricoltura e quello dell'accoglienza ai migranti. Il vento del caporalato continua a soffiare anche sulle campagne del territorio. L'ultima inchiesta della magistratura ha portato alla luce gravi illeciti sulle colline della Valdelsa senese. Mentre sul fronte della gestione straordinaria dell'accoglienza, pesanti scorrettezze e inadempienze sono state testimoniate e ravvisate sia nei confronti dei migranti sia nei confronti degli operatori che lavorano per cooperative e associazioni. Su una delle più grandi sul territorio, tra l'altro, continua a pendere un'inchiesta della magistratura partita proprio da segnalazioni di questo tipo.
Questo è ciò che continua a disturbare i nostri sogni, che non ci fa pensare con il sorriso a questo Primo Maggio 2017 e che ruba il futuro a milioni di giovani e meno giovani. Siamo convinti che la nostra battaglia di oggi si debba concentrare sull'abolizione di riforme infami come quella del lavoro, il cosiddetto Jobs Act, che hanno smantellato anni di lotte e di conquiste.
Ma sappiamo che la battaglia di domani sarà la stessa di ieri: abbattere il capitalismo per liberare il lavoro".
Settembre Rosso
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