
Lunedì 20 febbraio scorso gli Sportelli migranti dell’Unione Sindacale di Base di Pisa, Livorno e Firenze, in presidio di fronte alla Prefettura di Pisa, ottennero un incontro con la Commissione parlamentare preposta alla verifica della condizione dei migranti sui territori, presente a Pisa quel giorno per un incontro con sindaci e soggetti interessati al sistema di accoglienza dei profughi e migranti. In quell’occasione ci incontrammo con il Presidente della Commissione, il deputato del PD Federico Gelli, il Prefetto Attilio Visconti e il Presidente della Croce Rossa Italiana di Pisa Antonio Cerrai.
In quei giorni il Decreto Minniti – Orlando era in gestazione e le anticipazioni di stampa ci furono descritte con maggior dovizia di particolari dal rappresentante del PD.
Gelli ci propose il Decreto come panacea per la soluzione delle problematiche che andavamo a evidenziare, cioè il massiccio respingimento delle richieste di asilo da parte della Commissione regionale, la precarietà di molti centri di “emergenza” gestiti dalla Croce Rossa, la differenza di trattamento tra un centro e l’altro, la condizione di sfruttamento degli operatori, più in generale la condizione di precarietà nella quale si trovano migliaia di richiedenti asilo, parcheggiati in un limbo temporale indefinito.
Come sappiamo, la recente trasformazione in legge del Decreto Minniti – Orlando ha drammaticamente risposto alle rivendicazioni dei migranti e delle Organizzazioni sindacali, sociali e politiche nelle quali molti di essi si stanno organizzando: dal 12 aprile migranti e richiedenti asilo presenti sul nostro territorio entrano a far parte di una fascia di popolazione “a parte”, per la quale esisterà una legislazione, forme di lavoro e un sistema di carcerazione “speciali”, segnando un passaggio sostanziale verso la segregazione de facto di centinaia di migliaia di esseri umani.
Se alle "Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale" aggiungiamo il combinato disposto della Legge sulle "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città" contro poveri, devianti e lottatori sociali, che trasformerà i sindaci in sceriffi a difesa dei centri storici, abbiamo un quadro preciso del modello di società che gli attuali governanti intendono imporre nel nostro paese, anche attraverso campagne ideologiche molto insidiose, che contrappongono diritti civili (per alcuni) a diritti sociali (negati alla stragrande maggioranza della popolazione, indipendentemente dalla sua provenienza e colore della pelle). La presenza del Ministro della Giustizia Orlando alla manifestazione filo europeista del 25 marzo a Roma è il segno tangibile di questo tentativo di legittimare politiche segregazioniste entro una scala di valori “europei” che non prevedono né presenze aliene né “devianze” sociali e politiche.
Per godere dei diritti civili occidentali i migranti dovranno subire la disciplina di Leggi proposte da uomini di governo come questi, per cui chi fugge da guerre e sfruttamento dovrà lavorare gratis come indennizzo per l’ospitalità, accettare di essere selezionato da tribunali speciali attraverso una legislazione a parte, infine subire carcerazione e rimpatrio se non ottiene l’agognato permesso che apre le strade agli illusori privilegi dell’Unione Europea.
È una storia che ci ricorda il processo attraverso cui fu istituito il sistema sudafricano dell’apartheid ai danni della popolazione nera, introdotto come doppia separazione: razziale e geografico spaziale. Cosi furono espulsi i neri, confinandoli attraverso la repressione fisica e giuridica da parte del potere bianco.
Il decreto Minniti – Orlando formalizza la “disuguaglianza” delle persone nei procedimenti giudiziali, negando un principio d'uguaglianza sancito dalla Costituzione, in base alla diversa provenienza geografica delle persone, negando ai soli profughi il diritto di ricorrere ai vari gradi di giudizi finora previsti dall'ordinamento giudiziario.
Un meccanismo che finirà per coinvolgere l'intera popolazione negandole l'accesso a un equo processo, indipendentemente dal colore della pelle e dalla classe economico-sociale. Cosi dopo 67 anni dall'istituzione dell'apartheid in Sud-Africa, il governo Gentiloni rispolvera i sintomi di quella “separazione”, già in corso in Italia con la ghettizzazione dei braccianti nelle campagne e con il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro.
Una legislazione che è la punta dell'iceberg di una cultura che trova interesse a categorizzare e selezionare migranti e profughi ai fini dello sfruttamento sociale e lavorativo.
È compito nostro contrastare questo processo di razzializzazione e divisione della società.
L'esplosione della povertà di massa, effetto diretto delle politiche imposte dall’Unione Europea attraverso governi nazionali vassalli, deve essere governata con politiche securitarie e di polizia sempre più stringenti, tentando di deviare la rabbia sociale dai palazzi del potere verso soggetti deboli ed esposti nel conflitto. Migranti e profughi, insieme a poveri e lottatori sociali sono il target proposto da questi governanti alla pancia di una società piegata dalla disoccupazione di massa e dal progressivo impoverimento.
Contro queste politiche occorre ricercare forme di ricomposizione reale, a partire dai posti di lavoro, dai bisogni e dai diritti comuni, valorizzando le diversità, come prospettiva imprescindibile per la costruzione di un modello di società opposto alla barbarie proposta dall’Unione Europea e dal governo Gentiloni.
In questa prospettiva proponiamo a tutti gli antirazzisti, alle forze sindacali non concertative, alle associazioni ed alle forze politiche antirazziste, un PRESIDIO DI PROTESTA DI FRONTE ALLA PREFETTURA contro il Decreto Minniti – Orlando per venerdì 28 aprile alle ore 18 di fronte alla Prefettura di Pisa.
Durante il Presidio una delegazione dello Sportello Immigrati chiederà di essere ricevuta per consegnare al Prefetto una richiesta di abolizione immediata per incostituzionalità del decreto Minniti – Orlando, oltre ad una serie di richieste specifiche, contro il lavoro cosiddetto “volontario” gestito dalla Croce Rossa Italiana grazie ad una convenzione con il Comune di Pisa, per il riconoscimenti immediato dello status di protezione internazionale a tutti i migranti presenti sul territorio, per la trasformazione degli attuali centri di “emergenza” presenti a Pisa e in provincia in luoghi di vera accoglienza e integrazione sociale.
Federazioni USB Pisa, Livorno, Firenze
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