
A febbraio 2017 sono stati resi noti i dati 2015 sulla produzione di rifiuti urbani in Toscana, pubblicati da ARRR e certificati dalla Regione Toscana. Ci siamo inoltre occupati della quantità di rifiuti urbani differenziati e non prodotti nella Toscana Centrale e nell'area fiorentina, territori dove opera anche la neonata Alia spa.
Partendo dai dati, abbiamo proposto alcune domande a Livio Giannotti, Amministratore delegato di Alia spa, che ci ha risposto come segue.
Come va la produzione dei rifiuti urbani e la raccolta differenziata nel territorio da voi servito, in particolare nell'area fiorentina?
La produzione dei rifiuti urbani ha visto, invertendo la tendenza in riduzione conseguente alla crisi avuta nel 2008, una costante crescita negli ultimi 5 anni.
Segnale importante di ripresa manifatturiera e conseguente crescita di prodotti immessi al consumo.
L’aumento si registra in tutto il territorio servito da Alia, la nuova società di servizi ambientali della Toscana centrale.
Riferendoci ai 12 comuni ex Quadrifoglio, dalle 388.139 t raccolte nel 2012 ( 48,13% RD), si è passati alle 400.882 del 2013 (52,23%RD), alle 409.767 t raccolte nel 2014 (55,35% RD).
Nel 2015 la produzione è continuata a crescere ma per la prima volta, grazie all’estensione di servizi finalizzati alla massimizzazione di quanto raccolto separatamente, la quantità assoluta di rifiuti raccolti per essere avviati a riciclo o compostaggio ha superato il quantitativo dei rifiuti indifferenziati: delle 412.015 t raccolte, 209.311 t di materiali avviati a riciclo contro 202.794 t di rifiuti residui indifferenziati, con la percentuale RD attestata al 57,35%.
Nel 2016 la crescita dei materiali raccolti avviati a riciclo o compostaggio ha subito un’ulteriore accelerazione, svincolandosi dalla crescita della produzione dei rifiuti complessiva: su 420.164 t raccolte, i materiali differenziati sono stati 220.805 t contro 199.359 t di rifiuti residui non riciclabili, attestando la percentuale RD dell’area fiorentina al 59,21%.
Quindi se da un lato siamo soddisfatti che l’indicatore di produzione rifiuti cresca perché è indice di ripresa economica e -seppur più lentamente- dei consumi, è evidente che dal nostro punto di vista il passato non tornerà poiché l’obiettivo di riciclaggio ed utilizzo sostitutivo delle materie prime seconde aumenterà ulteriormente e scaverà un gap storico tra materiali riciclati o compostati e rifiuti residui.
Siamo certi che in questa parte della Toscana l’obiettivo UE del 65% RD (raccolta differenziata) sarà raggiunto prima di quanto atteso. La nostra trasformazione in Alia spa, frutto dell’unione tra ASM, CIS, Publiambiente e Quadrifoglio, accelera di fatto questo percoso, avendo a questo punto un know-how unico e consolidato come gestione impiantistica e modelli di servizio, che siamo in grado di ritagliare progettualmente in modo artigianale ma di erogare in modo industriale, così da garantirne la massima efficacia.
Nel 2015, in 4 dei 12 comuni che servite nel territorio fiorentino (Fiesole, Impruneta, San Casciano VP e Tavarnelle VP) è stato superato il 65% di raccolta differenziata, mentre negli altri questa percentuale è più bassa, anche al di sotto del 50%. Secondo voi da cosa dipende?
Per la precisione anche il comune di Sesto Fiorentino ha superato la soglia del 65% di RD, attestandosi, a fine 2016, al 66,80%.
Detto questo, è evidente che le differenti caratteristiche territoriali ed urbanistiche ci mettono davanti a situazioni completamente diverse.
Con una bassa densità di residenzialità ed una presenza di attività altrettanto dispersa, è facile attivare sistemi mirati domiciliari, che siano “porta a porta” a sacchi o tramite bidoncini, sia singoli che di prossimità.
Quello che in questi casi dobbiamo sempre tener presente è l’economicità, perché di fatto l’efficacia è intrinseca. Basta una comunicazione mirata, magari a residenti che nel corso del tempo rimangono gli stessi, unita all’attenta distribuzione di strumenti d’uso e la crescita vertiginosa delle percentuali di RD è acclarata.
Nel caso dei comuni indicati (ma anche Greve in Chianti e Bagno a Ripoli stanno crescendo velocemente, essendo nella forbice alta di RD, vicina al 65%) è importante segnalare che ad un buon servizio domiciliare si abbina un’attenta collaborazione degli utenti nella gestione degli altri rifiuti, che vengono portati correttamente o al centro di raccolta o all’Ecofurgone. Su questo aspetto è centrale la collaborazione che abbiamo con le Amministrazioni comunali, che svolgono un duplice ruolo:
- alimentare nei propri abitanti la convinzione che una raccolta differenziata ben fatta sia la precondizione per massimizzare il riciclo di materia e quindi garantire una tariffa equa,
- difendere questi territori di bellezza da abbandoni di rifiuti. In questo, con gli Ispettori ambientali, anche noi, insieme ad altre Forze dell’Ordine locali e nazionali, abbiamo fatto molta strada.
La stessa azienda gestisce la raccolta dei rifiuti in modi assai diversi, anche all'interno dello stesso comune, da cosa dipende?
Rispetto ai comuni citati prima, cosa diversa si verifica quando le caratteristiche urbanistiche, residenziali, imprenditoriali (basta pensare all’area pratese) ci mettono davanti a situazioni completamente diverse nello stesso comune, per cui non è sufficiente il solo sistema domiciliare, sia perché gli spazi privati non lo consentono sia per la complessità e la densità che caratterizzano alcune parti di territorio rispetto ad altre.
In questi casi dobbiamo miscelare sistemi domiciliari (fin dove ciò è possibile) con sistemi industriali stradali, utilizzando strumenti innovativi che garantiscano, indipendentemente dal modello attuato, una tracciabilità precisa di chi-produce-che-cosa.
Allora, sia che io distribuisca un sacco o un mastello “taggati”, dove è indicato un preciso utente, sia che inviti ad aprire un contenitore stradale, utilizzando una chiavetta elettronica personale anch’essa taggata, posso garantire un servizio mirato finalizzato al massimo riciclo di materia e verificabile in ogni momento.
Così possiamo individuare e correggere gli errori commessi, ma eccezionalmente o all’inizio, quando si cambiano le regole del gioco, poi gli stessi concittadini non sopporteranno più chi pensa di fregarsene di regole e prassi collettive.
Secondo la vostra esperienza qual è il sistema di raccolta differenziata (RD) più efficace?
Non esiste il sistema di RD più efficace in assoluto, esiste un insieme di conoscenze che permettono al gestore di comportarsi come un sarto: costruire un vestito su misura in base alle caratteristiche morfologiche di chi lo utilizzerà.
Troppo spesso sentiamo ripetere che questo sistema o quell’altro sono la pietra angolare del servizio di raccolta rifiuti e solo sposando in modo maniacale una certa idea si avrà la certezza di far bene, indipendentemente dal contesto.
Nulla di più sbagliato. L’obiettivo deve essere guardare l’utente, semplificandogli laddove possibile la nostra richiesta di collaborazione, tenendo sempre conto dell’impiantistica di filiera, il sistema industriale che permette la re-immissione nel sistema produttivo di materie seconde.
Unire i due punti non è facile ma è indispensabile, perché la RD dei rifiuti è solo il mezzo, non il fine.
Solo così si alimentano buone pratiche che a loro volta sono artefici di una filiera corta, circolare, sostenibile.
Dichiarare ai quattro venti che l’obiettivo di un territorio è raggiungere il 100% di RD (cosa peraltro impossibile nei fatti con qualsivoglia sistema) e poi inviare altrove, magari lontano e fuori regione, i propri materiali affinché siano riciclati o compostati è ambientalmente ed economicamente scorretto.
Così facendo non si verifica cosa diventeranno questi materiali e soprattutto non si vede - o si fa finta di non vedere - il fisiologico scarto di materia (che a quel punto è facile non vedere essendo diventato un problema di chi ha ricevuto i materiali e non di chi li ha prodotti).
Da qui ne discende, con evidenza, come, per le tecnologie attualmente disponbili, trasformare questi scarti - che ci sono, basta visitare un impianto di riciclaggio - in energia è decisamente più “europeo” che non interrarli.
Firenze è una città che accoglie milioni di turisti, questa realtà che effetti ha sulla raccolta dei rifiuti urbani?
Una città come Firenze pone ad Alia il problema di gestione più complesso di tutto il territorio servito, sia in termini di raccolta che in termini di pulizia.
La continua crescita di visitatori e turisti, che ormai superano i 12 milioni l’anno, pone nel capoluogo l’esigenza di interventi continui e massicci in un fazzoletto di territorio densamente vissuto 24 ore al giorno.
Se a questo ci aggiungiamo la forte presenza di attività commerciali e di servizio che ne alimentano l’indotto, ecco che raggiungiamo una produzione pro/capite annua di rifiuti elevatissima.
Come rispondere a questo problema?
Anzitutto diversificando i flussi dei materiali raccolti, cercando di innalzare costantemente quanto avviato a riciclo/compostaggio per ogni flusso di provenienza.
Quindi costruendo un sistema di raccolta che sia efficace ma anche bello da vedere, decoroso: ecco perché abbiamo scelto, insieme all’Amministrazione comunale di Palazzo Vecchio, le postazioni interrate. Già oggi, con quasi 50 isole operative, il risultato è evidente. Quando avremo completato la loro realizzazione (siamo al 70%) in area Unesco ed Oltrarno, siamo certi che la qualità percepita in questo fazzoletto unico, dove la produzione di rifiuti è altissima, sarà migliore.
È evidente che per far ciò, la ricerca, l'innovazione e gli investimenti devono essere costantemente alimentati: le dimensioni di Alia ci permottono di garantire tutto questo, assicurando anche al più piccolo dei 61 Comuni serviti le stesse attenzioni, disponibilità degli strumenti e conoscenze che riserviamo al più grande.
Fonte: Arpat
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