Amianto, prepensionamento per 6 addetti al porto. Giudice condanna l'INPS a rivalutare le posizioni contributive

Il porto di Marina di Carrara
Il tribunale di Massa, con sentenza pubblicata il 22 aprile dal giudice del lavoro Augusto Lama, "ha condannato l'Inps a rivalutare la posizione contributiva di sei operatori del Porto di Marina di Carrara, con il coefficiente 1,5 fino al 31.12.1992 e quindi con il loro prepensionamento", riconoscendo che gli stessi, per le attività svolte di controllo di imbarco e sbarco merci, stivaggio e altro, furono "esposti al rischio di inalazione di fibre d'amianto". Lo rende noto l'Ona (Osservatorio nazionale sull'amianto) spiegando che sono così state accolte le tesi dell'avvocato Ezio Bonanni, presidente dello stesso Osservatorio, e spiegando che "l'Inps si è opposta al pensionamento dei lavoratori del Porto di Carrara negando la presenza di amianto". L'Ona afferma che "la provincia di Massa Carrara ha fatto registrare 184 casi di mesotelioma, pari al 9,9% (per 197.000 abitanti rispetto alla popolazione toscana, pari a 3.743.000: quindi circa il 5% della popolazione); la provincia di Livorno ha fatto registrare 441 casi di mesotelioma, pari al 23,8% (per 160.000 abitanti circa, quindi per circa il 4% della popolazione del territorio regionale). Eppure gli enti pubblici, prima di tutto Inail e Inps, negano la presenza di amianto. Occorre sanare questa evidente incongruenza con la creazione di un tavolo interistituzionale affinché le leggi dello Stato, anche quelle sul prepensionamento, possano trovare esecuzione senza la necessità che i lavoratori si sobbarchino anni e anni di processi". "Accertata ora in via giudiziale la presenza di amianto l'Ona - si spiega ancora - chiede che tutti i lavoratori del Porto di Carrara ancora in attività siano posti in prepensionamento perché un gran numero sono stati già colpiti da patologie asbesto correlate e altri purtroppo si ammaleranno".

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