Numeri sulla Pasqua, agnello a tavola per un toscano su due

L’agnello rappresenta il simbolo pasquale tipico della civiltà Mediterranea, dedita prevalentemente alla pastorizia, e al tempo stesso è il simbolo  dell’innocenza e del sacrificio. Per la maggior parte dei toscani è il piatto della tradizione pasquale con la carne d’agnello che viene servita quest’anno in più di una tavola su due (52%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ in occasione della Pasqua.

“Il tradizionale pranzo di Pasqua rappresenta un appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori – dice Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana - poiché in occasione di questa festività si acquista quasi la metà della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno. In Toscana l’allevamento ovino si concentra in un’area che corrisponde alla province di Grosseto, Siena e Pisa (zona del Volterrano e della Val di Cecina).  Negli anni è diminuito il numero delle aziende con allevamento di ovini, ma è aumentata la consistenza media dei greggi. Alle fine degli anni 90 in Toscana erano presenti oltre 3000 aziende con allevamento di ovini; i capi allevati erano 600.000. Consistente la presenza di allevatori che si erano trasferiti in Toscana da altre regioni (soprattutto Sardegna). Il censimento Istat del 2010 rileva 2.400 aziende con 470.000 capi. Oggi si può pensare che il numero di aziende sia circa 1.200 ed il patrimonio ovino sia ridotto a 400.000 capi".

Si può stimare che nel periodo della S. Pasqua gli allevamenti del territorio regionale contribuiscano ad imbandire le tavole dei toscani con 300.000 agnelli. Considerando che in Toscana sono censite 1.600.000 famiglie ci si rende conto che la produzione locale non copre i fabbisogni ed infatti arrivano,  soprattutto dalla Spagna e dai paesi dell’Europa dell’est, molti agnelli già macellati che abbattono i prezzi di mercato. Un agnello toscano viene quotato alle piastre di rifornimento della distribuzione circa 7,2 euro al chilo peso morto (pari a 2.8-3.00 euro al chilo peso vivo) e gli agnelli d’importazione vengono quotati 4.5 euro al chilo peso morto, prezzi sotto costo per il prodotto locale.

“Per garantirsi acquisti di qualità al giusto prezzo - il consiglio di Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana - è quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori, per avere notizie sulla disponibilità del prodotto. Se si vuole mangiare agnello toscano – continua - si consiglia di rivolgersi alla vendita diretta in azienda, oppure ai mercati di Campagna Amica oppure nella grande distribuzione cercando agnelli con il marchio TOSCANO-TOSCANO, avendo la certezza di garanzie sia igienico-sanitarie che di qualità. Per chi ama la classica gita fuori porta - conclude De Concilio - dal 15 Aprile entra in vigore la nuova disciplina degli agriturismi toscani e quindi si può consigliare un pranzo in un agriturismo dove i prodotti sono rigorosamente toscani al 100%”.

Fonte: Coldiretti Toscana - Ufficio Stampa

Notizie correlate



Tutte le notizie di Toscana

<< Indietro

torna a inizio pagina