Assaltarono la Sisal di Livorno, identificati dalla polizia i presunti banditi

Avevano assaltato la sede della SISAL di Livorno, in Via Provinciale Pisana, per ben due volte, il 6 e il 25 gennaio dello scorso anno, riuscendo a portar via, complessivamente, più di cinquantamila euro in contanti. L’8 aprile 2017 i quattro uomini ritenuti responsabili dei due furti sono stati arrestati dal personale della squadra Mobile di Livorno, con la collaborazione dei colleghi delle mobili di Pisa e Prato.

Le indagini, attivate nell’immediatezza, presero un abbrivio positivo dopo il furto del 25 gennaio, quando le immagini del sistema di videosorveglianza interno evidenziarono le modalità dell’assalto: tra le ore 02.00 e le ore 02.58, tre soggetti travisati dopo aver sfondato una vetrata utilizzando una mazza, si erano introdotti all’interno del centro scommesse “Sisal Matchpoint”.

Strisciando per terra, per evitare i sensori dell’allarme, i tre malviventi erano riusciti a entrare nell’ufficio dove c'era la cassaforte, aperta grazie a una “mola”. Poi hanno rubato dal suo interno circa 40 mila euro in contanti. Meno di venti giorni prima il locale era stato interessato da un colpo analogo, durante il quale però la cassaforte non era stata toccata.

Durante il furto i tre mantenevano contatti con almeno un “palo” esterno tramite radio-portatili. I quattro poi si erano dileguati senza lasciare tracce, dimostrando esperienza e professionalità criminale.

Sul posto, però, la polizia scientifica è riuscita a repertare una lieve traccia di sangue, forse appartenente a uno dei malviventi che s’era ferito entrando da una delle finestre.

Il Dna estratto dal sangue rinvenuto sul posto, è risultato appartenere a un noto pregiudicato, Satori Romolo, e una complessa attività di analisi e incrocio dei tabulati telefonici, hanno permesso ai poliziotti della mobile di identificare i presunti autori: oltre al Satori Romolo, di 33 anni, il fratello di questi, Satori Lennon, di anni 43, il cugino Tauman Juri, di 44 anni, e Grandini Angelo, di 45 anni, tutti nomadi appartenenti all'etnia sinti e tutti già noti per fatti delittuosi simili.

Gli ulteriori approfondimenti investigativi e alcune mirate perquisizioni che permettevano di rinvenire gli indumenti indossati durante i due assalti predatori, confermavano i sospetti degli investigatori e convincevano il PM, dottor Massimo Mannucci della Procura di Livorno, e il GIP, dottoressa Dani, ad adottare nei confronti dei quattro un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

La mattina dell’8, gli agenti di polizia hanno bussato alle abitazioni degli indagati, nella provincia pisana e a Prato, e li hanno condotti nel carcere di Livorno a disposizione dell'autorità giudiziaria.

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