Primo Levi: a trent'anni dalla scomparsa Barni lo ricorda

Primo Levi (da Wikipedia)

La vicepresidente Monica Barni vuole ricordarlo ripercorrendo l'esperienza dell'ultimo Treno della Memoria che quest'anno la Regione Toscana ha scelto di dedicare all'autore di 'Se questo è un uomo'


Trent'anni fa, l'11 aprile 1987, ci lasciava Primo Levi. Nell'anniversario della scomparsa del grande scrittore testimone della Shoah, la vicepresidente Monica Barni vuole ricordarlo ripercorrendo l'esperienza dell'ultimo Treno della Memoria che quest'anno la Regione Toscana ha scelto di dedicare all'autore di 'Se questo è un uomo'.

"L'aver attraversato Auschwitz significa fare proprio l'invito di Primo Levi a prendere posizione, ad uscire dal pericolo della 'zona grigia', per essere pronti a riconoscere che ogni tempo ha il suo fascismo – ha detto Barni – Ricordando oggi Levi, la Regione torna a sottolineare l'importanza del messaggio che lo scrittore ha lasciato a tutti noi che viviamo sicuri nelle nostre tiepide case. In questo momento storico, risuonano più attuali che mai le parole di quest'intellettuale che ha costantemente avvertito il pericolo dell'indifferenza di fronte al male ed alla sofferenza e che per questo scelse di spendere la propria vita nell'impegno quotidiano della testimonianza".

Barni richiama la fondamentale presenza sul Treno della Memoria di Ugo Caffaz, da sempre anima e cuore dell'iniziativa. Fu lui che, dopo aver visitato già come consigliere provinciale i campi di Mauthausen e Dachau, propose di costruire un percorso di formazione che terminasse con il viaggio degli studenti toscani ad Auschwitz, perché la conoscenza agisse come un 'vaccino' contro il razzismo e la xenofobia nel tempo presente.

Oggi sono quasi ottomila gli studenti toscani che hanno preso parte a questo viaggio fisico, ma anche interiore, insieme a testimoni diretti, docenti, formatori ed associazioni: è una comunità che cresce ogni anno e che si riconosce intorno al valore dell'essere testimoni nel presente, a partire dalla conoscenza della storia e dall'aver visto con i propri occhi gli effetti della disumanizzazione e dell'odio. É soprattutto un passaggio generazionale capace di rinnovare e arricchire il senso profondo del 'fare Memoria' sfrondandolo di ogni sterile e vuota retorica.

Nel 1982, Caffaz e Levi tornarono insieme a visitare Auschwitz; era la seconda volta che lo scrittore torinese giungeva in quel lager da uomo libero, dopo la devastante esperienza della prigionia; vi tornava anche per vedere il Memoriale italiano che era stato da poco installato nel blocco 21 ad opera dell'Aned ed alla cui realizzazione Levi aveva attivamente collaborato; é lo stesso memoriale che la Regione Toscana ha recentemente salvato dall'oblio trasportandolo all'Ex3 di Gavinana, perché continui ad essere strumento di narrazione e riflessione sui temi legati alla deportazione che hanno fortemente segnato la nostra regione.

Oggi Caffaz torna a riflettere su quella straordinaria esperienza di viaggio vissuta a fianco di Levi e ricorda: "Lui sosteneva che se comprendere è impossibile, conoscere è doveroso, probabilmente - prosegue Caffaz - se Levi fosse salito a bordo del Treno della Memoria oggi, avrebbe detto che conoscere è doveroso e che anche comprendere é un obiettivo irrinunciabile. Levi ha sempre ripetuto che lo sterminio 'é successo e che può succedere ancora', dobbiamo perciò essere consapevoli che certi elementi come la crisi economica mondiale, il declino della politica, la fede riposta acriticamente in capi carismatici erano realtà vere negli anni Trenta e Quaranta, ma sono anche la realtà che caratterizza l'odierno. Per questo motivo é fondamentale ricordare che la democrazia è un problema complesso e che la libertà, i diritti, la giustizia sono valori universali la cui conquista v a difesa ogni giorno attraverso l'impegno personale."

È questo il messaggio da cogliere oggi nelle parole di Primo Levi: ogni essere umano ha capacità di scelta tra il bene ed il male, nessun uomo é buono solo a far numero. Da questo punto di vista, la testimonianza permette di attivare percorsi di conoscenza, riflessione e senso critico in grado d'influenzare positivamente il presente. Le parole di Primo Levi investono quindi ciascuno di noi di questa responsabilità diretta e ci riconsegnano, a distanza di trent'anni dalla sua scomparsa, la figura di un uomo che resta un punto di riferimento per la costruzione di un mondo di pace e giustizia a partire dall'esempio diretto e dall'impegno personale di ogni giorno.

Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa

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