Omicidio a Prato: l'analisi della scena del crimine

Era appena sceso dal bus e a piedi, intorno alle 21 del 30 marzo, stava andando al lavoro. Faceva il portiere di notte in un hotel e il suo turno sarebbe cominciato di lì a poco. Invece Leonardo Lo Cascio, 38 anni, pratese, è stato ucciso con un colpo alla gola sferrato con un coltello o con un cacciavite, da chi lo ha rapinato sottraendogli lo zainetto e il portafoglio. E' questa la pista investigativa a cui lavorano i carabinieri che si stanno occupando delle indagini, e che, nelle ultime ore, sembrano aver fatto luce sulla vicenda. E’ stato infatti fermato un trentenne che cercava di fuggire all’aereoporto di Bologna verso il Marocco. A far scattare l'allarme, la notte del 30 marzo, è stata una telefonata anonima arrivata al 112.

Quando le macchine dei militari sono arrivate in piazza Falcone e Borsellino, proprio davanti al tribunale di Prato, in una zona della città molto trafficata, hanno trovato  un uomo senza vita disteso su un'aiuola. Aveva perso molto sangue e non c'erano segni di trascinamento, segno che il delitto era avvenuto proprio lì. I militari hanno ispezionato la zona e hanno trovato poco distante, gettati in un cassonetto, lo zaino della vittima con i documenti e il portafoglio. Anche in questo caso analizzare la scena del crimine  è sempre un compito molto difficile e delicato, che deve essere sempre contraddistinto da tre caratteristiche fondamentali che sono:

La tempestività: minore è il tempo che intercorre tra l’evento e l’inizio del sopralluogo e maggiori saranno le informazioni presenti sulla scena del crimine.

L’asetticità: il sopralluogo illustra e congela la Scena del Crimine asetticamente senza includere, ovviamente, supposizioni investigative. Ogni ipotesi, seppur plausibile o anche verosimile, deve essere considerata ma ovviamente non può essere inserita negli atti dei rilievi tecnici.

L’oggettività: la descrizione e la documentazione deve essere indirizzata esclusivamente agli elementi oggettivi della scena che stiamo analizzando.

Si può definire dunque scena del crimine qualsiasi posto in cui sia necessaria un’indagine da parte della polizia giudiziaria, ed è il luogo dove è avvenuto un fatto criminoso o parte di esso e dove sono ovviamente presenti delle traccie. Abbiamo una  scena del crimine primaria, dove è avvenuto il reato, ed una scena del crimine secondaria, dov'è possibile che vittima ed autore abbiano interagito prima del reato. E’ invece definito “sopralluogo” il complesso di operazioni avente carattere di metodicità scientifica, tendenti ad individuare, raccogliere e fissare tutti gli elementi utili alla ricostruzione dell’evento e/o all'identificazione del Reo. Prima si osservano e si fissano le condizioni del luogo in cui si indaga senza nulla spostare. Dopo si procede ai necessari spostamenti per osservare e fissare ciò che non era altrimenti visibile, solitamente si va dal generale al particolare, da destra verso sinistra e dal basso verso l’alto. Per quanto riguarda l’accesso alla scena il percorso individuato deve costituire l’unica via d’ingresso e uscita inquinabile dell’area. Come nel nostro caso, abbiamo poi l’esame del cadavere che è compito del medico legale che dovrà valutare: l’ubicazione, lo stato d’integrità, lo stato degli indumenti, per poi  verificare se ci fossero lesioni esterne indicative della causa della morte.

Ricordiamoci sempre che “OGNI CONTATTO LASCIA UNA TRACCIA”.

 

 

 

GiuliaMeozzi

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